Bolzano. Decesso febbraio 2023

Bolzano. Decesso febbraio 2023

Daniela Munteanu – Il 23 febbraio, la nostra cara sorella nella fede Ultimina Mantoan si è spenta alla veneranda età di 100 anni. Classe 1922, aveva compiuto il secolo il 30 agosto dello scorso anno. Ultimina era una donna semplice, modesta, ma allo stesso tempo determinata, forte e piena di vitalità e allegria. Da quando ha conosciuto la chiesa avventista (era stata battezzata 45 anni fa, il 4 giugno 1977) è rimasta costante nella fede e sempre pronta alla discussione e al confronto. Un esempio per tutti noi!

 

 

 

Sesto San Giovanni. Decesso gennaio 2023

Sesto San Giovanni. Decesso gennaio 2023

Il 22 gennaio di quest’anno si è addormentato un caposaldo della nostra comunità. Era il 24 gennaio quando abbiamo salutato, nella chiesa avventista di Sesto San Giovanni, il nostro caro Lucio Marzocchini, padre, marito, pastore, fratello e amico. Da pochi giorni rimasto solo per la perdita di sua moglie Carla, che lo ha accudito fino all’ultimo, insieme alle figlie Tiziana e Federica abbiamo voluto ricordare quello che Lucio ha significato per ognuno di noi.

Tifoso da sempre del Milan, il past. Ignazio Barbuscia lo ricorda con affetto e racconta di quando sono stati insieme allo stadio e di come Lucio abbia avuto un pensiero speciale per lui, regalandogli una maglietta della sua squadra del cuore. Diversi fratelli nella fede e amici lo hanno ricordato con affetto attraverso alcuni episodi di vita vissuti insieme a lui, a sua moglie Carla e alle figlie. E sì, perché Lucio era davvero di compagnia; aveva sempre un pensiero per gli altri. Non scordava mai i compleanni ed eri certo di ricevere sempre la sua telefonata per gli auguri. Amava la sua chiesa e soprattutto amava il Signore e ricordava ai ragazzi “sempre” di guardare a Cristo.

Era talmente preciso che non poteva non lasciare i compiti anche prima di addormentarsi. Ai ragazzi qualche anno fa chiese: “Al mio funerale dovete suonare “Kumbaya” e loro, per tutta risposta, gliela cantarono un sabato mattina in chiesa per far sì che lui la sentisse, ma alla fine del canto ribadì “Dovete suonarla al mio funerale” e così è stato. L’ultimo inno tanto desiderato da Lucio è stato cantato da tutta l’assemblea venuta per salutarlo. Anche alle figlie ha lasciato delle letture della Parola di Dio: a Federica il Salmo 23, mentre a Tiziana un passo della Lettera ai Tessalonicesi. Con Lucio nulla veniva lasciato al caso.

Ricorderemo Lucio per le parole gentili, le attenzioni e l’affetto che ha lasciato a noi, ai nostri figli e ai nostri bambini. È stato l’amico, il fratello, il padre e negli ultimi anni anche il nonno di tutti noi. Nei suoi culti, ci ricordava che il Signore torna presto. Ed è proprio con questo ricordo che vogliamo salutarlo, dicendogli “Lucio ci rivedremo presto!”. Grazie per aver fatto parte delle nostre vite e della nostra comunità. Ci stringiamo in un caloroso abbraccio alle figlie Federica e Tiziana.

[Foto e testo pervenuti dalla comunità in oggetto]

Cesena. Decesso 2023

Cesena. Decesso 2023

Elisabetta Ceccaroni – Si è spenta Lidia Evangelisti. Nata a Cesena il 21 marzo 1953 da Maria Montalti e Guerrino Evangelisti, è la terza figlia della coppia: Anna, Gabriella, Lidia, Franco e Luigi. Fin da bambina cammina vicino a Gesù e a soli 17 anni lo sceglie come suo personale Salvatore attraverso il battesimo. Il 31 agosto 1980, pronuncia il suo “sì” a Giovanni Benini e dalla loro unione nascono Irene e Mattia. Per tanti anni e fino alla pensione, Lidia ricopre il ruolo di contabile presso la casa di riposo avventista “Casa Mia” di Forlì.

La ricordiamo come una donna sorridente, positiva, dinamica e ospitale. Intrepida e coraggiosa, partecipa attivamente ai programmi della gioventù avventista nazionali e internazionali. Nella chiesa avventista di Cesena è responsabile della gioventù, coordinatrice della Scuola del Sabato dei bambini e fondatrice del gruppo musicale “Emanuel”. È eccellente cuoca nel progetto sociale “Festa Solidale” e apprezzata artista nelle sue meravigliose composizioni floreali.

Lidia amava profondamente la sua famiglia e la sua chiesa e serviva entrambe con dedizione. Neanche la malattia, da cui era stata colpita negli ultimi anni, le ha tolto il coraggio, la forza e l’amore. Sapeva ancora pronunciare parole di incoraggiamento nei confronti di chi viveva momenti difficili. Sapeva essere positiva anche di fronte a quella profonda sofferenza che si faceva sempre più spazio nel suo corpo fino a quando, alle 18.20 di sabato 25 febbraio, ci ha lasciato entrando nel sonno della morte, in attesa dell’alba di quel giorno che non conoscerà più tramonto.

[Foto pervenuta dalla comunità in oggetto]

Pisa. Decesso 2023

Pisa. Decesso 2023

Giuseppe Scarcella – Giovedì 9 gennaio, le attività e la frenesia degli impegni quotidiani sono da poco iniziati quando, sul nostro gruppo WhatsApp arriva la notizia: Roberta si è addormentata. Roberta Chiarappa, dopo alcuni anni di lotta contro la malattia, non ce l’ha fatta. Aveva 59 anni. La chiesa avventista di Pisa vuole ricordarla per la sua dedizione e il servizio reso in alcuni dipartimenti e nelle varie attività ecclesiastiche. La famiglia, da parte sua, perde un punto di riferimento importante, lasciando in Salvatore, Veronica e Ilaria un profondo vuoto.

Ricordandola, ci rimane solo la speranza, la viva speranza, di riabbracciarla nel giorno da Dio stabilito in cui, i morti in Cristo risusciteranno. La comunità di Pisa esprime la sua vicinanza alle famiglie Bellio e Chiarappa in questo momento così delicato.

[Foto pervenuta dalla comunità in oggetto]

Pisa. Decesso 2022

Pisa. Decesso 2022

Ilaria Bellio -Giovedì 8 dicembre, all’età di 79 anni, ci ha lasciato il nostro carissimo Pino Votadoro, dopo una sofferta malattia che lo ha portato a peggiorare in breve tempo. Ai funerali erano presenti la moglie Lea, i figli Gabriella e Samuele, i fratelli di Pino e tantissimi membri della comunità avventista di Pisa. Pino era una persona molto umile, mite, fedele, sempre pronto ad aiutare nei lavori di chiesa.

La chiesa piena è stata la dimostrazione di quanto Pino fosse amato dai numerosi parenti, amici, conoscenti e membri di chiesa che erano presenti al funerale.

[Foto pervenuta dalla comunità in oggetto]

Stati Uniti. Si è spento teologo e missionario avventista

Stati Uniti. Si è spento teologo e missionario avventista

Notizie Avventiste – William G. Johnsson, teologo e missionario avventista, si è addormentato nel Signore l’11 marzo nella sua residenza di Loma Linda, negli Stati Uniti. Aveva 88 anni. Autore di oltre 40 libri e di un migliaio di articoli, aveva diretto la rivista Adventist Review dal 1982 al 2006 e fondato il mensile Adventist World, di cui era stato direttore dal 2005 al 2006.

Cenni biografici 
Johnsson era nato a Adelaide, in Australia, nel 1934. Dopo aver conseguito la laurea in tecnologia chimica, aveva frequentato l’Avondale College e nel 1959 si era laureato in teologia. Si era poi iscritto alla Andrews University, negli Stati Uniti, e aveva conseguito la laurea magistrale in teologia sistematica nel 1966. Nel 1973 aveva conseguito un dottorato di ricerca in studi biblici presso la Vanderbilt University. Nel suo lungo ministero, Johnsson era stato missionario in India dal 1960 al 1975; professore di esegesi e teologia del Nuovo Testamento alla Andrews University, dal 1975 al 1980; e decano associato del seminario (1978-1980). Nel 1979 era stato eletto primo presidente dell’Adventist Society for Religious Studies (Società avventista di studi religiosi).

Johnsson era stato anche amministratore dell’Ellen G. White Estate per la maggior parte del tempo in cui aveva diretto l’Adventist Review. Dopo essere andato in pensione nel 2006, aveva servito per sette anni come assistente part-time del presidente della Chiesa mondiale per le relazioni interreligiose.

Un centro a suo nome 
Nel 2017, l’Università avventista “Loma Linda”, dove Johnsson viveva da pensionato, gli aveva dedicato il William Johnsson Center for Understanding World Religions (Centro “William Johnsson” per comprendere le religioni del mondo), quale riconoscimento per il suo contributo nel promuovere la comprensione interreligiosa nella denominazione.

“La conoscenza e la passione di Johnsson per le religioni del mondo sono inestimabili per il nostro campus”, aveva dichiarato all’epoca il rettore dell’università, Richard Hart.

“La facoltà lo considera una delle maggiori figure avventiste del nostro tempo. Il suo lavoro presso la rivista Adventist Review e le relazioni interreligiose da lui intrecciate negli anni sono diventati veramente leggendari per noi”, aveva aggiunto il decano della facoltà di religione, Jon Paulien. 

Condoglianze alla famiglia Johnsson.

 

 

 

Altamura-Gravina. Decesso

Altamura-Gravina. Decesso

Elita Loporcaro – Sabato 18 febbraio, si è spento nel Signore Michele Rifino, membro della comunità avventista di Altamura. Aveva accettato pubblicamente Gesù nel 2019, dopo una degenza in ospedale per problemi di salute. All’età di 91 anni, ci lascia dopo aver vissuto una vita all’insegna del lavoro nei campi, pure all’estero, in Francia per l’esattezza, e della dedizione alla famiglia, anche a quella spirituale. Ci stringiamo alle famiglie Rifino-Chierico e Loporcaro, in questo momento di dolore. Il rito funebre è stato officiato dai pastori Josè Luis Nunez e Stefano Calà.

 

 

 

 

Palermo e Gaeta. Decesso 2023

Palermo e Gaeta. Decesso 2023

Giuseppe Chiaretto – Il 10 gennaio la comunità ha dato l’ultimo saluto a Luisa Galioto che si è addormentata nel Signore all’età di 71 anni.

Alcuni giorni prima, con il marito Giuseppe Dalfino e i figli Carmelo, Ivana, Francesca e i nipoti avevano programmato di trascorrere le festività natalizie a Modena presso la figlia Angela. Ma la gioia durò poco. Il primo gennaio, Francesca cadde e si procurò una frattura scomposta a un piede. Il 3 gennaio, la nostra Luisa ebbe un infarto fulminante che mise fine alla sua esistenza. Presto giunse la triste notizia nella chat di chiesa e tutti eravamo sbigottiti. Non fu facile metabolizzare quanto accaduto.

Giunta la salma a Palermo, la comunità avventista si è stretta intorno ai familiari per condividere il loro dolore. Durante il sermone, il past. Daniele Passaretta ha ricordato la dedizione con cui Luisa aveva svolto i suoi incarichi, prima come diaconessa, poi come anziana di chiesa. Era una persona molto ospitale e attenta a confortare sempre chi ne avesse bisogno. Con alcuni canti di lode al Signore e la preghiera finale, la chiesa ha salutato Luisa che si è addormentata con la beata speranza di vedere Gesù Cristo ritornare, come ha promesso.

Un particolare che non dimenticherò, l’ultimo sabato che vidi Luisa in chiesa prima della sua partenza, mi chiese preoccupata se fossero arrivati le guide allo studio della Scuola del Sabato. Andai a vedere se erano arrivati e gliene portai due. Un sorriso illuminò il suo volto. Questa è l’ultima bella immagine che ho di Luisa.

[Foto pervenuta dalla comunità in oggetto]

Cassano Murge. Decesso 2022

Cassano Murge. Decesso 2022

Mariangela Consiglio – Il 16 dicembre 2022, Maria Giustino (Maria Geloso) si è addormentata nella beata speranza del ritorno di Gesù all’età di 93 anni. Era molto legata a Dio e fino alla fine ha testimoniato della sua fede anche nel centro per anziani dove si era trasferita a causa dei suoi problemi di salute. Sono tante le persone che hanno conosciuto Cristo grazie a lei.

Di Maria, sempre attiva e pronta ad evangelizzare, la comunità avventista di Cassano delle Murge sentirà, con immenso dolore, la mancanza.

“Il vostro cuore non sia turbato; credete in Dio, e credete anche in me! Nella casa del Padre mio ci sono molte dimore; se no, vi avrei detto forse che io vado a prepararvi un luogo? Quando sarò andato e vi avrò preparato un luogo, tornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io, siate anche voi; e del luogo dove io vado, sapete anche la via” (Giovanni 14:1-4).

[Foto pervenuta dalla comunità in oggetto]

Potenza. Decesso

Potenza. Decesso

Gabriella Bamonte – Il 9 gennaio, all’Ospedale San Carlo di Potenza, assistito amorevolmente dalla moglie Filomena e dai figli Samuele e Simone, si è addormentato nel Signore Domenico Ielpo. Una grave patologia lo ha strappato ai suoi cari e alla sua famiglia di fede. Nella chiesa avventista di Potenza, ha ricoperto gli incarichi di tesoriere, diacono e responsabile della libreria nell’ultimo periodo. Pragmatico, di poche parole, meccanico nella vita attiva, era sempre pronto a rimboccarsi le maniche quando c’era bisogno. Il cognato, past. Francesco Mosca, e il nostro pastore, Stefano Calà, nell’omelia ai funerali, ne hanno dato commovente testimonianza. I fratelli e la sorella, e le loro famiglie, amici e membri di chiesa sono intervenuti numerosi. Lo riabbracceremo presto, al ritorno del Signore.

Per ricordare Domenico 
Francesco Mosca – Un ricordo chiaro nella mente era il suo attaccamento al Signore e alla chiesa. Mi parlava delle cose che voleva funzionassero meglio nella comunità e dava il suo apporto concreto, accettando degli incarichi che la comunità gli affidava. Anche in questo mi ha lasciato un bel ricordo come pastore, di un fratello che si impegnava in modo concreto sul campo e non solo a parole.

Svolgendo il mio ministero a Torino con mia moglie, Rosa Ielpo, organizzavamo nel periodo estivo il progetto “Aisa estate ragazzi”, 15 giorni full immersion con un programma abbastanza impegnativo. Rosa aveva coinvolto suo fratello Domenico per organizzare la cucina. Lui affrontava in auto il lungo viaggio da Potenza fino a Torino, passando da Forlì e salutare la famiglia di suo figlio Samuele.

Abbiamo trascorso bei giorni assieme, ho avuto modo di conoscerlo meglio e di apprezzare concretamente il suo amore per gli altri, manifestato cucinando e preparando le pietanze per i bambini e gli animatori. A volte chiedevo a Rosa: “Ma dov’è Domenico?”. “È andato giù in cucina”, mi rispondeva. E lui, tutto solo, lavorava per avvantaggiarsi e preparare il necessario per il giorno dopo. Ci metteva il cuore e faceva le cose con amore. I ragazzi lo capivano e apprezzavano il cibo buono che preparava, e gli facevano tanti applausi.

Il past. Gianni Caccamo ci ha telefonato la mattina in cui è mancato e ha ricordato a Rosa e a me di quando Domenico era in Svizzera e aiutava i ragazzi nella Scuola del Sabato, e per lui personalmente è stato una figura importante e un mentore.

[Foto pervenuta dalla comunità in oggetto]

La Spezia. Decesso

La Spezia. Decesso

Debora e Elena Melzi – “C’è più gioia nel dare che nel ricevere” ( Atti 20:35 ). Un testo biblico che riassume un’intera vita. Quella di nostra mamma, Paola Gianrossi, vedova Melzi. È stato così per tanti anni, nonostante le situazioni tragiche della sua vita, accadute fin dall’infanzia. Una vita dedicata agli altri: ad aiutare, incoraggiare, sostenere, insegnare, dare l’esempio con coerenza e con tanta determinazione. È stato così fino a quando ne ha avuto la possibilità, come dice l’apostolo Paolo ai cristiani della Galazia: “finché ne abbiamo l’opportunità, facciamo del bene a tutti” (Galati 6:10).

Dopo una vita trascorsa fino all’ultimo istante con la certezza dell’intervento di Dio in ogni circostanza, si è addormentata nel Signore il 6 dicembre scorso.

Grazie mamma di averci insegnato e mostrato il bello della vita vissuta mano nella mano con Gesù.
Grazie di essere stata ingegnosa e creativa, sempre disponibile, studiosa delle Sacre Scritture e desiderosa di condividere questo meraviglioso messaggio d’amore, perdono, restaurazione e salvezza.

Adesso tu riposi e noi proseguiamo questo cammino di condivisione e di proclamazione, certi che ci ritroveremo per una grande festa nel cielo.
La più preziosa eredità che ci hai lasciato è la fiducia in Dio: questo Dio così vicino a noi, che ha cura di noi, che ci guida, ci ispira, ci perdona, ci salva!
La nostra mamma è stata un dono prezioso per tutta la famiglia, ringraziamo Dio per questo. È stata mamma e ha fatto anche le veci del papà.

Si è spento B. B. Beach, pioniere della libertà religiosa

Si è spento B. B. Beach, pioniere della libertà religiosa

Per decenni ha rappresentato la Chiesa avventista presso le altre denominazioni e gli organismi civili.

Lina Ferrara – Vi è una persona che, per oltre mezzo secolo, ha “costruito ponti di fede, amicizia e libertà” in diversi ambienti istituzionali del mondo. È Bert Beverly Beach, pastore avventista e plurilaureato, che ha servito la Chiesa come responsabile del Dipartimento Affari Pubblici e Libertà Religiosa e ha saputo creare relazioni interconfessionali su scala globale, basate sul reciproco rispetto.
Il 14 dicembre, all’età di 94 anni, B. B. Beach si è addormentato nel Signore a Silver Spring, in Meryland, negli Stati Uniti. Era un uomo di fede, dal carattere aperto e amichevole, con una verve umoristica che lo ha accompagnato nell’intera sua vita.

Come Notizie Avventiste lo avevo intervistato nel 2013, in occasione della pubblicazione del suo libro Ambassador for Liberty (Ambasciatore della libertà) che raccoglie il ricco bagaglio di esperienze e di consigli dell’autore, ma anche un pezzo significativo della storia della libertà religiosa nel mondo. Un capitolo è dedicato all’Italia, perché B. B. Beach è stato direttore dell’Istituto avventista “Villa Aurora” di Firenze per sei anni.

In suo ricordo, riproponiamo l’intervista.

Notizie Avventiste: Nel suo libro di memorie ha riassunto il grande lavoro svolto in favore della libertà religiosa. Come si è evoluta la libertà religiosa negli ultimi cinquant’anni? 
Bert Beverly Beach: Mezzo secolo è un bel numero pieno. Esattamente 55 anni fa lasciai l’Italia, dopo sei anni felici e fecondi come direttore della scuola avventista di Firenze. Tuttavia, vorrei iniziare a rispondere alla domanda andando indietro di 65 anni, e cioè al 1948, quando mi laureai al Pacific Union College in California. Fu un anno di speranza. La Seconda guerra mondiale si era da poco conclusa e la democrazia e la libertà avevano vinto sulle dittature e la tirannia. Pochi mesi dopo la mia laurea, le Nazioni Unite, da poco istituite, approvarono la Dichiarazione universale dei diritti umani che all’articolo 18 affermava chiaramente e con forza la libertà religiosa. Il 1948 fu anche l’anno della fondazione del Consiglio Mondiale delle Chiese. Nella sua prima assemblea, le 147 chiese fondatrici approvarono un buon documento in sostegno della libertà religiosa.

Il cammino in favore della libertà religiosa proseguì nel 1965, quando il Concilio Vaticano II approvò la sua dichiarazione sulla libertà religiosa. Questo fu davvero un punto di svolta per la Chiesa cattolica romana che, dopo una lunga storia di persecuzione nei confronti dei non-cattolici, ora afferma che nessuno ha il diritto di impedire a una persona di credere e praticare la propria religione. Ho vissuto e visto i risultati di questo passo da gigante in posti come la Spagna e l’Italia.

Quando arrivai in Italia, nel 1952, per servire come direttore dell’Istituto “Villa Aurora”, due delle nostre chiese erano state chiuse dalle autorità governative. I miei mobili e i beni a un certo punto rimasero in dogana a Firenze per oltre quattro mesi, senza dubbio a causa della mia religione. Oggi, vi è una legge che regola i rapporti tra la Chiesa Cristiana Avventista del Settimo Giorno e lo Stato italiano che, tecnicamente parlando, non hanno nemmeno negli Stati Uniti. Essa riconosce molti diritti, compresa l’osservanza del sabato. Inoltre, ora c’è anche la separazione tra Chiesa e Stato in Italia. Chi avrebbe mai pensato, 50 anni fa o giù di lì, che ciò sarebbe stato possibile?

Il maggior successo per la libertà religiosa fu la Dichiarazione delle Nazioni Unite sulla libertà religiosa del 1981, per la quale lavorammo per diversi decenni. I nostri sforzi ebbero successo grazie anche al mio collega, il dott. Gianfranco Rossi, che riuscì a far includere una frase in cui si afferma il diritto di ogni persona a osservare i giorni di riposo in conformità con i precetti della propria religione. Vi è anche l’Atto finale di Helsinki sulla sicurezza e la cooperazione in Europa, che permette a qualsiasi Paese firmatario di esaminare la situazione della libertà religiosa in un altro Paese firmatario. Una novità nelle relazioni diplomatiche internazionali.

Poi arrivò il maremoto di libertà seguito al crollo del comunismo totalitario nell’Europa orientale e la fine dell’Unione Sovietica. La Chiesa avventista fu ammessa con status consultivo presso il Consiglio economico e sociale dell’Onu (Ecosoc), obiettivo molto difficile da raggiungere quando il comunismo controllava ancora i governi di molti Paesi.

Quindi, ci sono stati progressi nella libertà religiosa ma sono sorti anche nuovi problemi. L’ondata di libertà religiosa nell’Europa orientale si è un po’ ritirata. Ciò è dovuto in gran parte alla collaborazione tra nazionalismo e desideri storicamente radicati di riconoscimento e supremazia delle ex chiese di stato. In un’altra parte del mondo, in India, dove la libertà religiosa è riconosciuta ufficialmente, ci sono forze indù all’opera, a volte con violenza, che mirano a limitare le chiese cristiane e la testimonianza.

Nei Paesi musulmani del Medio Oriente e del Nord Africa (e anche in altre parti dell’Africa), ora che l’influenza del colonialismo europeo non protegge più il cristianesimo, vi sono crescenti sforzi per limitare la presenza e la testimonianza cristiana. Infatti, islamisti e altri estremisti vogliono eliminare il cristianesimo in quei Paesi. Il risultato è che decine di migliaia di cristiani vanno via da queste zone.

Un altro problema che si è manifestato recentemente è il conflitto, potenziale e reale, tra la libertà religiosa e gli altri diritti umani. Si discute e sostiene che quando vi è conflitto tra diritti umani “concreti”, come guadagnarsi da vivere, controllo delle nascite o diritti degli omosessuali, ed “eterei e celestiali” diritti di libertà religiosa, è quest’ultima che perde!

N. A.: Quali sono stati i problemi più difficili che ha dovuto affrontare? 
B. B. B.: Certamente, i problemi di libertà religiosa nei Paesi comunisti e quelli nei Paesi cattolici prima del Concilio Vaticano II sono stati a volte molto difficili. In Albania, poi, erano “super difficili”. Vi era stato un martire avventista collegato alla Chiesa italiana. A Tirana, dopo la caduta del regime ateo di Enver Hoxha, abbiamo organizzato e condotto, insieme con Ray Dabrowski, il primo congresso sui diritti umani e la libertà religiosa realizzato nel Paese, a cui hanno partecipato ministri del governo, leader religiosi, il rettore dell’Università. È stato uno dei momenti più edificanti della mia vita. In quella occasione ho tenuto il discorso di apertura.

Senza dubbio, il maggiore e più difficile problema di libertà religiosa da affrontare è stato nei Paesi musulmani. L’islam non comprende e non accetta il concetto di separazione tra Chiesa e Stato. Vi sono difficoltà nel praticare il culto cristiano tra i musulmani, che aumentano notevolmente se si vuole evangelizzare. Diversi Paesi prevedono la pena di morte per chi si converte dall’islam al cristianesimo. La Dichiarazione universale dei diritti umani del 1948 sostiene chiaramente “il diritto di cambiare religione”. Se la dichiarazione non fosse stata votata 65 anni fa, non credo che oggi sarebbe stato possibile includere tale diritto. Troppo forte sarebbe l’opposizione di decine di nazioni musulmane. Anche i “musulmani liberali” in generale non approvano l’evangelizzazione cristiana tra i musulmani.

Un problema che abbiamo dovuto affrontare, e di cui non mi piace parlare, è un problema interno della chiesa. In diverse parti del mondo, gli avventisti supportano poco il Dipartimento Affari Pubblici e Libertà Religiosa. Ciò avviene specialmente nei Paesi in cui la situazione della libertà religiosa sembra relativamente buona e tranquilla. In alcune chiese, il dipartimento difficilmente esiste, o è quasi pro forma, affidato a volte a qualcuno con altre responsabilità che hanno un’attenzione prioritaria. Non è il caso dell’Unione italiana, dove da molti anni vi è un dipartimento della libertà religiosa veramente forte e sono grato per questo. Complimenti da un vecchio uomo della libertà religiosa.

La cosa che mi ha sbalordito di più è quando ho sentito di volta in volta delle voci, non troppo forti per fortuna, secondo cui lottando per la libertà religiosa si ritarda la seconda venuta di Cristo. Certamente non sono quelli che soffrono le persecuzioni a fare tali affermazioni prive di senso. Dio, al contrario, invita gli avventisti a tenere alta la bandiera della libertà religiosa per poter portare a termine la missione.

N. A.: Nel frequentare ambienti molto diversi da quello della sua Chiesa, ha mai avuto la sensazione di perdere la sua identità e le sue radici? 
B. B. B.: Nella mia vita ho avuto il privilegio di incontrare e conoscere alcuni dei leader politici e soprattutto religiosi più importanti del mondo. Ho avuto la fortuna di avere alcuni di loro come amici personali. Ho scoperto che gli alti dirigenti sono spesso semplici e meno consapevoli della loro importanza rispetto a quelli che ricoprono incarichi di livello minore. Ho scoperto che i grandi leader possono essere veramente amichevoli. La cosa importante, se si vuole avere degli amici, è essere noi stessi amichevoli, come è scritto nel testo biblico di Proverbi 18:24.

Nei 32 anni in cui sono stato segretario della Conferenza dei Segretari delle Comunioni Cristiane internazionali, ho fatto tantissime cose utili per “i miei amici”. Non ho mai sentito di perdere la mia identità. Ho sempre difeso la mia Chiesa e le sue convinzioni, e preso posizione per esse quando necessario. Sì, l’ho fatto sempre con rispetto e spero con umiltà, con un sorriso e, a volte, con humor, ma sempre con sincerità e correttezza.

Non ho mai perso le mie radici linguistiche. Ho parlato in italiano con i vescovi italiani e spagnoli. Mi ricordo che a un pranzo a Santa Marta in Vaticano, dato da papa Giovanni Paolo II, il vescovo incaricato delle Cerimonie Liturgiche Pontificie (che sta accanto alla sedia o soglio pontificio) mi disse quanto fosse contento di avere, seduto al suo tavolo, un americano che gli parlava in italiano! Ho parlato brevemente in tedesco con papa Benedetto XVI e un grande sorriso ha attraversato il suo volto quando gli ho detto che venivo dall’“Autunno d’oro” della Germania. Mi sono divertito a parlare in dialetto svizzero tedesco con le guardie svizzere, entrando in Vaticano, la sera in cui ero ospite.

A volte mi sono sentito un po’ solo, l’unico avventista in una riunione o sala, circondato da estranei, ma per fortuna alcuni sono presto diventati amici.

N. A.: Secondo lei, la crisi economica può avere delle conseguenze sulla libertà religiosa soprattutto delle confessioni di minoranza? 
B. B. B.: Qualcuno ha affermato che la guerra, soprattutto quella che si protrae, è pericolosa per la libertà. La crisi economica è una sorta di guerra latente. Più a lungo dura, più si colpisce tutti, specialmente i più deboli, i poveri e le minoranze. È evidente, quando il lavoro scarseggia, che i datori di lavoro sono meno disponibili a riconoscere il riposo del sabato o a trovare una soluzione in tal senso per i dipendenti avventisti. La migliore protezione che ho trovato, con l’aiuto di Dio, è quella di essere il migliore dipendente possibile. Da oltre trent’anni faccio parte del Rotary, uno dei principali club di servizio, e l’attuale presidente ama usare l’espressione giapponese “Ichiban”, che significa “fare del tuo meglio”. Questa è una buona parola per ogni avventista. Credo che un bravo datore di lavoro non vorrà perdere un dipendente coscienzioso e fidato. Nelle mie memorie cito un esempio eccezionale in Italia.

N. A.: Viviamo nell’era della globalizzazione; eppure, ovunque nascono nazionalismi radicali. Avendo vissuto, studiato e lavorato in diversi Paesi dei vari continenti, si sente un cittadino del mondo? Quale consiglio darebbe ai giovani in questo senso? 
B. B. B.: Considerando l’escatologia della Chiesa avventista, abbiamo affermato fin dagli inizi del nostro movimento che alla fine ci sarebbero state due superpotenze: una politica e l’altra religiosa. Questa visione profetica sembrava molto improbabile nel 1863, quando è stata organizzata la Chiesa Avventista del Settimo Giorno così come la conosciamo oggi. Gli Stati Uniti erano nel bel mezzo della più grande guerra del XIX secolo, la guerra civile, e si preoccupavano quasi esclusivamente del continente americano. La Chiesa cattolica sembrava implodere, stava perdendo il suo potere come Stato ed era sul punto di perdere la stessa Roma. La “globalizzazione”, di cui si parla nella domanda, era praticamente inesistente. Oggi abbiamo solo due superpotenze mondiali, una è uno stato politico, l’altra una religione, una chiesa veramente “cattolica”. I giovani avventisti devono rendersi conto di ciò e riconoscere l’influenza della globalizzazione, nel bene e nel male.

Un grande potere e una grande influenza producono sempre una reazione che, purtroppo, a volte prende la forma di cieco nazionalismo incondizionato e di una contro-globalizzazione sotto forma di fondamentalismo religioso, meglio inteso come “estremismo religioso”. Il terrorismo attira alcuni giovani, mentre altri scivolano nel dogmatismo religioso e nell’isolazionismo. Io mi considero americano e mi vedo anche come un uomo con una visione globale. Gesù ha detto: “il campo è il mondo”, ma ognuno di noi deve contribuire al “raccolto”, che è “la fine del mondo”. Credo che sotto il cielo italiano Dio abbia un compito da realizzare per ogni persona, un compito che puoi essere in grado di svolgere meglio di chiunque altro. Ellen G. White dice nel libro Educazione cristiana che Cristo scorge in ogni essere umano “infinite possibilità”. Infinito è più grande di nazionalismo, ma è anche più grande di globalizzazione. Invito il lettore a dirigere la propria vita in alto, verso la stella dell’”infinita potenzialità”.

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