In armonia con la Chiesa mondiale. Il contesto del documento votato

In armonia con la Chiesa mondiale. Il contesto del documento votato

 

Maol – Domenica 14 ottobre, il Comitato esecutivo della Conferenza Generale (GC) ha approvato il documento «Rispetto e prassi delle azioni dell’Assemblea mondiale e del Comitato esecutivo della Conferenza Generale (CG) con 185 voti a favore e 124 contrari. La decisione è stata presa dopo la proroga votata al Consiglio annuale di ottobre 2017. Lo scopo del documento votato è preservare l’autorità della Chiesa in quanto organizzazione data da Dio e basata sulla Bibbia, e fornire un procedimento di armonizzazione delle entità ecclesiastiche con la denominazione mondiale e le decisioni prese ai più alti livelli rappresentativi: l’Assemblea amministrativa mondiale e il Comitato esecutivo della Conferenza Generale.

Leggi l’articolo: Domande e risposte sul documento votato al Consiglio annuale della Chiesa mondiale.

Il 14 ottobre, oltre 300 componenti del Comitato esecutivo, provenienti da tutto il mondo, insieme a centinaia di invitati e osservatori riuniti nella Kellogg Arena, a Battle Creek, hanno ricevuto informazioni complete, incluse le risposte alle domande formulate su scopo e procedura del documento proposto.

In sintesi, si è visto che:
– Il documento si basa sul contributo di centinaia di leader di tutto il mondo.
– Circa i tre quarti dei dirigenti hanno riferito che si devono prendere provvedimenti nei confronti delle entità che non sono in armonia con le decisioni della Chiesa mondiale.
– Il documento è in piena armonia con lo statuto e il regolamento della Chiesa mondiale e con il working policy (i regolamenti di lavoro) della CG.
– Il documento offre un approccio cristocentrico per dirimere i problemi di non conformità, incoraggiando l’entità più vicina al problema a lavorare per risolverlo.
– Il documento contiene salvaguardie, attentamente predisposte, per proteggere dal «potere regale», dall’autorità centralizzata e da una forma gerarchica nella struttura della Chiesa.

«Le origini del documento provengono da voi. È il vostro documento» ha affermato Ted N.C. Wilson, presidente della Chiesa mondiale, rivolto ai membri del comitato «Il problema è: le organizzazioni sono disposte a rispettare le regole che loro stesse hanno istituito?».

Principi della Commissione per la supervisione dell’unità (Uoc)
Michael Ryan, presidente dell’Uoc, ha delineato i principi operativi e procedurali che hanno animato la commissione:
– Trasparenza, per rendere subito pubbliche tutte le informazioni.
– Ampio apporto, per raccogliere i contributi dei dirigenti della Chiesa, che rappresentano i loro membri.
– Sinteticità, per mantenere il documento semplice e breve.
– Aderenza, per preservare l’armonia con lo statuto e il regolamento della Chiesa mondiale, e il working policy della CG.
– Accettazione, per accettare le azioni dell’assemblea amministrativa mondiale come autorevoli.

Il documento si basa su dati qualitativi e quantitativi raccolti in quattordici riunioni, una in ciascuna Divisione mondiale e nell’Unione del Medio Oriente, con 137 presidenti di Unione e 683 altri dirigenti delle chiese avventiste del mondo. L’ufficio archivi, statistiche e ricerca della Chiesa globale (Astr) ha inviato un sondaggio ai 137 presidenti delle Unioni. Il questionario è stato distribuito in più lingue e ha avuto una partecipazione del 100%.

Risultati del sondaggio
I risultati hanno rivelato che circa il 75% dei presidenti d’Unione ha risposto che era opportuno prendere provvedimenti nei confronti delle entità ecclesiastiche in disarmonia con le decisioni della Chiesa mondiale, ha riferito David Trim, direttore dell’Astr.
In conclusione, Trim ha sottolineato che, mentre il documento proposto non soddisfa i desideri di tutti, vi è stato «consenso su un punto chiave: la non conformità non può essere ignorata e dovrebbe comportare conseguenze per quanto riguarda il modo in cui la nostra Chiesa opera come organizzazione».

Il documento è legale
Dopo la presentazione di Trim, Karnik Doukmetzian, consigliere generale della Conferenza Generale e della Divisione Nordamericana della Chiesa, ha affermato che il documento è in armonia con lo statuto e il regolamento della denominazione.

«Se non si arriva all’adesione delle norme ecclesiastiche [dopo aver seguito la procedura delineata nel documento] … l’organizzazione o il leader possono essere soggetti a una delle tre opzioni disciplinari» ha dichiarato Doukmetzian riassumendo il documento «Monito per l’organizzazione, pubblico rimprovero del leader dell’organizzazione, o l’applicazione della normativa corrente per attuare un allontanamento “per giusta causa”. Nessuna di queste tre opzioni, né il processo delineato, violano lo spirito e il testo dello statuto o regolamento della Conferenza Generale, che abbiamo tutti concordato di rispettare e far funzionare».

Condotta consolidata per i leader
Nella sua presentazione, Hensley Moorooven, segretario della Commissione e sottosegretario della Chiesa mondiale, ha sottolineato che «il rispetto del working policy è un consolidato modello di condotta per i leader avventisti del settimo giorno».

Rivolgendosi ai membri del Comitato esecutivo, ha chiesto: «Cosa tiene unita la Chiesa?». La sottomissione quotidiana allo Spirito Santo. La volontà di continuare a lottare per stare insieme. L’impegno per una missione in tutto il mondo. La normativa, quindi, è il risultato dell’unità, non la causa.

«Possi dirvi» ha affermato Moorooven «che il primo passo per spaccare la chiesa avviene quando un leader decide di andare contro ciò che abbiamo già concordato: non è un documento a dividere la chiesa!».

Ha quindi aggiunto che «il regolamento non tace sull’aspettativa che i dirigenti lavorino in armonia con il contenuto di questo libro (il working policy)».

Dal volume ha poi letto due brani:
«B 15 10 Rispetto delle norme richieste – 1. Il working policy della Conferenza Generale deve essere rigorosamente rispettato da tutte le organizzazioni in ogni parte del mondo. Il lavoro in ogni organizzazione deve essere amministrato in piena armonia con le norme della Conferenza Generale e delle Divisioni.
B 15 15 Dirigenti/amministratori che lavorano in armonia con il regolamento – I dirigenti e gli amministratori devono lavorare in armonia con il working policy della Conferenza Generale. Coloro che mostrano incapacità o riluttanza ad amministrare il proprio lavoro in armonia con il regolamento non dovrebbero continuare a essere eletti dirigenti esecutivi dai loro rispettivi collegi elettorali o consigli/comitati amministrativi».

Moorooven ha continuato a sottolineare che queste norme esistono da decenni. «Il rispetto del working policy è, ed è stato da molto tempo, un modello di condotta per i leader avventisti del settimo giorno, e il documento proposto è fermo su questo principio» ha concluso.

Nel presentare il documento al Comitato esecutivo, Michael Ryan ha dichiarato: «Ciò che viene proposto è un procedimento regolare, attentamente considerato, per affrontare vari tipi di non conformità; un processo che crea filtri e protezioni sia contro l’esercizio arbitrario del potere sia contro la volontà ostinata di disobbedire a ciò che è stato concordato in comune. Nel considerare la proposta, vi chiedo di ricordare che oltre i due terzi dei dirigenti delle unità costituenti della Chiesa mondiale credono che ci debbano essere conseguenze organizzative per quelle Missioni, Federazioni e Unioni che si rifiutano di aderire a quanto i rappresentanti della Chiesa mondiale hanno discusso e deciso insieme».

L’organizzazione della Chiesa è al centro dell’unità tra i credenti del Nuovo Testamento. Senza l’organizzazione della chiesa e la conformità agli accordi reciproci presi nelle Assemblee amministrative mondiali, la Chiesa rischia la frammentazione e una deriva verso il congregazionalismo.

Leggi anche l’articolo: I delegati del Consiglio annuale votano l’adozione del documento di conformità.

Domande e risposte sul documento votato al Consiglio annuale della Chiesa mondiale

Domande e risposte sul documento votato al Consiglio annuale della Chiesa mondiale

 

Maol – Dopo l’approvazione, domenica 14 ottobre, a Battle Creek, del documento «Rispetto e prassi delle azioni dell’Assemblea mondiale e del Comitato esecutivo della Conferenza Generale», sono state poste molte domande sul significato di questo voto e sul suo impatto sulla governance della Chiesa. In questo articolo, il Dipartimento Comunicazioni della Conferenza Generale (CG) risponde ad alcuni quesiti.

Di cosa parla il documento?
«Rispetto e prassi delle azioni dell’Assemblea mondiale e del Comitato esecutivo della Conferenza Generale» tenta di rispondere alla domanda: «Cosa succede quando un’organizzazione avventista agisce in modo contrario alle decisioni prese da tutto il corpo dei credenti durante un’Assemblea mondiale e dal Comitato esecutivo della Conferenza Generale?

Cos’è la policy e perché è importante?
Quando un gruppo di persone o un’organizzazione decide di unirsi in modo organizzato, concorda un insieme di regole o politiche (in inglese: policies) che ogni individuo o gruppo è disposto a rispettare. La forza di un’organizzazione risiede nell’impegno di ciascuna sua parte a rispettare ciò che la maggioranza ha deciso. Un gruppo non può adempiere al suo scopo se una maggioranza si impegna in una lotta continua sulle regole concordate.

In che modo l’attuale working policy (la serie di regolamenti di lavoro) riguarda la non conformità alle norme ecclesiastiche?
Secondo la policy corrente, un’entità che dimostra l’incapacità o la riluttanza ad amministrare il proprio lavoro in armonia con i regolamenti della Chiesa mondiale è soggetta a: 1. l’entità viene declassata allo status di missione; 2. il leader dell’entità viene rimosso dal Comitato esecutivo della Conferenza Generale «per giusta causa»; 3. l’entità viene smantellata e riorganizzata.

Cosa succederà ora che il documento è stato approvato?
Se viene individuata una questione di non conformità alle norme ecclesiastiche, l’organizzazione più vicina all’entità non conforme ha la responsabilità di esaminare la questione. Solo se l’organizzazione locale non è in grado di rendere conforme l’entità, il Comitato amministrativo di Conferenza Generale (Adcom) prenderà in considerazione l’attivazione del relativo comitato per la verifica dell’adesione alle norme ecclesiastiche.

Cosa sono i comitati per la verifica dell’adesione alle norme ecclesiastiche e come funzionano?
I comitati per la conformità sono sottocomitati dell’Adcom e hanno natura consultiva. Come già detto, sono attivati solo dopo che i livelli inferiori di governance (Federazione, Unione e/o Divisione), più vicini all’entità che non aderisce alle norme ecclesiastiche, non sono riusciti a riportare la stessa all’adesione.

Quale autorità hanno i comitati per la verifica dell’adesione?
Questi comitati non hanno autorità. Sono di natura consultiva e riferiscono i risultati all’Adcom della CG. Eventuali conseguenze devono essere approvate dall’Adcom, dal Comitato dei dirigenti della CG e delle Divisioni (Gcdo) e, infine, dal Comitato esecutivo del GC.

Una Divisione della chiesa è un’entità separata dalla Conferenza Generale?
No. Nella Chiesa avventista, sono le Unioni, composte da Federazioni (o, in alcuni casi, da chiese) a costituire la Conferenza Generale. Le Divisioni non sono organizzazioni costituenti separate, ma fanno parte della stessa Conferenza Generale e quindi non possono distaccarsi da essa.

Questo documento è un procedimento autoritario, dall’alto verso il basso?
No. Come in tutta l’amministrazione della Chiesa avventista, riconosce che ogni livello della denominazione ha una certa autorità delegata e incoraggia a risolvere i problemi di non conformità il più vicino possibile alla situazione. Tuttavia, il documento riconosce anche la responsabilità dei livelli superiori della Chiesa nel risolvere la questione se altre entità ecclesiali non sono in grado di intervenire.

Il documento cambia il modo in cui opera la nostra chiesa?
No. Le norme (policies) della Chiesa sono accordi che i leader di tutti i livelli hanno deciso di seguire nel lavorare insieme per il compimento della missione. Nel corso della nostra storia sono sorti problemi, sia sul piano teologico sia su quello organizzativo, circa l’autorità della Chiesa. E Dio ha sempre permesso alla sua Chiesa di superare queste difficoltà e di continuare a prosperare e a crescere.

Sono in ansia per la mia chiesa, cosa posso fare?
Ti consigliamo di leggere il documento. Puoi anche pregare per la tua chiesa e la sua dirigenza. E puoi essere certo che Dio si prenderà cura di ognuno di noi. Tutti concordano sul fatto che ciò che vogliamo è andare avanti come Chiesa unita nel proclamare l’amore di Gesù e il suo imminente ritorno. Non c’è nessuno dei tuoi dirigenti o amministratori che non sia d’accordo con questo. In questo momento, stiamo semplicemente affrontando il problema sul modo migliore per farlo. Chiediamo a ciascuno dei membri di continuare a pregare per noi, mentre proseguiamo la nostra missione di far conoscere Cristo, «studiandovi di conservare l’unità dello Spirito nel vincolo della pace» (Ef 4:3 ND).

Vorrei sapere di più sul documento e su come è stato sviluppato?
Puoi farlo leggendo l’articolo «In armonia con la Chiesa mondiale. Il contesto del documento votato».

 

Delusione per il voto di conformità

Delusione per il voto di conformità

Maol – All’indomani dell’approvazione del documento sulla conformità, votato dal Consiglio annuale della Chiesa mondiale, voci di delusione si sono levate dalla Regione Nordamericana (Nad) e da due grandi Unioni statunitensi, nonché dal presidente dell’Unione svizzera.

Leggi la notizia del voto.

La Nad si rammarica per la decisione di Battle Creek: «Non ha raggiunto il risultato per cui ci eravamo impegnati. Molti di noi provano sgomento, delusione e perfino rabbia».

«Riteniamo che il documento votato» continua la dichiarazione «non segua i valori biblici proclamati dai riformatori protestanti e dai fondatori della Chiesa avventista…». Inoltre, prosegue, «ha reso possibile la centralizzazione del potere e creato un sistema gerarchico di governance».

La dichiarazione della Nad afferma la volontà collaborativa. «Sebbene sia difficile, malgrado il rancore dobbiamo mantenere la nostra fede in Gesù. È lui il nostro Leader e la fiducia in lui illuminerà la nostra via. La missione, l’opera della chiesa, deve andare avanti.

Non sono le norme a tenerci insieme. È lo Spirito di Dio a mantenerci uniti. Vi esortiamo a pregare per la Chiesa. Preghiamo perché lo Spirito Santo possa svolgere la sua opera, permettiamogli di mantenerci uniti. “Non ci scoraggiamo di fare il bene; perché, se non ci stanchiamo, mieteremo a suo tempo” (Ga 6:9)».

Daniel R. Jackson, presidente della Nad, ha voluto anche rassicurare le donne che svolgono il loro ministero nelle comunità avventiste nordamericane. «Il voto … non altera il vostro status. Siete apprezzate e necessarie… Il vostro ministero ha valore inestimabile».

Durante la discussione al consiglio annuale, prima del voto, il decano del Seventh-day Adventist Theological Seminary, Jiří Moskala, aveva così commentato: «Questo documento viola il principio del Sola Scriptura … È la prima volta, nella storia della chiesa, che si puniscono i nostri leader su basi non bibliche».

I dirigenti della Pacific Union Conference (Unione che include sette Federazioni locali e un migliaio di chiese in California, Arizona, Nevada, Utah e Hawaii) hanno dichiarato: «La missione della chiesa è universale, mentre il ministero della chiesa è locale. Siamo risoluti nel nostro continuo impegno a consacrare allo stesso modo donne e uomini. Rimaniamo determinati nel sostegno alle nostre chiese, scuole, Federazioni e a tutti i nostri dipendenti. La Pacific Union Conference afferma e rinnova la propria dedizione al ministero unico che Cristo ci ha dato».

I vertici della Columbia Union Conference (Unione che comprende otto Federazioni locali e circa mille chiese della regione dell’Atlantico centrale) hanno dato voce e condiviso il sentimento di delusione diffuso tra molti membri. Nella loro dichiarazione affermano: «Siamo una parte fedele e leale della Chiesa di Dio e ci sforziamo di vedere la sua mano in questa decisione. Continuiamo a essere preoccupati sulla crescente centralizzazione dell’autorità alla Conferenza Generale e la conseguente supremazia amministrativa. Molti si chiedono cosa succederà dopo. Tra due settimane, il Comitato esecutivo della Divisione Nordamericana discuterà e deciderà come affrontare questo sviluppo. A sua volta, il Comitato esecutivo della Columbia Union Conference si riunirà a metà novembre per valutare come affrontare questa nuova realtà.

Assicuriamo che questo voto non cambia in alcun modo lo status o la chiamata delle donne al ministero come pastore, anziane o a qualsiasi altro ruolo dirigenziale. Rispettiamo molto la collaborazione e il contributo delle donne che servono nella nostra Unione. La missione, i valori e le priorità della nostra Unione sono chiari e continueranno a guidare le nostre decisioni. Continuate a pregare per la guida di Dio in questi tempi turbolenti».

In Europa, il presidente della Chiesa avventista svizzera, Stephan Sigg, ha espresso anche lui delusione per l’adozione del documento, informa l’agenzia stampa Apd. «Mi dispiace che come comunità mondiale abbiamo continuato e consolidato il nostro percorso di centralizzazione” ha affermato Sigg, che al Consiglio annuale, nella discussione precedente al voto, aveva avvertito del pericolo di accentramento «che ostacola e non promuove la missione della chiesa».

La denominazione conta attualmente 21 milioni di membri in tutto il mondo. Tale crescita numerica ha fatto emergere, più che durante l’ultima riforma strutturale del 1901, la domanda su come «vogliamo funzionare e vivere insieme in futuro in quanto comunità multinazionale e multiculturale». Un approccio centralista non servirebbe a «rafforzare la coesione all’interno delle nostre fila», ha dichiarato Sigg.

 

 

 

Raggiungere il mondo. Credere ai suoi profeti

Raggiungere il mondo. Credere ai suoi profeti

Pubblichiamo uno speciale video messaggio del presidente della Chiesa avventista a livello mondiale, pastore Ted Wilson in occasione del Consiglio Annuale della Conferenza Generale tenuto a Battle Creek nel Michigan, USA.

Il video messaggio è stato registrato prima dell’incontro. Abbiamo provveduto a sotto titolarlo per lasciare anche la voce originale in inglese.
Il tema del consiglio è: Raggiungere il mondo. Credere ai suoi profeti.

Il rapporto della tesoreria mondiale sottolinea la responsabilità e la fedeltà nell’uso dei fondi

Il rapporto della tesoreria mondiale sottolinea la responsabilità e la fedeltà nell’uso dei fondi

Maol – La Chiesa avventista prende molto sul serio l’utilizzo dei fondi, ha detto il tesoriere della Conferenza Generale (CG), Juan Prestol-Puesán, nel presentare il suo rapporto il 14 ottobre, al Consiglio annuale di Battle Creek, negli Stati Uniti.

Prestol-Puesán ha riferito che quest’anno la chiesa è stata benedetta con un aumento del 9% della decima proveniente dalla Regione Nordamericana (Nad). Ha anche registrato buoni aumenti anche da altri Paesi del mondo. «Pensiamo che sia il risultato, almeno in parte, di una rinnovata enfasi sulla gestione cristiana della vita promossa dai dirigenti delle chiese », ha affermato, e ciò ha anche contribuito alla salute finanziaria generale della denominazione.

«Il bilancio finanziario mostra un quadro migliore rispetto a un anno fa. Anche se il nostro reddito è leggermente inferiore a causa dei minori rendimenti degli investimenti, le nostre spese sono diminuite e i risultati netti mostrano ancora un numero positivo», ha rivelato.

Ciò è notevole, dal momento che il rafforzamento del dollaro statunitense colpisce i fondi che arrivano da Paesi con altre valute. Ma «il processo di copertura su determinate monete ha ridotto alcuni degli effetti negativi della riduzione del tasso di cambio delle valute principali» ha riferito Prestol-Puesán.

Obiettivi finanziari
Gli obiettivi finanziari dell’attuale amministrazione continuano ad essere chiari, ha detto il tesoriere. Esse comprendono il pareggio di bilancio, il mantenimento di livelli adeguati di liquidità e di un capitale di esercizio per onorare gli obblighi del campo mondiale e fornire un significativo servizio di supporto alle regioni e ai programmi che interagiscono con la CG.

Altri obiettivi riguardano gli stanziamenti continui per l’efficienza operativa (nell’ambito del programma di ridistribuzione degli spazi nella sede della GC) e il mantenimento di un elevato livello di formazione per i tesorieri di tutto il mondo. Prestol-Puesán si è inoltre impegnato a continuare a lavorare in collaborazione con altri dipartimenti, per migliorare ancora di più l’efficienza.

Il tesoriere associato, Ray Wahlen, ha presentato quattro punti raccomandati dal Comitato per la pianificazione strategica e il bilancio. Tra questi, ha sottolineato che per il secondo anno consecutivo, il budget operativo interno della CG è stato tenuto sotto il tetto del 2%. Infatti, il 2% della decima globale è il limite dei costi di gestione della sede mondiale della Chiesa, inclusi gli stipendi e le relative spese. Wahlen ha anche ricordato che dal 2016 il Comitato esecutivo del GC ha votato di ridurre la percentuale di decima che arriva dalla Regione Nordamericana (Nad). Le Regioni della Chiesa inviano il 2% delle loro decime alla CG, mentre la Nad ha contribuito con il 6,35% nel 2018 ma continuerà a ridurre tale contributo a 5,85 entro il 2020, come previsto dal regolamento del GC. Wahlen ha poi detto: «Ringraziamo il Signore perché non abbiamo avuto bisogno di usare i fondi di riserva nel 2017, e prevediamo la medesima cosa nel 2018».

Rapporto di responsabilità
Un’altra importante raccomandazione contenuta nella relazione finanziaria riguardava il rafforzamento continuo della responsabilità circa l’uso della decima. «Per regolamento, tutte le entità basate sulla decima della chiesa devono preparare una relazione strutturata sull’utilizzo della decima sia per la loro organizzazione sia per le entità di riferimento» ha spiegato Wahlen. La CG e le 13 Regioni della Chiesa nel mondo hanno già completato i loro rapporti e si prevede che entro il 2019 le Unioni, le Federazioni e le Missioni possano completare il procedimento. «Tutti i livelli della chiesa devono iniziare a presentare un rapporto su base annuale» ha sottolineato.

Una raccomandazione finale ha riguardato l’utilizzo e l’assegnazione dell’offerta dell’Assemblea mondiale 2020, con riferimento a un punto all’ordine del giorno del Consiglio annuale, che raccomandava: «Designare [l’offerta speciale] per il progetto “Un anno in missione”». Dettagliate linee guida sull’uso dei fondi saranno preparate dai Ministeri per la Gioventù della Chiesa mondiale, con suggerimenti della presidenza, della segreteria e della tesoreria.

Commenti dei presenti
Diversi membri del Comitato esecutivo si sono avvicinati ai microfoni, posizionati strategicamente nella sala, soprattutto per ringraziare Prestol-Puesán per i chiarimenti forniti. «Desidero ringraziare per le spiegazioni sull’uso della decima» ha detto il tesoriere della Regione Interamericana, Filiberto Verduzco, riassumendo il sentimento generale di molti leader della chiesa.

Ulteriori chiarimenti sono stati chiesti dal presidente dell’Unione norvegese, Victor Marley, sull’impegno che il Comitato di gestione degli investimenti del GC ha preso all’inizio di quest’anno per assicurare che nessun fondo della chiesa venga investito in società che producono armi o che sono collegate ad esse. Prestol-Puesán ha assicurato: «Sì, siamo usciti completamente da qualsiasi investimento sospetto, anche se non vi è modo di conoscere tutti i dettagli di ogni impresa in cui investiamo. Ma è necessaria una supervisione costante».

Dio provvederà
Nel riflettere sulle sfide della gestione finanziaria dei fondi della chiesa, Prestol-Puesán ha citato una dichiarazione di Ellen G. White che ha scritto: «Il nostro Padre in cielo ha mille modi per provvedere a noi, di cui non sappiamo nulla» – Special Testimonies, January 7, 1886, par. 9.

Ha quindi concluso ringraziando i numerosi leader e tesorieri di tutto il mondo che facilitano il lavoro della chiesa e ha ricordato di mantenere incrollabile la fiducia nella guida di Dio. «Il Signore [combatterà] la battaglia per noi» ha detto.

 

[Foto Brent Hardinge. Fonte Adventist News Network]

 

Domande e risposte sul documento votato al Consiglio annuale della Chiesa mondiale

La «decima straordinaria» continua a finanziare la missione

Maol – «La decima è sacra e non la trattiamo in modo superficiale»». Juan Prestol-Puesán, tesoriere della Chiesa avventista mondiale, ha commentato così un aggiornamento per il Comitato esecutivo della Conferenza Generale (CG) sull’utilizzo di una grossa decima iniziata ad arrivare nel 2007.

Un impegno inaspettato
Nel suo rapporto, il tesoriere ha ripercorso brevemente la storia di questa «decima straordinaria», termine usato per designare una somma di considerevoli dimensioni restituita in circostanze particolari. In questo caso, all’inizio del 2007, una famiglia avventista aveva informato i dirigenti della chiesa della sua intenzione di vendere le proprie attività internazionali. La famiglia si era impegnata a restituire fedelmente la decima sui profitti della vendita nel momento in cui sarebbero stati realizzati.

«L’importo era straordinariamente grande» ha spiegato Prestol-Puesán. Vi fu un’ampia consultazione su dove restituire la decima. I dirigenti delle locali Federazione e Unione, della Chiesa in America del nord e della Chiesa mondiale furono contattati per discutere l’approccio migliore per ricevere questi fondi.

Vi fu consenso che quella decima fosse restituita direttamente alla CG. Due fattori principali portarono alla decisione. In primo luogo, tutte le parti furono concordi sul fatto che una tale grossa decima avrebbe completamente stravolto la Federazione locale. Secondo il regolamento della Chiesa, la decima può essere utilizzata solo per determinati scopi del ministero. Una grande organizzazione che opera su scala globale, argomentarono, avrebbe potuto utilizzare i fondi in modo più efficace e appropriato.

Il secondo fattore fu la portata internazionale dell’azienda venduta. «Gli affari erano di natura multinazionale, i fondi provenivano da più aree geografiche e quindi comprendevano più regioni del mondo» ha spiegato Prestol-Puesán «Si è ritenuto che la CG, piuttosto che la Federazione locale, fosse nella posizione migliore per amministrare questi soldi».

Circostanze uniche
L’opinione generale della dirigenza della chiesa era di chiedere al Comitato esecutivo della CG, nella riunione del Consiglio di fine anno, una variazione dei regolamenti di distribuzione, che stabiliscono che la decima sia trasferita da una chiesa locale a una Federazione. Da lì, porzioni vengono inviate all’Unione di riferimento, alla Divisione e infine alla Conferenza Generale.

«La questione è stata presentata al Comitato esecutivo della CG nel Consiglio annuale di ottobre 2007» ha ricordato Prestol-Puesán «La variazione è stata votata, dopo di che la tesoreria della CG è stata autorizzata a ricevere i fondi della decima». Nella storia della Chiesa, è stata l’unica variazione votata sulla ricezione della decima.

Il tesoriere ha poi presentato, nel suo rapporto al Consiglio annuale di quest’anno, una serie di azioni che ha confermato la variazione del regolamento, pur mantenendo informati i dirigenti e i delegati della Chiesa. Nel 2008, il Consiglio di primavera ha confermato la decisione, ha dichiarato Prestol-Puesán.

Inoltre, è stato istituito un fondo operativo separato per queste somme e, ogni mese, relazioni dettagliate sono state messe a disposizione di tutti i membri del Comitato esecutivo della CG. Infine, un relazione  dettagliata sull’attività del fondo è stata votata dai delegati nell’ambito del rapporto finanziario sia all’Assemblea mondiale del 2010 sia a quella del 2015.

Distribuzione globale
Nell’arco di dieci anni (2007-2017), la famiglia ha continuato a restituire le decime generate dalla vendita in corso dei beni aziendali. I fondi sono stati ricevuti dalla tesoreria della CG e molti sono stati utilizzati in varie parti del mondo per attività e progetti, nonché per le iniziative della stessa CG. L’assegnazione è stata gestita in coordinamento con le Divisioni e in risposta alle diverse proposte di progetti missionari. Prestol-Puesán ha chiarito che tali fondi non sono stati utilizzati per la gestione della CG né di qualsiasi altra entità.

Il tesoriere ha anche riferito che la quota più recente dei fondi è arrivata alla fine del 2017. Poiché dal 2015 la famiglia non aveva più inviato somme della decima, è stata chiesta la fonte. In una lettera, la famiglia ha confermato che si trattava della decima dei rimanenti beni venduti alla fine dell’estate 2017.

Prestol-Puesán ha concluso sottolineando l’impegno nel vigilare diligentemente sull’uso della decima. «Vogliamo rassicurare la Chiesa che la ragione per cui questa materia è critica è perché trattiamo con attenzione le decime. Prestiamo massima attenzione nell’utilizzarla nel modo più rispettoso e appropriato».

[Foto credit: Brent Hardinge. Fonte: Adventist News Network]

I delegati del Consiglio annuale votano l’adozione del documento di conformità

I delegati del Consiglio annuale votano l’adozione del documento di conformità

Maol – Dopo più di cinque ore di presentazioni e discussione, i delegati del Consiglio annuale della Chiesa mondiale hanno approvato una raccomandazione del Comitato di supervisione sull’unità della chiesa (Uoc). Con 185 voti a favore, 124 contrari e 2 astenuti, è stato approvato il documento «Regard for and Practice of General Conference Session and General Conference Executive Committee Actions» (Rispetto e prassi delle azioni dell’Assemblea mondiale e del Comitato esecutivo della Conferenza Generale). La decisione è stata presa dopo la proroga votata dal Comitato esecutivo della Conferenza Generale nella riunione di ottobre 2017. Tale azione si riferiva a una precedente proposta, presentata nel 2017 dallo stesso Uoc, rimandata indietro per ulteriori studi.

Il documento votato
Il documento delinea la procedura per affrontare le questioni di non conformità all’interno della Chiesa avventista. In sintesi, il procedimento inizia con l’inosservanza percepita e riportata al livello amministrativo della Chiesa più vicino al problema. Il documento sottolinea la necessità di una «giusta preocedura cristiana» che includa preghiera, dialogo e «un clima di sostegno». Come parte del processo, all’entità non conforme verrà chiesto di fornire prove di conformità o di un piano per «realizzare una conformità duratura».

Se non si raggiunge alcuna risoluzione ai livelli amministrativi più vicini, il Comitato amministrativo della Conferenza Generale (Adcom) può sottoporre la questione a uno dei cinque comitati consultivi. Questi comitati, denominati «Comitati per la conformità», erano stati precedentemente approvati dall’Adcom.

Dopo aver studiato la questione, il Comitato per la conformità può formulare raccomandazioni all’Adcom per provvedimenti disciplinari. L’Adcom può quindi riferire le raccomandazioni al Gcdo e al Comitato esecutivo. Il documento successivo delineerà una procedura di appello e misure disciplinari.

Queste misure disciplinari possono essere votate solo dal Comitato esecutivo e possono includere avvertimenti ufficiali e rimproveri pubblici. In caso di persistente non conformità, è consentita la rimozione da membro del Comitato esecutivo con un voto che abbia la maggioranza di due terzi, secondo lo statuto della Conferenza Generale.

La discussione
Nella sessione pomeridiana, Ted N.C. Wilson, presidente della Chiesa avventista mondiale, ha ricordato ai partecipanti che «le origini del documento provengono da voi. È il vostro documento. È nelle vostre mani. Non è il mio documento».

Wilson ha chiarito che non ci sono state raccomandazioni da parte dei Comitati per la conformità, in occasione del presente incontro annuale del Consiglio. Il presidente ha poi chiesto a tutti di partecipare con uno «spirito dolce e un comportamento cristiano. Vogliamo un’impostazione molto aperta. Vogliamo andare avanti con uno spirito aperto e gentile. Siamo qui per fare la volontà del Signore».

Michael Ryan, presidente dell’Uoc, ha ricordato la storia del documento e introdotto le presentazioni di David Trim, direttore dell’Ufficio archivi, statistiche e ricerche; di Karnik Doukmetzian, consigliere principale della Chiesa; e di Hensley Moorooven, sottosegretario della Chiesa mondiale. Ryan ha presentato l’adozione del documento e Moorooven ha successivamente letto il documento ad alta voce.

Settantuno delegati e invitati si sono messi in fila davanti a cinque microfoni, per esprimere le loro osservazioni sul documento proposto.

«Questo pomeriggio viviamo la chiesa nella sua forma migliore», ha dichiarato Mark Finley, noto evangelista e vicepresidente emerito della Chiesa mondiale “È salutare per una chiesa quando i leader parlano apertamente e onestamente. Ciò che vedo oggi è una chiesa che lotta con un problema».

Finley ha continuato a parlare a favore del documento, affermando che esso «non porta o promuove il potere regale, anzi offre salvaguardie contro di esso». Ha affermato il ruolo della policy in una chiesa unita: «Le normative sono accordi reciproci, ma regolano le nostre azioni come leader della chiesa, e prego che la appoggeremo insieme».

«La Chiesa avventista non fallirà» ha affermato Dan Jackson, presidente della Divisione Nordamericana «Dio condurrà la sua chiesa a una conclusione gloriosa». Jackson, tuttavia, ha ammonito circa l’approvazione del documento: «Credo che l’adozione di questo documento cambierà i rapporti all’interno della chiesa. È in contrasto con i pionieri e si traduce in pratiche commerciali. L’atmosfera di questo documento non unirà. I membri della Divisione Nordamericana sentiranno di essere stati spinti verso i margini della chiesa».

«La fede senza libertà è solo una catena, un fiore senza colore», ha detto Tamas Ocsai, presidente della Chiesa avventista in Ungheria «La libertà di coscienza è importante per gli avventisti. La mia grande preoccupazione è: ”Vogliamo davvero usare questo documento per ferire l’unità della nostra amata famiglia ecclesiale?”».

«Sono favorevole a questo documento» ha affermato Esther Abayo, della Divisione Africa centro-orientale «Tutti noi crediamo che la conformità sia necessaria, l’unica paura xecondo me è che le persone temono le conseguenze derivanti dalla non conformità».

«Penso che la maggior parte delle persone nelle chiese locali stiano pensando di più all’avanzamento e all’adempimento della missione» ha proposto Adan Ramos Lagos della Divisione Interamericana «Credo che abbiamo abbastanza regolamenti e dovremmo rispettarli».

«Avremo più successo nella missione e il nostro rapporto sarà molto più profondo perché qui abbiamo imparato a capirci, nonostante le differenze di opinioni», ha aggiunto Mikhail Kaminskiy, presidente della Divisione Euro-Asia.

Mario Ceballos, direttore dei Ministeri della cappellania presso la Chiesa mondiale, ultimo delegato a parlare, ha offerto una prospettiva pastorale: «La più grande prova di fede è quando non ottieni quello che vuoi, ma sei ancora capace di dire “Grazie, Signore”».

Osservazioni conclusive
Wilson ha espresso apprezzamento ai membri del Comitato esecutivo per lo spirito positivo manifestato durante il pomeriggio. «Sono straordinariamente impressionato dalla vostra pazienza. Voglio anche esprimere il mio profondo apprezzamento a voi, come gruppo, per il modo in cui avete parlato. Questo dice tutto».

«Quando partiremo da qui, stasera» ha concluso Wilson «restiamo uniti nel portare luce a tutti coloro che ancora non sanno dell’imminente ritorno di Gesù».

[Foto: Adventist News Network]

Il ricordo dei missionari pionieri ha aperto il Consiglio annuale della chiesa mondiale a Battle Creek

Il ricordo dei missionari pionieri ha aperto il Consiglio annuale della chiesa mondiale a Battle Creek

Maol – I missionari avventisti del settimo giorno che si recarono nei campi di missione all’estero, all’inizio del XX secolo, sapevano che non sarebbero tornati vivi, ma furono felici di dare tutto ciò che avevano, anche la vita, per condividere Gesù in terre lontane. È stato questo il succo della presentazione di apertura del Consiglio di fine anno della Chiesa avventista mondiale, iniziato a Battle Creek, negli Stati Uniti, l’11 ottobre.

David Trim, direttore dell’Ufficio Archivi, Statistiche e Ricerche (Astr), ha evidenziato l’impegno di centinaia di missionari avventisti pionieri, per lo più giovani, che attraversarono l’oceano per diffondere il vangelo all’estero.

Un caldo benvenuto
L’incontro si è tenuto sotto una «grande tenda», nello storico villaggio avventista di Battle Creek, dove centinaia di membri e invitati del Comitato esecutivo, provenienti da tutto il mondo, si sono incontrati. La location, per certi aspetti, ricordava i primi raduni degli avventisti del settimo giorno avvenuti tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo.

Molti dei partecipanti, uomini e donne, hanno accettato l’invito di indossare costumi d’epoca, e decine di membri del Comitato Esecutivo hanno anche lasciato crescere la barba per settimane o mesi. L’allestimento scenico includeva mobili storici, come il pulpito utilizzato varie volte da Ellen G. White quando predicava a Battle Creek oltre un secolo fa. Anche gli inni scelti per il fine settimana sono stati scritti tra il 1852 e il 1902, alcuni sono ancora presenti nell’innario avventista in inglese «Adventist Hymnal».

I dirigenti della Chiesa hanno dato il benvenuto ai delegati e presentato il sindaco di Battle Creek, Mark Behnke. Il primo cittadino ha letto una risoluzione del Consiglio comunale che dichiara l’11 ottobre 2018 «Adventist Day» a Battle Creek. «Gli avventisti del settimo giorno sono stati una parte fondamentale della storia di Battle Creek per più di 150 anni», ha affermato «Vi diamo il benvenuto e festeggiamo la decisione di riunirvi nella nostra città».

Persone che hanno dato tutto
Trim ha dedicato gran parte del su intervento ad alcuni dei missionari avventisti meno conosciuti, molti dei quali persero la vita per febbre tifoide, tubercolosi, malaria e morsi di serpenti. Molti di questi missionari, per lo più giovani, persero la vita pochi mesi dopo essere arrivati nel campo di missione.

«All’inizio del XX secolo, l’aspettativa di vita dei missionari in Africa era di soli 24 mesi» ha affermato Trim «Eppure, saperlo non ha impedito a questi giovani di andare in Africa, nei Caraibi, in Sudamerica, nel Pacifico del sud e in Asia meridionale, dove potevano anche aspettarsi di morire prematuramente».

Se confrontato con il numero complessivo di occidentali residenti in India in quel periodo, il bilancio dei missionari avventisti era sbalorditivo, ha asserito Trim. «Mentre gli occidentali in India avevano una media di 25 morti su 1.000, le statistiche mostrano che sono morti 83 missionari avventisti su 1.000». Pur se diverse ragioni spiegano questo alto numero, tra cui la tendenza dei primi missionari al superlavoro, avevano un altro «svantaggio».

I residenti delle «potenze coloniali vivevano isolati dalle popolazioni indigene e facevano di tutto per rimanere separati» ha spiegato Trim «I missionari avventisti, al contrario, si mescolavano con le persone e si occupavano delle necessità dei nativi là dove vivevano. Molti missionari contrassero malattie mortali dopo aver assistito persone affette da quella patologia».

Saluti strazianti
Le lettere e i resoconti dell’epoca rivelano quanto sia stato difficile e straziante per i missionari dare l’ultimo saluto ai mariti, alle mogli e ai figli morti nei campi di missione. Nel 1918, Hubert e Pearl Tolhurst, ad esempio, partirono dall’Australia per essere missionari in Cina, ma Pearl si ammalò e morì, a soli 28 anni, in un avamposto isolato della missione. Uno degli amici di suo marito ricordò in seguito la sua scomparsa: «Da solo, Hubert lavò il corpo di sua moglie e lo vestì; da solo scavò la fossa, tenne il funerale e la seppellì».

Emma Wakeham era missionaria da qualche tempo in Egitto, a fianco del marito, quando si ammalò gravemente. Per cercare guarigione, i Wakeham intrapresero un lungo viaggio verso Liverpool, in Inghilterra. Durante la navigazione Emma morì. Nel raccontare l’evento, suo marito riferì: «Con il cuore triste e addolorato, ma sostenuto dalla beata speranza, abbiamo affidato il suo corpo nelle braccia del vecchio oceano, fiduciosi che, anche se nessuna lapide segnerà il luogo in cui riposa, non sarà dimenticata quando colui che dona la vita chiamerà i santi che dormono».

Un altro missionario riferì della morte e della sepoltura di Edith Bruce, un’infermiera missionaria tra le montagne dell’Himalaya, nel 1920. «La seppellimmo sul tranquillo pendio ai piedi delle possenti Himalaya, finché queste antiche montagne non risplenderanno del bagliore del mattino luminoso quando Gesù verrà per riscattare dalla tomba i santi la cui morte è così preziosa ai suoi occhi, e il cui ultimo luogo di riposo ha segnato con tanta tenerezza».

Impegnati fino alla fine
Una delle caratteristiche sorprendenti delle lettere e dei resoconti dei missionari deceduti è l’impegno per la missione fino alla fine. «Non erano preoccupati di perdere la vita; temevano che il loro decesso avrebbe dissuaso gli altri dal seguire le loro orme».

Trim ha parlato, ad esempio, di Albert Fischer e di sua moglie Ina, giovani missionari a Porto Rico. Meno di sei mesi dopo il loro arrivo ne Paese, Albert si ammalò e, alla fine, morì. Un altro missionario, A. J. Haysmer, scrisse negli Stati Uniti, affermando che nei suoi ultimi giorni, Albert «temeva che molti pensassero che lui e sua moglie avevano commesso un errore nel venire in questo campo». Fischer aveva chiesto a Haysmer di sottolineare che era stato il Signore a mandarli e non rimpiangevano la decisione presa. Infatti, riportò Haysmer, Fischer era convinto che «se il Signore avesse dovuto chiamarlo al riposo, era felice di essere trovato al suo posto di servizio».

Un altro missionario, Charles Enoch, morì poco dopo il suo arrivo a Trinidad nel 1907. Qualche tempo dopo, suo fratello George riferì: «Sono grato che sia morto al suo posto di servizio… Non abbiamo rimpianti, ma prendiamo questo lutto come un ulteriore modo per legare le nostre vite all’altare dell’impegno missionario».

Trim ha infine evidenziato che prima e dopo simili resoconti, i missionari avventisti – molti dei quali si erano appena sposati – hanno continuato a lasciare le comodità della loro vita occidentale per viaggiare con gioia verso le missioni all’estero. Un caso tipico fu quello di Fred e Katie Brown, partiti da Battle Creek nel 1899, alla volta dell’India.

«Mentre il treno procedeva per la sua strada» scrivevano «avevamo gioia nel cuore … perché portavamo il messaggio del terzo angelo in quell’antica terra. Voglia Dio fare in modo che in molti possano conoscere la verità e pentirsi, prima che sia troppo tardi».

[Foto: Henry Stober, Adventist News Network]

 

 

Messaggio di buon anno del presidente della chiesa mondiale

Messaggio di buon anno del presidente della chiesa mondiale


Ann/Maol
Pubblichiamo il messaggio di augurio che Ted N. C. Wilson, presidente della Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno mondiale, ha rivolto a tutti i membri alla fine del 2017.

Un altro anno volge al termine e vorrei inviare i miei più calorosi saluti alla famiglia della chiesa avventista in tutto il mondo, ma anche riflettere su questo momento unico, in cui il vecchio anno è alle spalle ed entriamo nel nuovo.

Certo, abbiamo potuto tutti vedere che la vita su questa terra è spesso un misto di bene e non bene, di gioia e tristezza, di trionfo e, a volte, tragedia. Noi che amiamo il Signore e lo seguiamo abbiamo, tuttavia, la meravigliosa promessa della sua continua presenza nell’affrontare ogni evento. Egli dice: «Non ti lascerò e non ti abbandonerò» (Eb 13:5). Inoltre, ci ha donato la beata speranza del suo imminente ritorno e di un’eternità piena di gioia e felicità (cfr. Ap 21:4).

Nondimeno, alla fine del vecchio anno, è bene riflettere sui bei tempi trascorsi, ricordare le lezioni apprese nei momenti più difficili, chiarire ogni malinteso con gli altri, offrire e ricevere perdono e poi archiviare il vecchio anno nel passato, mentre ci incamminiamo verso il futuro. La Bibbia dice: «… non ritengo di averlo già afferrato; ma una cosa faccio: dimenticando le cose che stanno dietro e protendendomi verso quelle che stanno davanti, corro verso la mèta per ottenere il premio della celeste vocazione di Dio in Cristo Gesù» (Fl 3:13-14).

Altri buoni consigli su questo punto si trovano nella Lettera agli Ebrei: «… deponiamo ogni peso e il peccato che così facilmente ci avvolge, e corriamo con perseveranza la gara che ci è proposta, fissando lo sguardo su Gesù, colui che crea la fede e la rende perfetta. Per la gioia che gli era posta dinanzi egli sopportò la croce, disprezzando l’infamia, e si è seduto alla destra del trono di Dio» (12:1,2).

Questi testi biblici sono ricchi di significato per il 2018. Entrambi indicano Gesù, l’autore e il perfezionatore della nostra fede. È guardando a lui che siamo in grado di mettere da parte ogni peso, lasciare il passato alle spalle e andare avanti con fiducia e perseveranza. E nulla lo illustra più chiaramente del bellissimo servizio nel santuario, delineato in modo molto chiaro nella Lettera agli Ebrei, in cui Cristo è raffigurato come il nostro «sommo sacerdote dei beni futuri, egli, attraverso un tabernacolo più grande e più perfetto, non fatto da mano d’uomo… è entrato una volta per sempre nel luogo santissimo, non con sangue di capri e di vitelli, ma con il proprio sangue. Così ci ha acquistato una redenzione eterna. Infatti, se il sangue di capri, di tori e la cenere di una giovenca sparsa su quelli che sono contaminati, li santificano, in modo da procurare la purezza della carne, quanto più il sangue di Cristo, che mediante lo Spirito eterno offrì se stesso puro di ogni colpa a Dio, purificherà la nostra coscienza dalle opere morte per servire il Dio vivente!» (9:11-14).

Il messaggio del santuario è centrale per comprendere la nostra relazione con il Signore. Ci ricorda che dobbiamo tutto a Cristo. Egli è il nostro sacrificio, il nostro sacerdote, il nostro Redentore che viene.

Il santuario mostra la potenza salvifica di Dio e ci ricorda ciò che Cristo ha fatto per noi nel passato e ciò che fa per noi ora. Pentimento, perdono, risveglio, nuovo inizio, testimonianza, missione, ognuna di queste cose è presente nel servizio del santuario. Se lo studiamo riceveremo informazioni preziose.

Nel libro Il gran conflitto leggiamo: «Le ore più preziose invece di dedicarle ai piaceri, al lusso o alla ricerca del guadagno, dovrebbero essere consacrate alla preghiera e allo studio costante della Parola di verità. Il popolo di Dio dovrebbe comprendere chiaramente il soggetto del santuario e del giudizio investigativo. Tutti hanno bisogno di conoscere personalmente la posizione e l’opera del loro grande Sommo Sacerdote. Diversamente, non potranno esercitare quella fede indispensabile per la nostra epoca od occupare la posizione loro assegnata da Dio… Il santuario del cielo è il centro dell’opera di Cristo in favore degli uomini» (p. 488 dell’edizione inglese).

Nell’iniziare il nuovo anno, è importante avere un’immagine nuova di chi siamo e in quale fase della storia viviamo. Il 2017 ha portato molteplici aree di cambiamento in tutto il mondo e realizzazioni straordinarie della profezia biblica. Mentre ci incamminiamo nel 2018, confidiamo completamente nel Signore e permettiamo alla sua fedele potenza di controllare i nostri pensieri e le nostre azioni, perché ci guidi nella testimonianza verso gli altri, in questo tempo cruciale.

Possa il Signore benedirvi, fortificarvi e incoraggiarvi nel nuovo anno iniziato insieme con lui. Maranatha!

(Foto: Getty Images)

 

Continua il dialogo su unità e riconciliazione

Continua il dialogo su unità e riconciliazione


Ann/Maol
– Dopo circa sei ore di discussione e dibattito, durante il Consiglio annuale a Silver Spring, la maggioranza dei membri del Comitato esecutivo della Conferenza generale (CG) ha votato di rimandare il documento sulle procedure per la riconciliazione e la governance nella Chiesa – Fase 2, alla Commissione che supervisiona l’unità nella missione, per un’ulteriore revisione.

Il documento delinea la seconda fase di un procedimento di riconciliazione votato durante il Consiglio annuale dello scorso anno, che ha cercato di avviare procedure standard per mantenere l’unità della chiesa in casi di non conformità. Gli ambiti affrontati comprendono credenze fondamentali, azioni votate o politiche di lavoro della chiesa. La fase 1, votata al Consiglio annuale del 2016, cercava di offrire un approccio «pastorale», che favoriva il dialogo e una maggiore comprensione tra i partecipanti.

Il documento della fase 2 sottolinea l’impegno del Comitato esecutivo di «preservare la governance e la struttura organizzativa della Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno a tutti i livelli» nel contesto «della pazienza divina, della carità cristiana e della grazia redentrice». I paragrafi introduttivi evidenziano anche un impegno da parte del Comitato esecutivo «al continuo processo di tolleranza e di discussione» che offre «tempo supplementare per trovare soluzioni».

«Credo che la chiesa sia stata paziente», ha affermato Ted Wilson, presidente della chiesa mondiale, durante la giornata di discussione, «Il nostro scopo è quello di redimere. Ma dobbiamo rispettare ciò che vota la chiesa mondiale».

Diversi sono stati i commenti a favore o contro il documento fase 2, espressi da dirigenti e dai membri laici di tutto il mondo, che hanno parlato apertamente e a volte in modo appassionato.

Alcuni hanno invitato il Comitato ad approvare il documento e andare avanti; altri hanno chiesto di rinviare il documento alla commissione per essere risistemato. Questi interventi hanno sollevato questioni sulla costituzionalità di alcuni segmenti del documento. Altri ancora hanno chiesto un modo migliore di esprimere i concetti nel documento.

Una cosa era chiara: nonostante le forti convinzioni su entrambi i versanti della questione, nessuno ha suggerito una divisione all’interno della chiesa avventista. «Voglio rassicurare i presenti», ha affermato Dan Jackson, presidente della Divisione nordamericana, «Non abbiamo assolutamente nessuna intenzione di creare divisioni nella chiesa e formare una nostra chiesa in America del nord. Non andremo via da qui. Ci siamo impegnati nell’opera di questa chiesa in America e in tutto il mondo».

 

 

Chiesa mondiale. I membri aumentano ma le sfide rimangono

Chiesa mondiale. I membri aumentano ma le sfide rimangono


ARnews/Maol
– Il numero di avventisti nel mondo cresce a ritmo sostenuto, ha dichiarato David Trim, direttore dell’Ufficio archivi, statistiche e ricerca (Astr), l’8 ottobre, durante il Consiglio annuale del Comitato esecutivo, a Silver Spring (Maryland), negli Stati Uniti. Trim ha tenuto il primo intervento del rapporto della segreteria mondiale della Chiesa.

Secondo i dati raccolti, al 30 giugno 2017 gli avventisti battezzati nel mondo sono 20.343.814. Trim ha spiegato che l’aumento include anche a un rallentamento del controllo (auditing process) del numero effettivo dei membri, dopo diversi anni di costante applicazione in molte regioni del mondo. Tale processo deve continuare, perché «conoscere i numeri reali ci aiuta a essere buoni amministratori e ci aiuta nella nostra pianificazione strategica», ha affermato Trim. L’auditing dei membri «è uno strumento vitale nel ministero pastorale». Dal rapporti risulta che anche il numero dei decessi è diminuito.

Resta alto invece il tasso di fuoriuscita dei membri: 39%, vale a dire 2 ogni 5 nuovi avventisti. «Voglio ricordare che i membri solitamente non vanno via dalla chiesa a causa delle differenze teologiche, ma perché attraversano una crisi nella loro vita o incontrano problemi nella comunità ecclesiale», ha affermato Trim, «Si possono sentire non accolti, trascurati, senza importanza e, dopo pochi anni, semplicemente si perdono per strada».

Nonostante ciò, cresce il numero totale dei membri poiché in molti luoghi del mondo si sperimenta un buon successo missionario. «Ogni 23 secondi una persona viene battezzata nella Chiesa cristiana avventista», ha dichiarato Trim, «Negli gli ultimi due anni ci sono stati più di 3.000 battesimi al giorno». Aumenta anche il numero di nuove chiese, uno dei migliori indicatori per alimentare una crescita costante.

Secondo le statistiche, nel 1991 c’era un avventista ogni 758 abitanti nel mondo; nel 2016 si è arrivati a un membro ogni 371 persone. Per dirla in un altro modo, nel 1991 c’erano 13 membri ogni 10.000 abitanti, attualmente sono saliti a 27. «Un numero più che raddoppiato in un quarto di secolo», ha affermato Trim.

Rimane grande la sfida nella zona del mondo conosciuta come «Finestra 10/40», una regione geografica composta da 69 nazioni i cui abitanti sono per la maggior parte non cristiani. «Circa il 40% della popolazione mondiale vive in quest’area, ma sono meno di 3 milioni gli avventisti», ha sottolineato Trim, «Vuol dire che ci sono solo 10 membri ogni 10.000 abitanti».

Il direttore dell’Ufficio archivi e statistiche ha concluso il suo intervento ricordando al Comitato esecutivo che tutti questi dati sono sempre un mezzo, non un fine in sé. «Ci aiutano a capire come agiamo e dove andare», ha affermato Trim, «Ma se usiamo i numeri per definirci, ci nuoceranno».

La missione nel mondo
Il direttore di Missione avventista, Gary Krause, è salito sul palco dopo Trim per presentare il suo rapporto «Mission Landscape 2017». I missionari che servono in regioni diverse dalla loro sono attualmente 814 adulti e le loro famiglie. Il maggior numero parte dall’America del nord per recarsi in un’altra regione della chiesa. Un progetto per inviare dentisti e medici in tutto il mondo comprende al momento 62 missionari già in servizio e altri 31 in preparazione.

Sotto l’ombrello di Missione avventista vi è anche l’Istituto di Missione mondiale (Iwm), che prevede la formazione transculturale dei missionari che operano all’estero. L’Iwm offre inoltre formazione ai missionari che ritornano nei loro Paesi d’origine e progetta un workshop transculturale e un viaggio per i bambini missionari nel 2018.

Il Servizio volontario avventista, che fa sempre parte di Missione avventista, ha inviato 1.200 volontari in diverse Divisioni; di essi, 411 sono partiti dalla Divisione nordamericana e 270 da quella sudamericana, le due regioni leader nel collocare volontari internazionali. Missione avventista crea anche consapevolezza della missione, nonché risorse che possono essere scaricate in molte lingue diverse.

I pionieri di Missione globale, che lavorano per far nascere nuove chiese in aree spesso isolate dove manca la presenza avventista, sono complessivamente oltre 2.000 in 130 Paesi, ha dichiarato Krause. Lo scorso anno, il suo ufficio ha assegnato 2,3 milioni di dollari a 687 progetti per la nascita di nuove chiese in tutto il mondo. Inoltre si usano i metodi migliori e le moderne tecnologie per servire meglio le persone.

«Grazie a un nuovo sistema di priorità strategica per Missione globale, che mappa le aree mondiali con maggiore bisogno in termini di presenza avventista, saremo in grado di premiare progetti in città e aree dove la priorità è alta», ha spiegato.

Parte di questi progetti prevedono l’apertura di Centri di speranza, così i membri delle chiese locali e i missionari possono servire la comunità circostante, offrendo vari servizi. «L’anno scorso abbiamo assegnato 5,5 milioni di dollari ai Centri di speranza», ha aggiunto, «E le richieste sono aumentate». Molti di questi centri sono già funzionanti in vari continenti e altri sono in fase di realizzazione.

Lezioni dalla storia
L’ultima parte del rapporto della segreteria, ha dato la parola al segretario esecutivo della Chiesa mondiale, G. T. Ng, che ha incentrato la sua presentazione sulle diverse defezioni e crisi avvenute nella storia avventista.
«Non esiste un andamento sempre liscio, roseo», ha affermato Ng riferendosi a eventi come il dibattito teologico del 1888 e la crisi di Kellogg all’inizio del XX secolo, «Ci sono alti e bassi».

Ng ritiene che le esperienze passate influiscano sul presente, poiché dimostrano come la guida di Dio abbia in qualche modo superato gli sconvolgimenti provocati dagli uomini e abbia aiutato la chiesa ad andare avanti ancor prima che la crisi fosse superata. «La chiesa non è perfetta, ma consigli ispirati ci dicono che non ce ne sarà un’altra », ha sottolineato Ng, «La missione deve andare avanti».

Il presidente della Chiesa mondiale, Ted N. Wilson, ha apprezzato il contributo di Ng. «C’è molta verità in quanto è stato detto», ha concluso.

Dopo un paio di commenti e richieste di chiarimenti sulla presentazione di Ng da parte dei membri del Comitato esecutivo, il rapporto della segreteria è stata approvata a larga maggioranza.

(Foto: Mylon Medley/Ann)

La ripresa finanziaria è opera di Dio, afferma il tesoriere della Chiesa mondiale

La ripresa finanziaria è opera di Dio, afferma il tesoriere della Chiesa mondiale

ANN/Maol – Il tesoriere della Conferenza Generale (CG) degli avventisti del settimo giorno, Juan Prestol-Puesán, ha affermato che la ripresa finanziaria realizzata dalla denominazione mondiale nel 2016 è un intervento di Dio. Prestol-Puesán ha evidenziato queste osservazioni durante la presentazione del suo rapporto nella prima giornata di incontri del consiglio di primavera del Comitato esecutivo della CG, uno dei due principali incontri di lavoro annuali dei vertici della denominazione.

La Conferenza Generale, che aveva concluso il 2015 con una perdita di 20 milioni di dollari, è tornata in attivo alla fine del 2016 con un surplus di 1 milione di dollari. I 21 milioni di dollari che hanno invertito la tendenza, ha riferito Prestol-Puesán, «testimoniano la risposta di Dio alle preghiere».

Il tesoriere ha anche riconosciuto il contributo al risultato positivo di alcuni cambiamenti politici ed economici, come, ad esempio, il mancato declino del mercato statunitense solitamente atteso dopo le elezioni, le decime arrivate dalla Regione Nordamericana che per la prima volta hanno raggiunto un miliardo di dollari, la parziale ripresa della moneta brasiliana e il rigore finanziario attuato dalla sede mondiale della Chiesa. Quest’ultimo è stato determinante per tenere le spese ai livelli preventivati, o anche sotto, consentendo il pareggio e una maggiore solidità finanziaria.

È vero che il team della tesoreria si è impegnato nel raggiungimento di questo risultato, ha ribadito il tesoriere generale, ma il cambiamento delle prospettive è «opera di Dio». È seguito un momento di silenzio, in cui ha chiesto una preghiera speciale di ringraziamento al Signore perché si prende cura della sua Chiesa.

Al tesoriere ha fatto eco il presidente mondiale, Ted N. C. Wilson. «Questo non è altro che l’intervento della mano di Dio», ha affermato, congratulandosi con Prestol-Puesán e il suo team per l’«approccio molto attento» in un clima economico incerto a livello mondiale, caratterizzato da continue fluttuazioni monetarie.

Segnali positivi
Prestol-Puesán ha comunicato che le spese di gestione della sede mondiale della Chiesa sono scese di 14,9 milioni di dollari dal 2015 al 2016.

Un altro risultato positivo è la diminuzione delle spese dei viaggi che hanno raggiunto solo il 68,1 per cento della somma totale preventivata. «Abbiamo detto ai dipendenti in ogni ufficio e dipartimento di pianificare attentamente i viaggi, di spostarsi solo se veramente necessario», ed è stato così, ha spiegato il tesoriere.

Prestol-Puesán, tuttavia, ha rivolto un appello speciale a mantenere la stessa rotta, senza eccessi di entusiasmo dopo il risultato raggiunto. «Eravamo scesi in picchiata. Siamo tornati in superficie. Ora dobbiamo rimanere in superficie», ha affermato.

Le sfide future
Una delle principali sfide che la Chiesa mondiale dovrà affrontare nei prossimi quattro anni è un declino delle decime. Come afferma il working policy (V 09 05 2d) della Chiesa mondiale, la Regione Nordamericana (NAD), che nel 2016 ha contribuito con il 6,85 per cento della sua decima alle attività finanziate dalla Chiesa mondiale, contribuirà con il 6,60 per cento quest’anno e il 6,35 nel 2018. Nel 2019, la NAD contribuirà con il 6,10 per cento della sua decima, per arrivare al 5,85 per cento nel 2020, lasciando più fondi al suo interno da usare nella missione nel territorio nordamericano.

Alcune altre cifre rilevanti, ha spiegato Prestol-Puesán, non sono tornati agli importi degli anni precedenti. In particolare, la percentuale di capitale di esercizio raccomandata, che nel 2014 raggiugeva il 102,7 per cento, era solo 88,0 per cento nel 2016. Inoltre, la percentuale di liquidità, che nel 2014 era del 124,8 per cento, è al 98,9 per cento nel 2016. «Abbiamo davanti questa realtà, ma teniamo d’occhio i numeri», ha affermato.

Un’altra sfida per la sede mondiale della Chiesa riguarda il tetto del 2 per cento del totale lordo delle decime, usato per la gestione della CG, che è influenzato dalle fluttuazioni dei cambi internazionali negli ultimi anni. Si prevede che il dollaro continuerà a essere forte, per cui la CG supererà questo tetto. In previsione di ciò, il Comitato di bilancio e pianificazione strategica ha raccomandato all’esecutivo un aumento al 2,12 per cento nel 2017 e al 2,13 per cento nel 2018. Il Comitato esecutivo ha votato, approvando la raccomandazione all’unanimità.

Nel complesso, il tesoriere generale ha espresso profondo apprezzamento al suo team per il lavoro svolto e ai membri di chiesa per la loro fedeltà al Signore. Ha quindi concluso dando a Dio tutto il merito di quanto realizzato. «Ricordiamoci che quando facciamo del nostro meglio, Dio fa il resto», ha affermato, «Prendiamo sul serio le nostre responsabilità, ma tutto il peso è di Dio».

(Foto: ANN/Brent Hardinge)

 

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