Dottrina della Scoperta. Dichiarazione della Chiesa avventista nordamericana

Dottrina della Scoperta. Dichiarazione della Chiesa avventista nordamericana

Notizie Avventiste – La dirigenza della Chiesa avventista nordamericana (Nad) ha rilasciato una dichiarazione sulla “dottrina della scoperta”. Si tratta del primo documento ufficiale della denominazione sull’argomento. La dottrina della scoperta, sviluppata all’inizio del periodo coloniale, legittimava il furto di terre, risorse e diritti delle popolazioni indigene da parte degli esploratori europei. La dichiarazione della Nad si oppone a questo insegnamento ed esprime rammarico per gli abusi perpetrati contro i nativi. La dichiarazione è stata votata e approvata il 31 ottobre, durante l’incontro di fine anno del Comitato esecutivo della Nad.

Sulla dottrina 
La dottrina della scoperta, stabilita nel 1493 (ma le sue radici risalgono addirittura all’XI secolo) da papa Alessandro VI, affermava che qualsiasi terra non abitata da cristiani poteva essere “scoperta” dagli esploratori europei e, in nome del loro sovrano, rivendicata come propria. Questa dottrina è stata per secoli la giustificazione fondamentale degli abusi del colonialismo, conferendo ai governi cristiani il diritto autoproclamato di invadere e impadronirsi delle terre e di dominare le popolazioni indigene. Questo diritto fu riconosciuto dalla Corte Suprema degli Stati Uniti nel 1823 e venne ancora applicato in una decisione della Corte del 2005

Cosa dice il documento della Nad
“Fin dalle sue origini, la Chiesa Avventista del Settimo Giorno ha cercato di riflettere il ministero di guarigione e riconciliazione di Cristo” inizia il documento “In un mondo devastato dalla violenza e dall’egoismo umano, gli avventisti del settimo giorno, come seguaci di Cristo… deplorano le azioni e gli atteggiamenti umani, passati e presenti, che hanno distorto il carattere di Dio e hanno contribuito alle strutture profondamente cattive del mondo contemporaneo”.

Continua poi con una breve spiegazione sulla storia della dottrina per poi arrivare al nocciolo della questione che intende affrontare: il modo in cui sono state trattate le popolazioni di nativi.

“Nel corso dei secoli, la dottrina ha continuato a essere utilizzata per giustificare politiche volte allo sradicamento, all’assimilazione e alla riduzione in schiavitù delle popolazioni indigene” si legge nel documento “Secoli di disumanizzazione, sottomissione e sfruttamento delle popolazioni indigene, spesso sotto la bandiera del cristianesimo, impongono una risposta da parte di coloro che portano il nome di Cristo”.

L’ultimo paragrafo afferma: “Rifiutiamo quindi fermamente la dottrina della scoperta e le idee e le credenze che la sostengono, e ci impegniamo a creare, promuovere e mantenere relazioni sane, rispettose ed eque con i popoli indigeni negli Stati Uniti, in Canada, nelle Bermuda e in Guam Micronesia. Così facendo, cercheremo sempre di riflettere, all’interno delle nostre chiese e istituzioni, e all’interno delle nostre comunità più ampie, il vero carattere del Dio che serviamo”.

Commenti positivi e preoccupazioni 
La dichiarazione adottata fornisce informazioni e formazione sulla dottrina della scoperta e sul suo impatto nel corso degli anni, aiutando ad essere meglio informati. Il documento è stato accolto con favore da molti dei delegati nordamericani presenti all’incontro, tra cui Michael Campbell, direttore degli archivi, statistiche e ricerca presso la Nad, che ha sottolineato la sua corrispondenza con lo spirito e l’etica dei fondatori della Chiesa avventista.

Tuttavia, alcuni hanno espresso preoccupazione per l’uso della parola “responsabilità” nella dichiarazione, poiché potrebbe avere conseguenze legali. Altri hanno sottolineato che le spiegazioni non sono sufficienti e che la Chiesa avventista dovrebbe concentrarsi maggiormente sull’aiuto alle persone che hanno bisogni reali

Secondo Tracy Wood, direttrice dei Ministeri in favore della Gioventù presso la Nad, “si tratta di un risultato enorme. Per le nostre generazioni di giovani, vedere che stiamo affrontando questa storia, è un enorme passo avanti”.

Non fermarsi qui
Un altro punto critico evidenziato è la necessità di fare di più per le popolazioni di nativi. Ken Denslow, presidente dell’Unione avventista della regione dei Grandi Laghi nel nord degli Stati Uniti, ha sottolineato l’importanza di parlare non solo dei diritti e dei bisogni delle popolazioni indigene, ma anche di intraprendere azioni e fornire risorse da investire.

La dichiarazione sulla dottrina della scoperta è stata adottata non senza chiarire che si trattava di un riconoscimento delle ingiustizie del passato e di una presa di distanza dalle pratiche messe in atto in quei periodi. I dirigenti della Chiesa avventista nordamericana sperano che questa dichiarazione apra la strada a ulteriori azioni per rispondere meglio e ripristinare la dignità delle comunità indigene.

Clicca qui per leggere la dichiarazione in inglese.

Anche il Vaticano ha preso le distanze dalla dottrina della scoperta. Alla fine di marzo di quest’anno, ha risposto alle numerose richieste dei nativi, respingendola formalmente.

[Foto: Holbrook Indian School. Fonte: Apd]

Posizione dell’Eud sul coming-out di Saša Gunjević

Posizione dell’Eud sul coming-out di Saša Gunjević

Le dichiarazioni pubbliche del past. Saša Gunjević riguardo al suo orientamento sessuale hanno creato notevole preoccupazione tra i leader e i membri avventisti in Germania, nel territorio della Regione intereuropea (Eud) della Chiesa e oltre. Sono state rivolte domande all’amministrazione di vari campi e alla Regione in merito al suo discorso di apertura e alla successiva discussione pubblica.

L’amministrazione dell’Eud riconosce che si tratta di una questione delicata e difficile, che deve essere gestita con attenzione. A scanso di equivoci, negli ultimi decenni, la Chiesa Avventista del Settimo Giorno ha emesso diversi documenti e dichiarazioni ufficiali sull’omosessualità e il transgenderismo. L’amministrazione dell’Eud vuole sottolineare che sostiene e afferma pienamente queste dichiarazioni e la prospettiva biblica sulla sessualità che esse rispecchiano.

Dopo aver ascoltato le affermazioni del past. Saša Gunjević nel discorso in cui ha fatto coming out, così come le sue varie dichiarazioni pubbliche, ci rammarichiamo che promuova apertamente punti di vista che minano e contraddicono la posizione della Chiesa. Riteniamo che il suo aperto rifiuto della posizione ufficiale della Chiesa mondiale lo squalifichi per il ministero pastorale. L’amministrazione dell’Eud collaborerà con la Federazione hanseatica, in stretta consultazione con l’Unione della Germania del nord, per affrontare la questione e riconsiderare lo status delle sue credenziali.

[Fonte: Eud News]

Aidlr. Dichiarazione sulla guerra in Ucraina

Aidlr. Dichiarazione sulla guerra in Ucraina

Notizie Avventiste – L’Associazione internazionale per la difesa della libertà religiosa (Aidlr), nella persona del suo segretario generale, dott. Paulo Macedo, ha recentemente rilasciato una dichiarazione sulla guerra in Ucraina.

Con un appello, l’Aidlr: 
invita le parti coinvolte e la comunità internazionale, attraverso le organizzazioni in cui è accreditata e, in particolare, dinanzi alle Nazioni Unite e all'Unione europea, a proseguire e intensificare l’impegno nella ricerca di una soluzione pacifica di questo conflitto tramite la diplomazia; 
esorta le parti in conflitto a esercitare la massima moderazione nelle azioni che riguardano la vita, la sicurezza, la libertà, le necessità e i diritti fondamentali della popolazione civile; 
chiede il rispetto dei principi di libertà di coscienza, religione e culto di tutte le persone, nonché dei rifugi nei luoghi di culto, per tradizione considerati sacri, e del ruolo assistenziale di religiosi, professionisti e volontari delle organizzazioni umanitarie, al servizio della popolazione; 
prende atto e sostiene l’impegno della comunità internazionale, grazie a tante persone, istituzioni e Stati, nell’accoglienza dello straordinario numero di profughi che questa guerra ha già causato. Oltre all’impegno nel concedere asilo, soddisfare i bisogni e offrire integrazione, l’Aidlr chiede anche una particolare attenzione alla comprensione, accoglienza e promozione della libertà di ogni individuo, per garantire i diritti fondamentali di coscienza, culto e religione.

L’Associazione
L'Aidlr è stata fondata nel 1946 dal dott. Jean Nussbaum, assistito dalla sig.ra Eleanor Roosevelt, prima presidente del Comitato onorario dell'Associazione. È un'organizzazione non governativa riconosciuta con statuto consultivo presso l’Onu, l’Unesco, il Consiglio d’Europa e l'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce). 

Scopo dell'Aidlr è quello di diffondere idee di tolleranza; valorizzare la dignità umana; difendere il diritto di chiunque alla libertà di pensiero, coscienza e religione; creare un clima di maggior comprensione e di rispetto reciproco tra gli uomini di ogni fede e convinzione.

L’Aidlr, che attualmente ha la sua sede centrale a Berna, è presente in diversi Paesi europei e africani ed è ben organizzata in Italia, Francia, Belgio, Canada, Germania, Austria, Svizzera, Spagna, Portogallo, Romania. Organo ufficiale dell’Associazione è la rivista Coscienza e Libertà.

In Italia ha sede a Roma. Per conoscerla meglio visita il sito: https://coscienzaeliberta.it/  

[Fonte: Eud News]

 

 

 

 

 

Mani di speranza

Mani di speranza

Appello umanitario delle Regioni Intereuropea e Transeuropea della Chiesa avventista e di Adra Europa per le persone colpite dalla crisi ucraina.

Notizie Avventiste – Adra e la Chiesa avventista in Europa esprimono tutta la loro preoccupazione per la popolazione ucraina colpita dal conflitto armato. In tali circostanze la nostra missione richiede una reazione immediata e determinata. 

I membri costituenti di Adra Europa, supportati dalle rispettive autorità nazionali, dalle organizzazioni di beneficienza, dalle chiese, dai donatori individuali, sono profondamente toccati dalla situazione delle persone in fuga. Sono soprattutto donne e bambini costretti a lasciare case e famiglie, e che si affidano totalmente alla buona volontà altrui. Non c’è dubbio che tutti loro sono il nostro prossimo. 

Insieme ad altre organizzazioni continueremo a sostenere chi fugge dalla guerra. Allo stesso tempo sollecitiamo la comunità globale affinché siano rispettati i fondamentali principi umanitari in Ucraina e nei Paesi confinanti.

Garantire i principi umanitari in Ucraina 
Secondo le Nazioni Unite (Onu), più di due milioni di individui hanno lasciato l’Ucraina. L’Alto Commissariato per i Rifugiati (Unhcr) lo ha definito un esodo, il più grave e rapido registrato in Europa della fine della Seconda guerra mondiale. Inoltre, sono 6,7 milioni gli sfollati all’interno del Paese. L’Ufficio Onu per il Coordinamento degli Affari Umanitari (Ocha) stima che questa emergenza colpirà circa 18 milioni di persone.

Prima degli ultimi sviluppi, nell’Ucraina orientale vi erano già 2,9 milioni di persone dipendenti dagli aiuti umanitari. I recenti inasprimenti della crisi hanno provocato una forte emigrazione di massa verso le nazioni confinanti: Polonia, Slovacchia, Romania, Ungheria e Moldavia. È la popolazione civile che porta il peso della guerra, in conseguenza del collasso delle infrastrutture e dei servizi pubblici.

Si è rivelato difficile garantire la protezione prevista dai principi umanitari a causa dei limiti di accesso e distribuzione. È vitale che non ci siano limiti di accesso secondo le leggi internazionali umanitarie, per poter proteggere la popolazione dalla violenza, fornendo al contempo un’assistenza neutrale, non politica, senza distinzione alcuna e che permetta una vita dignitosa. Chiediamo una fine pacifica della guerra per evitare ulteriori sofferenze.

I principi umanitari – umanità, neutralità, imparzialità e indipendenza – non ci permettono di scegliere o privilegiare i destinatari degli aiuti. Nostro dovere morale è aiutare tutti coloro che soffrono. La legge umanitaria internazionale va applicata in Ucraina e in altre situazioni simili del nostro pianeta, e non va dimenticata in questi momenti difficili. Il nostro appello è di garantire tali principi in Ucraina e in altre crisi umanitarie in atto nel mondo.

Adra attiva in prima linea 
Come abbiamo fatto nel passato continueremo a occuparci degli sfollati. Insieme a centinaia di volontari avventisti, Adra è presente attivamente in Ucraina, nelle nazioni confinanti e nelle comunità di accoglienza. Ecco le nostre attività: 
– trasporto e distribuzione (prodotti alimentari e non alimentari); 
– sostegno con denaro contante; 
– distribuzioni di pacchi di primo soccorso lungo i confini e nelle comunità di accoglienza; 
– sistemazione e alloggi per i profughi e gli sfollati interni; 
– trasporto degli sfollati nei luoghi di destinazione; 
– assistenza medica di base; 
– controlli sanitari; 
– assistenza a bambini e neonati; 
– istruzione in situazioni di emergenza; 
– attività protette e luoghi sicuri per donne e bambini; 
– assistenza ad anziani e disabili; 
– servizi di salute mentale (in presenza e online); 
– consulenza legale; 
– sostegno alle famiglie che accolgono; 
– ricariche dei dispositivi di comunicazione, batterie portatili; 
– approvvigionamenti alimentari.

Adra Europa, Adra Internazionale e le comunità avventiste di tutto il mondo continueranno a sostenere coloro che operano in prima linea usando le risorse finanziarie e materiali che raccolgono. Nel frattempo, speriamo e preghiamo affinché le persone che assistiamo possano riunirsi ai loro cari e tornare nei propri paesi.

Adra Europa si ispira alle promesse bibliche per gli sfollati, tra cui il testo di Isaia: “Poiché io sono il Signore tuo Dio che ti tengo per la destra e ti dico: ‘Non temere, io ti vengo in aiuto’” (Is 41:13, Cei).

Adra Italia continua la raccolta fondi per gli aiuti alla popolazione ucraina. 
Clicca qui per fare una donazione online per l’impegno di Adra in risposta a questa emergenza attraverso un bonifico bancario 
IBAN: IT 72 S 01030 03203 000002465824 
Causale Emergenza Ucraina.

Maggiori informazioni su adraitalia.org

[Fonte: Adra News]

 

 

Solidarietà e preghiera per la popolazione ucraina

Solidarietà e preghiera per la popolazione ucraina

Dichiarazione della Chiesa avventista.

La Chiesa Cristiana Avventista del Settimo Giorno fa giungere il più fraterno e sollecito messaggio di solidarietà alla comunità ucraina e alle famiglie cristiane ucraine presenti in Italia.

Partecipiamo con apprensione e con sgomento a quanto sta accadendo nella vostra Patria e innalziamo una preghiera continua al Signore affinché nella forza del suo Spirito pieghi la stoltezza dei cuori e conduca i popoli alla pace e alla concordia.

Auspichiamo che ovunque la parola prevalga sul conflitto, la comprensione prevalga sull’odio, la saggezza prevalga sulla discordia e sull’arroganza.

Auspichiamo altresì che le chiese cristiane, in Ucraina e nella Federazione Russa, particolarmente le chiese di maggioranza, sappiano esercitare il delicato e pur indispensabile compito della mediazione per la pace e non si lascino reclutare da logiche nazionaliste che assai poco gioverebbero alla ricerca di una via di pace e di concordia.

Il Signore custodisca i nostri cuori nel duro momento della prova. 

Comunicato a cura della Chiesa avventista
Richiesta di preghiere da HopeMedia Ucraina
Riaffermazione della risposta della Chiesa avventista al Covid-19

Riaffermazione della risposta della Chiesa avventista al Covid-19

I dirigenti avventisti condividono un nuovo comunicato sull’attuale posizione della denominazione.

Questo documento è stato prodotto dall’amministrazione della Chiesa avventista mondiale (o Conferenza Generale), dal Biblical Research Institute, dai Ministeri per la promozione della Salute della Conferenza Generale, dal Dipartimento Affari Pubblici e Libertà Religiosa, dall’Ufficio del Consiglio Generale della Chiesa mondiale e dalla Loma Linda University Health. Si basa sulla dichiarazione sui vaccini votata nell’aprile 2015 e afferma sia quella dichiarazione sia le informazioni sull’immunizzazione anti Covid-19 condivise il 22 dicembre 2020.

La pandemia di Covid-19 è la più grande crisi di salute pubblica degli ultimi cento anni. Ha devastato le popolazioni di tutto il mondo e ha gravemente colpito la salute fisica, spirituale, mentale, emotiva e relazionale. Dalla sua comparsa sono in corso isolamento, ondate ricorrenti, sconvolgimenti economici e morti. Ci troviamo di fronte a misure che riducono i rischi, come l’uso delle mascherine, il distanziamento sociale (fisico), l’igienizzazione delle mani, la diagnosi precoce, i test e il tracciamento dei contatti, e che sono diventati parte della nostra vita quotidiana.

In questo tempo di crisi e turbamento, la Chiesa Avventista del Settimo Giorno è impegnata nella missione di elevare Cristo, la sua Parola e la sua giustizia, e di proclamare il messaggio dei tre angeli al mondo per preparare le persone, attraverso la potenza dello Spirito Santo, all’imminente ritorno di Gesù. Il messaggio sulla salute è il braccio destro del Vangelo e quindi uno stile di vita sano è una parte importante dei principi in cui crede la Chiesa avventista sin dai suoi primi anni, e tale rimane. Siamo ancora impegnati a vivere, condividere e promuovere una vita sana, come espresso dal messaggio avventista di salute olistica affidato alla Chiesa. Gli studi avventisti sulla salute hanno confermato i benefici inequivocabili di una maggiore longevità e qualità della vita grazie alla pratica di tali principi sanitari. Questi includono una dieta vegetariana equilibrata, esercizio fisico regolare, bere quantità adeguate di acqua, esposizione attenta alla luce solare, aria fresca, astensione da bevande alcoliche, tabacco e da altre sostanze nocive, riposo e sonno adeguati e, soprattutto, fiducia in Dio. Tali pratiche migliorano e mantengono un sistema immunitario sano. Oltre ai benefici derivanti dal seguire i principi di uno stile di vita sano e le pratiche preventive di sanità pubblica, la Chiesa afferma e raccomanda l’uso responsabile dei vaccini come un’importante misura di salute pubblica, specialmente durante una pandemia. Allo stesso tempo, la chiesa rispetta i diritti individuali di libertà di scelta di chi sceglie di non farsi vaccinare (https://www.adventist.org/official-statements/immunization/; https://chiesaavventista.it/documenti-ufficiali/dichiarazione-sui-vaccini/).

L’attuale posizione della chiesa sull’immunizzazione e sui vaccini, compresi quelli contro il Covid-19, si basa sulla percezione del messaggio completo sulla salute che gli avventisti del settimo giorno hanno approvato, fin dall'inizio, con ampio supporto delle Scritture e degli scritti di Ellen G. White, in merito all’importanza della prevenzione delle malattie. Come denominazione, sosteniamo da più di cento anni la sinergia di uno stile di vita sano e di un’immunizzazione responsabile. Alla luce della portata globale della pandemia, dei decessi, delle disabilità e degli effetti a lungo termine del Covid-19, che stanno emergendo in tutte le fasce d'età, incoraggiamo i nostri membri a considerare la vaccinazione responsabile e la promozione e la facilitazione dello sviluppo di ciò che è comunemente definita immunità di gregge (immunità comunitaria preesistente di circa l’80% della popolazione o più a causa di precedenti infezioni e/o vaccinazioni).

Siamo consapevoli che i vaccini possono avere effetti collaterali e questi possono essere gravi in una piccola percentuale di casi, inclusa la morte in situazioni rare. Nessun vaccino è efficace al cento per cento. Pertanto, le nostre decisioni devono considerare con attenzione il rischio di ricevere il vaccino rispetto ai rischi di essere infettati dal virus del Covid-19. L’immunità conferita sia dall'infezione naturale che dal vaccino è limitata nel tempo e può rendersi necessaria la somministrazione di dosi di “richiamo”. Ricevere la puntura di richiamo, su raccomandazione del proprio medico, può promuovere ulteriormente la salute personale e pubblica. La necessità di una tale dose di richiamo non indica il “fallimento” di un vaccino, ma riflette la natura del livello di anticorpi che possono diminuire nel tempo.

La Chiesa Avventista del Settimo Giorno rispetta la libertà di scelta di ogni individuo nel prendere decisioni responsabili riguardo alla propria salute. Poiché il nostro corpo è il tempio dello Spirito Santo e apparteniamo a Cristo sia per creazione sia per redenzione, dovremmo cercare personalmente la volontà di Dio circa le vaccinazioni contro il Covid-19.

La decisione di farsi vaccinare o meno non è una questione di salvezza, né è legata, come qualcuno potrebbe suggerire, al marchio della bestia. È una questione di scelta personale.[2]. Crediamo fermamente che in materia di convinzione personale dobbiamo essere guidati dalla Parola di Dio, dalla nostra coscienza e dal giudizio informato. Nel soppesare le varie opzioni, dobbiamo considerare che i benefici della vaccinazione vanno oltre noi stessi e aiutano a proteggere la comunità locale e la comunità globale in generale. Dopo aver esaminato personalmente tutti gli aspetti della questione, tenendo conto della situazione unica della propria salute, cercando consiglio medico e pregando al riguardo, la persona può quindi, di concerto con il proprio medico, prendere la migliore decisione possibile (cfr. 1 Corinzi 6:19, 20; Salmo 32:8; Proverbi 11:14; Giacomo 1:5; Isaia 58:11). Come conferma l’informativa della Conferenza Generale degli avventisti del settimo giorno sui vaccini anti Covid-19 rilasciata il 18 dicembre 2020 e basata sulla dichiarazione sui vaccini del 2015:

“LA DECISIONE DI ESSERE VACCINATI O NO SPETTA A OGNI INDIVIDUO, E DEVE ESSERE PRESA IN ACCORDO CHE LA PROPRIA ASSISTENZA SANITARIA. È IMPORTANTE LA RICERCA PERSONALE SULL’ARGOMENTO. INFINE, FACCIAMO AFFIDAMENTO SULLE PRATICHE SANITARIE BIBLICHE E DELLO SPIRITO DI PROFEZIA, E SEGUIAMO LA GUIDA DI DIO NELLA NOSTRA VITA, CHE PORTERÀ PACE E SICUREZZA NELLE NOSTRE SCELTE”. https://www.healthministries.com/covid-19-vaccines-addressing-concerns-offering-counsel/ (in italiano: https://hopemedia.it/vaccini-covid-19-affrontare-le-preoccupazioni-dare-consigli/)

I Paesi e le società di tutto il mondo hanno già affrontato ordinanze in materia di salute pubblica in varie forme. Queste sono state attuate come misure di protezione, riconoscendo che la salute della collettività è un fattore determinante per la salute individuale e la predisposizione alle malattie. Le pratiche di salute pubblica sono state imposte fin dai tempi di Mosè, e probabilmente anche prima. Esempi più recenti di pratiche obbligatorie di salute pubblica includono il divieto di fumare sugli aerei e l’uso delle cinture di sicurezza come requisito generale in tutti i veicoli a motore. Negli ultimi 120 anni, la vaccinazione obbligatoria contro il vaiolo è stata implementata nella popolazione generale degli Stati Uniti e nei Paesi di tutto il mondo, e il risultato finora è stato un mondo libero dal vaiolo.

Numerose altre malattie infettive sono sotto controllo tramite le vaccinazioni e sono state anche soggette a obblighi (ad esempio: poliomielite, morbillo, difterite). Negli anni ’30 del secolo scorso, i missionari avventisti del settimo giorno furono istruiti dalla Chiesa, in quanto loro datore di lavoro, a farsi vaccinare contro il vaiolo e il tifo. Queste esigenze sono state ampiamente diffuse nel corso degli anni nelle pubblicazioni ufficiali della Chiesa e l’accettazione delle stesse da parte dei membri di chiesa è stata complessivamente positiva. I requisiti per i missionari di essere vaccinati in modo appropriato e responsabile continuano oggi. Per tutta la sua vita, Ellen G. White non ha commentato la questione della libertà religiosa in relazione alle ordinanze di immunizzazione. Ha compreso chiaramente, e meglio di molti altri, il messaggio di salute olistica affidato alla Chiesa.

La Chiesa Avventista del Settimo Giorno non si oppone alle ordinanze di sanità e sicurezza pubblica del governo. La sottomissione alle autorità governative è un principio biblico, a meno che non sia in conflitto con l'obbedienza a Dio (cfr. Matteo 22:21; Romani 13:1-7). In molti casi la Chiesa Avventista del Settimo Giorno ha sostenuto i decreti governativi su questioni sanitarie e di sicurezza. Quando si tratta di vaccinazioni anti Covid-19, crediamo che le persone abbiano il diritto di affermare e difendere la loro convinzione di essere vaccinati o meno. Le ordinanze di solito consentono esenzioni per convinzioni religiose o condizioni di salute individuali. Con l’attuale e ampia disponibilità di tamponi, le persone possono scegliere, invece, di sottoporsi a test regolari, se richiesto.

Il Dipartimento Affari Pubblici e Libertà Religiosa (Aplr) della Conferenza Generale considera la pandemia di Covid-19 una crisi di salute pubblica e vede di conseguenza la sua connessione con i vaccini. L’Aplr fornisce supporto e assistenza ai membri che difendono gli insegnamenti e le dottrine religiose della Chiesa, come espresso nel suo sistema di punti di fede e nella dichiarazione d’intenti (e lo fa anche per altri gruppi di fede). Riconosciamo che a volte i nostri membri avranno preoccupazioni personali e persino convinzioni che vanno oltre gli insegnamenti e le posizioni della Chiesa. In questi casi, i direttori Aplr della Chiesa faranno il possibile per fornire supporto e consulenza su base personale, non come posizione della Chiesa, a

volte anche aiutando i membri a scrivere le loro richieste personali di accordo indirizzate ai datori di lavoro e ad altri. Tuttavia, per evitare confusione sulle sue posizioni, potrà spesso accadere che, in tali circostanze, la Chiesa non voglia che il suo sostegno o la difesa di un membro si rifletta nella corrispondenza o nella comunicazione pubblica. È importante che la Chiesa conservi la sua capacità di esprimersi su questioni che sono centrali per il suo sistema di credenze e identità, e che la sua influenza non venga diluita da convinzioni e programmi personali che non sono centrali nel contesto del suo messaggio del Vangelo e delle sue considerazioni profetiche.

La Chiesa Avventista del Settimo Giorno, in accordo con i Dipartimenti dei Ministeri per la promozione della Salute e degli Affari Pubblici e Libertà Religiosa della Conferenza Generale degli avventisti del settimo giorno, è convinta che i programmi di vaccinazione che generalmente vengono attuati siano importanti per la sicurezza e la salute dei nostri membri e della collettività in generale. Pertanto, le rivendicazioni di libertà religiosa non sono utilizzate in modo appropriato quando si contestano i decreti governativi o i programmi dei datori di lavoro volti a proteggere la salute e la sicurezza delle loro comunità.

È stata questa, in generale, la posizione della Chiesa nell’ultimo secolo, da quando è stato sviluppato il moderno programma di vaccinazione. Crediamo che usare le nostre risorse della libertà religiosa negli sforzi per difendere tali decisioni personali, indebolirebbe la nostra posizione sulla libertà religiosa agli occhi del governo e del pubblico. Tali sforzi renderebbero meno probabile che questi argomenti vengano ascoltati e apprezzati quando saranno utilizzati per questioni di culto e di pratica religiosa. Comprendiamo che alcuni dei nostri membri vedono le cose in modo diverso e rispettiamo le loro convinzioni. A volte possono avere diritti che possono essere difesi davanti alla legge, e indicheremo i materiali e le risorse per farlo, ma non possiamo assumere questo impegno direttamente per loro conto.

In che modo la Loma Linda University Health (Lluh), una delle nostre migliori università ospedaliere confessionali, e la sua scuola di medicina hanno risposto durante la pandemia? Attualmente, il 90% degli studenti della Lluh è vaccinato, così come il 97% dei nostri medici. Negli ospedali si offrono dichiarazioni per motivi religiosi a coloro i quali sono fermamente convinti di non vaccinarsi, ma devono effettuare uno screening settimanale. Di conseguenza, le segnalazioni di Covid-19 tra studenti e personale sono notevolmente diminuite da dicembre 2020.

Ciò che conta davvero durante questa pandemia, e non solo, è il modo in cui ci trattiamo a vicenda, in particolare all'interno della Chiesa ma anche all’interno della società in cui viviamo. La rabbia, la stigmatizzazione o la diffamazione non devono avere posto nel corpo di Cristo. Abbiamo bisogno di relazionarci gli uni con gli altri con rispetto, amore e compassione.

Invece di concentrarci sulle nostre convinzioni individuali, dovremmo stringerci di più insieme nella relazione con Cristo e gli uni con gli altri. Dobbiamo praticare l’incoraggiamento reciproco e portare speranza alle persone del mondo mentre condividiamo l’importante messaggio dei tre angeli di Dio e l’attesa dell’imminente ritorno di Cristo. Dobbiamo lavorare per diventare più attivi nelle nostre chiese e non creare divisioni all’interno dell’intero corpo di Cristo (la Chiesa). Come avventisti dobbiamo essere un esempio per gli altri, tenendo presente che l’universo ci guarda.

È importante prendersi cura a vicenda, e tener conto l’uno dell’altro nelle nostre pratiche. Ciò include la prevenzione della diffusione di malattie mortali e, che si tratti o meno del vaccino, l’amore reciproco e l’amore per il prossimo come noi stessi. Allora, insieme, possiamo avanzare nella fede, “sopportandovi gli uni gli altri con amore” e ascoltando il consiglio del Cielo: “sforzandovi di conservare l'unità dello Spirito con il vincolo della pace” (Efesini 4:2, 3). Cristo ci chiama a non avere paura e a riporre in lui la nostra sicurezza, poiché nulla può separarci dal suo amore (Romani 8:31-39). “Il Signore cammina egli stesso davanti a te; egli sarà con te; non ti lascerà e non ti abbandonerà; non temere e non perderti di animo” (Deuteronomio 31:8; cfr. Giovanni 16:33). Riponiamo la nostra speranza in Gesù e incoraggiamoci in lui, perché lui ha vinto il mondo!

In quanto organizzazione globale, la Chiesa Avventista del Settimo Giorno non si occupa e non può affrontare le circostanze legali uniche e i requisiti di vaccinazione che possono essere richiesti nelle oltre 200 nazioni in cui opera la Chiesa. Vanno consultate le leggi nazionali in merito alla possibilità e alla disponibilità di esenzioni religiose per coloro che hanno opinioni forti sull’essere vaccinati contro il Covid-19. La Chiesa Avventista del Settimo Giorno non sostiene le esenzioni religiose globali o nazionali alla vaccinazione, sulla base della sua comprensione della Bibbia e degli scritti di Ellen G. White, e come espresso in questa dichiarazione.

 

Note

[1] (nel titolo) Il processo di elaborazione di questo documento ha incluso un’ampia consultazione di diverse entità ecclesiali e specialisti che rappresentano la Chiesa mondiale.

[2] Faremmo bene a ricordare che Dio ha dato a Adamo ed Eva la libertà di scelta nel Giardino dell'Eden, sebbene tale scelta abbia avuto conseguenze significative.

Riferimenti

 

 

 

Canada. Solidarietà della Chiesa avventista alla comunità dei nativi

Canada. Solidarietà della Chiesa avventista alla comunità dei nativi

La denominazione ha espresso cordoglio dopo la scoperta dei resti di 215 bambini nella Kamloops Indian Residential School.

HopeMedia Italia – “La Chiesa avventista in Canada piange insieme con le famiglie dei nativi Tk'emlúps te Secwépemc e con tutti i popoli indigeni dell’Isola Turtle dopo la scoperta dei resti di 215 bambini sepolti nella ex Kamloops Indian Residential School”. Inizia così la dichiarazione di solidarietà rivolta dalla denominazione alla comunità dei nativi della Columbia Britannica .

“Questo orribile evento ci ricorda il rapporto travagliato che il Canada continua a mantenere con le popolazioni indigene che abitavano i territori prima della fondazione del Paese” continua la dichiarazione “Rappresenta un'opportunità per riconoscere la verità sulle ingiustizie passate e presenti, comprendere la resilienza dei popoli nativi del Canada e intraprendere insieme un processo di riconciliazione per creare un Paese migliore per tutti”.

In segno di lutto, le bandiere della sede avventista in Canada hanno sventolato a mezz’asta.

Le scuole residenziali per nativi 
L’istituto dove è avvenuto il ritrovamento era parte della rete di scuole residenziali fondate dal governo e amministrate dalle chiese cattoliche, in cui venivano portati i bambini tolti alle famiglie indigene allo scopo di rimuovere la loro cultura, identità e connessione con i genitori, per assimilarli nella cultura dominante.

Si stima che più di 150.000 bambini abbiano frequentato le scuole residenziali in Canada dal 1830 fino alla chiusura dell'ultimo istituto nel 1997. Secondo il Centro nazionale per la verità e la riconciliazione (Nctr) sono circa 4.100 i bambini morti nelle scuole residenziali, se ci si basa sui registri dei decessi, ma il vero totale è probabilmente molto più alto. Un gran numero di bambini indigeni strappati alle loro famiglie e inviati con la forza alle scuole residenziali non sono mai tornati a casa.

Il Canada ha istituito un numero telefonico di crisi a livello nazionale, aperto 24 ore un 24, per gli ex studenti delle scuole residenziali e altre persone bisognose di sostegno emotivo e psicologico.

[Fonte: Nad News]

 

Violenze a Capitol Hill. Ferma condanna della Chiesa avventista nordamericana

Violenze a Capitol Hill. Ferma condanna della Chiesa avventista nordamericana

HopeMedia Italia – I dirigenti della Regione Nordamericana (Nad) della Chiesa avventista hanno rilasciato una dichiarazione dopo l’attacco al Campidoglio statunitense, sede di Parlamento e Senato, costato la vita a cinque persone.

“Gli eventi di Washington, D.C., pochi giorni fa, sono stati traumatici per la maggior parte degli americani e scioccanti per il mondo intero” affermano i dirigenti Nad “Molti dei nostri membri di chiesa sono profondamente preoccupati per le azioni che hanno avuto luogo al Campidoglio degli Stati Uniti, il 6 gennaio 2021. La dirigenza della Regione Nordamericana afferma il diritto delle persone a protestare rispettosamente, ma condanna fermamente le azioni riprovevoli dei rivoltosi che mostrano una chiara mancanza di rispetto per la sicurezza degli altri, l'istituzione della democrazia e il processo diplomatico e ordinato di transizione del governo”.

La dichiarazione invita a “riflettere in preghiera” su due testi del Nuovo Testamento. “E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù” (Filippesi 4:7). “Dio è la mia salvezza e la mia gloria; la mia forte rocca e il mio rifugio sono in Dio” (Salmo 62:7).

“Riconosciamo” conclude il documento “che i nostri membri negli Stati Uniti rappresentano uno spettro completo di punti di vista e posizioni su molte questioni. Per il futuro, possa l'amore di Dio unirci nella testimonianza reciproca e verso la società in cui viviamo e lavoriamo. Possa Dio concederci pace, forza e saggezza nel nostro essere cittadini in questo Paese. In quanto seguaci di Cristo, uniamoci nella preghiera per le nostre comunità e i nostri leader, e lo Spirito di Dio prevarrà”.

[Fonte: Nad News Point]

Una sola umanità

Una sola umanità

Nuova dichiarazione ufficiale della Chiesa avventista mondiale sui rapporti umani, contro razzismo, casteismo, tribalismo ed etnocentrismo.

Notizie Avventiste – Il Comitato amministrativo della Chiesa avventista mondiale ha votato, lo scorso 15 settembre, la dichiarazione ufficiale “Una sola umanità”, che esprimere la posizione della denominazione contro razzismo, casteismo, tribalismo ed etnocentrismo.

Il documento arriva dopo i recenti eventi negli Stati Uniti e la richiesta del Dipartimento Affari Pubblici e Libertà Religiosa (Aplr) di produrre una nuova dichiarazione della Chiesa sulle questioni globali che coinvolgono il razzismo. Ganoune Diop, direttore Aplr a livello mondiale, ha parlato del motivo per cui questa dichiarazione è importante nel clima attuale e ha rilevato una maggiore consapevolezza mondiale della “pandemia del razzismo”.

“Come Chiesa avventista del settimo giorno, abbiamo nel nostro Dna il concetto di uguaglianza, perché siamo tra coloro che credono nella creazione” ha affermato Diop “C’è una sola umanità e il razzismo è la negazione della dignità umana di una persona creata a immagine di Dio. I principi e i valori che ci caratterizzano in quanto Chiesa significano che la nostra voce dovrebbe essere ascoltata su questo tema. La sfida per tutti gli avventisti è di essere all’altezza di questo ideale”.

Ella Simmons, vicepresidente generale della denominazione mondiale, che ha presieduto il sottocomitato di scrittura incaricato di redigere e revisionare il documento, ha tenuto a sottolineare che la dichiarazione non vuole affrontare solo le questioni del razzismo in una regione, ma anche quelle che riguardano le discriminazioni globali. “Sebbene negli Stati Uniti il razzismo abbia un carattere unico” ha dichiarato “è un fenomeno mondiale, non importa con quale nome lo si indichi. Considerata la natura globale della nostra Chiesa e la ripresa nel mondo di continui episodi di razzismo, è stato necessario produrre una dichiarazione non limitata a una particolare regione, ma che riconosca la relazione e la connessione di tali questioni in tutto il pianeta”.

Il presidente della Chiesa avventista mondiale, Ted N. C. Wilson, ha definito “potente” il documento approvato, perché aiuta “le persone a vedere il quadro generale delle relazioni umane” dato che “siamo una sola umanità, soprattutto quando Cristo entra nella nostra vita”.

La dichiarazione
“Il dovere morale di dichiarare i principi biblici nel modo in cui trattiamo gli altri esseri umani è diventato di importanza capitale, in quanto il mondo riconosce sempre di più l’indomabile flagello dell’ingiustizia razziale, dei conflitti tribali e del fanatismo derivante dal sistema delle caste, imposto a milioni di persone in ogni società e regione del mondo” esordisce il documento votato, che aggiunge “Gli avventisti del settimo giorno sono fedeli alle verità bibliche immutabili che rivelano come gli esseri umani siano stati fatti a immagine di Dio (Genesi 1:27). Sulla base del racconto della creazione riportato nel libro della Genesi, crediamo nell’uguaglianza immutabile di tutte le persone, in ogni tempo, in ogni luogo e in ogni circostanza, secondo quanto stabilito da Dio”.

Il documento prosegue ribadendo e riaffermando l’importanza della dignità e del rispetto di ogni persona. “Confermiamo la nostra fedeltà nei confronti dei principi biblici di uguaglianza e dignità di tutti gli esseri umani, a fronte dei continui e persistenti tentativi di utilizzare il colore della pelle, il luogo di origine, la casta, o la discendenza percepita, come pretesto per opprimere e dominare. Questi tentativi rappresentano la negazione della nostra umanità condivisa e noi deploriamo ogni aggressione e pregiudizio di questo tipo, considerandoli un’offesa nei confronti di Dio”. 

A chiudere il documento la certezza che la fede in Gesù sia capace di mutare i cuori e cambiare le menti perché non si commettano più questi peccati. “Siamo convinti che l’unica soluzione al peccato del razzismo, del casteismo, del tribalismo e dell’etnocentrismo sia la trasformazione di ogni singola vita e di ogni rapporto tramite il Cristo e il suo potere salvifico. Accettiamo e sposiamo il nostro impegno cristiano di vivere, tramite la potenza dello Spirito Santo, come una chiesa giusta, premurosa, amorevole, fondata sui principi biblici”.

Il valore della dichiarazione 
I dirigenti della denominazione confidano che questa nuova dichiarazione diventi un appello per ogni avventista a manifestare l’amore e la pace di Cristo nella società in cui vive. “I membri della Chiesa avventista avranno una meravigliosa opportunità di dimostrarlo nella vita reale…” ha affermato Wilson “Dio provvederà tutti i mezzi necessari per mostrare alle persone che quando Cristo ha il controllo, vi è riconoscimento della dignità e dimostrazione di rispetto verso tutti; così promuoveremo il grande e potente messaggio dei tre angeli di Apocalisse 14: 6-12, e del quarto angelo del capitolo 18: 1-4, ‘a ogni nazione, tribù, lingua e popolo’, mentre attendiamo con impazienza il ritorno di Cristo”.

“Questa è più di una dichiarazione” ha ribadito Simmons “È una chiara affermazione della posizione della Chiesa avventista sui rapporti umani. È la nostra illustrazione dell’appello di Dio al suo popolo su come mettere in atto l’amore cristiano. È una prospettiva urgente e un’espressione di come vivremo insieme come Chiesa e di ciò che costruiremo per il resto del mondo ovunque ci troviamo”.

Leggi qui la dichiarazione completa.

La morte di George Floyd e le proteste in varie città

La morte di George Floyd e le proteste in varie città

“Ognuno di noi deve schierarsi contro l’ingiustizia e l’odio”. Presa di posizione della Chiesa avventista in Nord America, Australia, Europa.

HopeMedia Italia – In una dichiarazione ufficiale, rilasciata il 29 maggio scorso, la Chiesa Cristiana Avventista del Settimo Giorno in Nord America ha preso posizione “in merito alle tragiche uccisioni di Ahmaud Arbery in Georgia, Breonna Taylor nel Kentucky, George Floyd nel Minnesota”.

“In quanto comunità cristiana con il maggior indice di differenziazione etnica negli Stati Uniti, la nostra voce rappresenta quasi tutte le realtà etniche del nostro Paese” si legge nella dichiarazione “condanniamo qualsiasi azione di odio e di violenza e chiediamo che giustizia sia fatta per le vittime e le loro famiglie. Alcuni di coloro ai quali è stata affidata la tutela di tutte le componenti della società hanno tradito il patto solenne di servire l’altro, specialmente i più svantaggiati. Nessun americano, quando esce di casa, dovrebbe temere per la propria vita, a causa del colore della pelle o dell’ascendenza etnica”.

Il comunicato sollecita quindi “ogni membro delle nostre comunità a pregare e a riflettere sul modo in cui interagisce con coloro che fanno parte della collettività che lo circonda. Ognuno di noi deve schierarsi contro l’ingiustizia e l’odio, come fece Gesù quando era su questa terra. Possiamo fare la differenza nella vita degli emarginati le cui aspettative sono state tradite. Dobbiamo dare voce alle vittime dell’odio e del razzismo. Le nostre azioni possono parlare più forte delle parole”.

Il past. Stefano Paris, presidente della denominazione in Italia, ha ribadito: “La Chiesa avventista condanna ogni forma di odio e di violenza specialmente quando ha una matrice razziale. Ci uniamo al cordoglio dei familiari delle vittime, auspicando che la giustizia individui e punisca i colpevoli. Solo Dio cancellerà il male dal mondo, ma in attesa di quel giorno, in quanto credenti e cristiani dobbiamo impegnarci a trasmettere l’amore che Cristo ci ha insegnato”.

Le voci di condanna da parte di dirigenti e istituzioni avventiste si sono moltiplicate nei giorni.

Messaggio del presidente della Chiesa mondiale
“La Chiesa avventista globale è unita nel condannare il razzismo, il bigottismo, l’odio, i pregiudizi e la violenza in tutte le sue molteplici forme. Sappiamo che il Signore è un Dio di giustizia, che vede e conosce tutto” afferma Ted N. C. Wilson, presidente della denominazione a livello mondiale.

“Ho inviato lettere di cordoglio, a nome della Chiesa, alle famiglie di Ahmaud Arbery, Breonna Taylor e George Floyd” continua il presidente “in cui ho espresso la nostra partecipazione al dolore per la tragica perdita dei loro cari e affermato che sosteniamo fermamente  i principi biblici che vanno contro a odio, rabbia, razzismo, pregiudizi e altro”.

Nel messaggio Wilson offre alle famiglie sostegno, speranza e incoraggiamento, ma non solo. “Stiamo inviando a ogni famiglia una piccola, tangibile indicazione di simpatia e incoraggiamento pratico sotto forma di frutta”.

Dopo aver esortato i credenti a essere parte positiva e attiva nella società in cui vivono “portando pace, conforto, speranza e quel coraggio che solo Cristo può fornire mentre seguiamo il suo esempio come delineato nel Vangelo di Luca 4:18”, invita a “praticare il frutto dello Spirito che è ‘amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo’ (Galati 5:22,23)”.

Dichiarazione dei dirigenti in Europa
Esprime dolore ed empatia alla famiglia di George Floyd, l’afroamericano disarmato, morto il 25 maggio dopo che un poliziotto bianco gli aveva premuto il ginocchio sul collo, la dichiarazione della Chiesa avventista in Europa.

L’orribile morte dell’uomo ha provocato preoccupazione e proteste non solo negli Stati Uniti, dove sono sfociate in atti di violenza, ma anche in tutto il mondo, con lo slogan “Non riesco a respirare”, le parole ripetute più volte dalla vittima. Manifestazioni si sono svolte nei giorni scorsi davanti alle ambasciate statunitensi e in varie città e Paesi europei, tra cui Danimarca, Polonia e Regno Unito.

I dirigenti della Chiesa avventista in Europa si uniscono alla voce della denominazione in Nord America e affermano: “Condanniamo queste azioni di odio e violenza e chiediamo che sia fatta giustizia per le vittime e per loro famiglie. Chiediamo inoltre un’azione concreta che possa portare tutti i cittadini verso una società più equa e reciprocamente solidale, sia negli Stati Uniti sia nelle culture in cui viviamo e serviamo. Sebbene non giustifichiamo i saccheggi e la rivolta, come mostrano le immagini in televisione, capiamo la frustrazione e il dolore derivanti dall’emarginazione nella società”.

“Come cristiani” continuano “crediamo in un Dio che ama incondizionatamente, che ha dato il suo unico Figlio in modo che nessuno debba perire (Giovanni 3:16). Accettiamo le parole di Paolo secondo cui ‘siete tutti figli di Dio per la fede in Cristo Gesù’ (Galati 3:26). Chiediamo ai membri delle nostre chiese e alle comunità, ovunque, di cercare dei modi per costruire la collettività, abbattere barriere, dar voce agli emarginati e di esprimersi contro odio e ingiustizia”.

Dichiarazione dall’Australia
In una dichiarazione rilasciata il 2 giugno, il past. Jorge Munoz, presidente della Chiesa avventista in Australia, esprime cordoglio per gli eventi accaduti negli Stati Uniti, pur riconoscendo che “anche in Australia non siamo esenti da simili questioni, e come seguaci di Gesù condanniamo ogni forma di razzismo e odio”.

In quanto cristiani, dobbiamo adoperarci per “creare spazi in cui le persone possano… sentirsi libere dai pregiudizi. Come seguaci di Gesù siamo chiamati a creare ambienti in cui gli altri si sentano amati, desiderati e riconciliati in uno spirito di unità. Possano i nostri cuori essere sensibili e pronti a diventare agenti di cambiamento nella nostra comunità e nel nostro Paese. Essere più simili a Cristo è ciò di cui abbiamo bisogno come mai prima d’ora”.

 

Siamo tutti insieme. Dichiarazione di Adra Europa sulla pandemia Covid-19

Siamo tutti insieme. Dichiarazione di Adra Europa sulla pandemia Covid-19

L’agenzia umanitaria avventista opera ed è attiva su scala locale e internazionale con interventi nei territori. “Ci aspettiamo che la risposta alla pandemia acceleri soluzioni sostenibili e a lungo termine”.

HopeMedia Italia – “Insieme con i nostri partner, per fronteggiare questa crisi pandemica, stiamo intervenendo in prima linea per dare un tetto e cibo ai senzatetto; globalmente siamo presenti, per quanto riguarda i servizi sanitari e d’igiene mentale, nel campo educativo, nell’aiuto agli anziani, ai giovani, ai bambini e alle famiglie”. Ad affermarlo è Adra Europa, nella dichiarazione rilasciata il 17 aprile sull’emergenza coronavirus e in cui evidenzia: “Siamo tutti insieme”.

Nel suo appello alla solidarietà, l’agenzia umanitaria avventista europea chiede alla comunità globale di adoperarsi “per assicurare e facilitare l’accesso all’istruzione sia pur tenendo conto delle necessarie misure protettive”. Adra promuove la campagna Tutti i bambini del mondo a scuola, che ha già raccolto oltre 500.000 firme a livello internazionale.

La dichiarazione chiede anche un supporto universale al werfare e alle organizzazioni che sostengono la società civile, poiché in molti saranno in difficoltà man mano che le loro normali fonti di reddito si esauriranno.

La parte finale del documento contiene un appello alla responsabilità rivolto a governi e i privati in cui si chiede di attuare misure in grado di sostenere le categorie più vulnerabili ed economicamente più colpite, quando prendono decisioni per affrontare i danni economici causati dall’emergenza coronavirus. A ciò si aggiunge la necessità di solidarietà intergenerazionale e di sostegno ai Paesi in via di sviluppo, in un momento di particolare difficoltà economica.

Clicca qui per leggere l’intero documento di Adra Europa.

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