Una pietra all’entrata del sepolcro

Una pietra all’entrata del sepolcro

lM13-Editoriale_una pietra all'entrata del sepolcroGiuseppe Marrazzo – I suoi nemici tirano un sospiro di sollievo. Hanno temuto il peggio con questa storia dell’amicizia fra gli uomini e con Dio… Ora possono cantare vittoria, l’Amicizia è morta, sepolta, sigillata dietro quel masso. Festeggiano segretamente per quel tanto che consente loro la tradizione rabbinica riguardo al sabato.

Le ore di quel «giorno del Signore» costituiscono una tregua tra l’odio e l’amore. Sono convinti di aver chiuso definitivamente la brutta avventura di quello strano «contestatore». Credono di aver tolto di mezzo l’Amicizia, ma l’amicizia, quella vera, non muore. Muoiono i surrogati dell’amicizia. Se ne sta tranquilla dietro la pietra dando l’illusione della vittoria, tra l’altro di brevissima durata. La vittoria appartiene al «rivoluzionario». Egli ha inaugurato una nuova «superstrada» all’insegna della libertà, della felicità e della vita.

Rivoluzione digitale e fiducia

Rivoluzione digitale e fiducia

M11-Editoriale_fiducia-AVincenzo Annunziata – Grazie (o per colpa) della rivoluzione digitale  sta cambiando quasi tutto. La trasformazione avviene non solo a motivo della grande crisi economico-finanziaria, ma anche a causa delle difficoltà nel sistema comunicativo e motivazionale alla base degli orientamenti di scambio e di rappresentazione sociale. I nuovi media e lo tsunami digitale favoriscono sempre più le relazioni e i contatti «digitali» (cfr. Facebook, Twitter) e non più quelli che eravamo abituati a usare nel passato.

Questo nuovo scenario porta anche ad avere mancanza di fiducia nelle istituzioni e perfino nella chiesa. Da ultime statistiche Eurisko (marzo 2014) è diminuita la fiducia nelle forze dell’ordine (65%), chiesa cattolica (54%), magistratura (45%), sindacati (27%) e partiti politici (11%).

«I miei pensieri non sono i vostri pensieri», dice il Signore (Is 55:8). Dio e noi non abbiamo lo stesso modo di agire, di pensare. Possiamo distinguere due modi: umano, che ci vede come protagonisti, con tutta la nostra impazienza, con l’impeto che a volte spinge ad agire non sempre per il meglio; divino, un piano che ci aiuta a comprendere come Dio ha cura di noi.

Dio farà grandi cose per coloro che confidano in lui. Abbiamo noi fiducia nella nostra chiesa o alimentiamo anche noi queste statistiche?

Disonesti geniali

Disonesti geniali

M10-Editoriale_disonesti genialiGiuseppe Marrazzo – Uno studio psicologico ha illustrato quanto la disonestà sia ingegnosa e creativa. L’immagine del genio del male è pervasiva; è presente in fumetti, film e letteratura. Francesca Gino, docente alla Harvard Business School, ha detto: «Il comportamento disonesto e quello creativo hanno qualcosa in comune: coinvolgono entrambi la rottura delle regole».

Eppure la menzogna, la frode e i comportamenti immorali sono le grandi sfide del nostro tempo. Ma anziché specializzarsi e diventare individui «moralmente flessibili», dovremmo riscoprire il valore dell’etica e utilizzare la creatività per trovare soluzioni innovative che non siano dannose per nessuno. Possiamo godere la vita con fantasia e genialità senza per questo diventare abili ingannatori.

Il paladino della legalità

Il paladino della legalità

M9-EditorialeGiuseppe Marrazzo – Pietro Capone, 49 anni, incensurato, si è battuto per la legalità e per problemi legati all’edilizia e all’urbanistica. Lunedì 10 marzo, intorno alle 22.00, a Gravina in Puglia, a poca distanza da casa sua, è stato colpito alla testa da due colpi di pistola.

La mano omicida ha creduto di far tacere per sempre la voce di colui che nel difendere la legalità ha cercato di difendere il bene di tutti. Solo e senza protezione è stato affidato all’omertà della morte.

Ora, in ogni finestra di Gravina in Puglia e d’Italia bisognerebbe accendere un lume per cercare in qualche modo di portare una flebile luce nella notte delle nostre coscienze intorpidite e forse incapaci di denunciare quelle forme di illegalità spesso colluse con interessi ancora più grandi. «Apri la bocca, giudica con giustizia, fa’ ragione al misero e al bisognoso» (Prv 31:9).

Libertà di partecipare

Libertà di partecipare

M7-XXV Assemblea amministrativa

Rettifica 

In merito all’editoriale pubblicato il 20 febbraio sul Messaggero on line, e in virtù di alcune osservazioni ricevute, riteniamo opportuno esprimere un chiarimento per evitare alcuni equivoci.

Il fenomeno del movimento 5S è stato citato come indicatore sociale di un malessere diffuso dovuto alle insufficienti risposte date finora dalla politica tradizionale, e non come modello ideale.

Soprattutto, non si voleva fare alcun accostamento tra il Grillismo e l’atteggiamento da avere durante l’Assemblea prossima di Montesilvano.

Il riferimento esplicito alla nostra Assemblea, di fatto, è stato aggiunto dalla direzione, in buona fede, per rafforzare il concetto che la nostra partecipazione al dibattito pubblico deve essere attivo e consapevole, informato e critico. Niente di più.

Il riferimento ai tre governi è stata una svista, sono in realtà due.

Giuseppe Marrazzo – Ennio Battista

 

Articolo originale:

Ennio Battista – Tre governi e nessuna consultazione elettorale. Comunque la pensiate, resta il fatto che in Italia stiamo vivendo un deficit di rappresentatività politica. E la logica che emerge nel dibattito tra i partiti è tutta interna a lotte di potere e di leadership che rende ancora più stridente il contrasto tra le esigenze del Paese e la risposta della classe politica.

Un’ulteriore prova ce l’ha fornita il programma «La Zanzara», di Radio 24, che ha messo in luce le ingerenze dei poteri economici forti nelle scelte dei Ministri da portare al Governo. In questo gioco delle parti, è normale che si sviluppino nuove forme di coinvolgimento.

Gli appartenenti al Movimento 5 Stelle hanno votato online se era giusto entrare nel giro delle consultazioni con Matteo Renzi. Ha vinto per pochi voti la linea del «Sì», nonostante Beppe Grillo si fosse espresso in modo contrario. Una forma di democrazia diretta, segno della volontà forte di voltare pagina. «La libertà è partecipazione», cantava Gaber. Una partecipazione attiva e consapevole, informata e critica.

Siamo in partenza per Montesilvano, anche per noi è la premessa necessaria per rinnovare in modo efficace le organizzazioni, i ruoli e le persone.

L’Abc dell’uguaglianza

L’Abc dell’uguaglianza

M6-Editoriale_stereotipi di genereGiuseppe Marrazzo – In Francia, nel mese di gennaio, il ministro dell’Educazione Vincent Peillon e la ministra dei Diritti delle donne, Najat Vallaud-Belkacem, si sono recati in una scuola materna per spiegare ai bambini e alle bambine tra i 3 e i 6 anni che con le macchine o con le bambole possono giocare sia i bambini sia le bambine, se vogliono.

Il governo di François Hollande ha così inaugurato il programma «Abcd dell’uguaglianza» contro gli stereotipi di genere, in modo che fin dalla tenera età si possano superare quei pregiudizi che sono alla base delle discriminazioni.

L’istituto familiare sembra essere entrato in difficoltà, ma per noi avventisti la famiglia cristiana non deve essere un problema, bensì la soluzione! È nel focolare domestico che siamo chiamati a sperimentare la gioia della condivisione e del perdono.

Mi viene in mente questa straordinaria affermazione: «Il cerchio familiare è un nucleo sacro, dove ognuno deve avere il suo ruolo, mettendo in pratica l’aiuto reciproco… Tutti devono impegnarsi a farsi del bene reciprocamente, incoraggiandosi, dimostrando gentilezza, spirito di perdono e pazienza» (E.G. White)

Facebook chiuderà?

Facebook chiuderà?

lM5-Editoriale_ike-su-facebookMaurizio Caracciolo – Sarà vero? Ancora 3 anni e poi di Facebook non ne sentiremo più parlare. Il quasi miliardo di iscritti al social per eccellenza, che proprio in questi giorni compie dieci anni, dovrà adattarsi a qualcosa di nuovo, che sicuramente la tecnologia non farà mancare. Lo dicono alcuni ingegnieri, docenti di una prestigiosa università americana, Princeton, dopo aver condotto una ricerca basata su dati statistici. Senza entrare nel merito dell’attendibilità dell’annuncio, una cosa è certa: la nostra è una società volatile, tutto può mutare. E questa consapevolezza destabilizza l’uomo, che oggi ancora più di prima ha bisogno di ascoltare quella frase che si trova in Giacomo 1:17 «Dio non cambia e non produce tenebre».

Analfabetismo biblico

Analfabetismo biblico

BibleLa Bibbia, oltre a essere il libro più diffuso al mondo, il libro che ha affascinato intere generazioni, la stella polare che indica la via per orientarsi tra dubbi e certezze, è anche il libro che ha plasmato la storia della civiltà occidentale; l’arte, la letteratura e la filosofia sono impegnate delle narrazioni e delle poesie bibliche.

Eppure, le domande più temute nei quiz popolari sono quelle tratte da questo libro! Resiste anche nel XXI secolo una specie di analfabetismo biblico. La chiesa avventista offre gratuitamente la possibilità a chiunque lo desideri di iscriversi ai corsi biblici per corrispondenza, frequentati da migliaia di corsisti. Per iscriversi consulta il sito www.fondamentibiblici.it

Cristo è forse diviso?

Cristo è forse diviso?

M3-editorialeGiuseppe Marrazzo – Fra opere di misericordia e fiumi di bontà, la storia della chiesa ha registrato anche momenti di divisioni e scismi. Se  Cristo non è diviso (1 Cor 1:13) neanche la chiesa come corpo di Cristo può esserlo (Gv 17:21). Tuttavia, l’organizzazione umana della chiesa  è multiforme. Oggi, si grida alla scandalo della divisione (Avvenire, 21 gennaio 2014), ma ci sono state delle ragioni per giungere a questo, il più delle volte di ordine dottrinale, spesso per questioni morali e anche per problemi di potere. Nei secoli, la divisione si è cristallizzata in comportamenti ostili, soprattutto verso chi si separa. L’altro è un infedele, un eretico, uno scomunicato e in questo modo le varie confessioni religiose hanno intrapreso un percorso parallelo, concorrenziale. Ognuna di esse ha preteso di possedere una verità da salvaguardare e difendere. Ognuna crede di annunciare Gesù Cristo e sottostare alla sua autorità. Tuttavia dopo tante guerre e tanto sangue versato, nel XX secolo nasce il dialogo e i credenti appartenenti a tradizioni diverse decidono che è molto meglio pregare, meditare la Parola insieme piuttosto che delegittimarsi l’un l’altro. La settimana di preghiera per l’unità dei cristiani riguarda tutti i credenti, perché le chiese ancora proseguono un percorso separato.

La Shoah

La Shoah

M2-Editoriale_shoahGiuseppe Marrazzo – Tra pochi giorni inizia il carosello dei servizi speciali recuperati dagli archivi per ricordare i milioni di morti. Una retorica cui ci sottoponiamo ogni anno intorno al 27 gennaio, in ricordo di quel giorno del 1945 in cui l’armata rossa entrò ad Auschwitz. Gli ebrei sono innamorati della vita, la loro è una fede nella vita. «L’ebraismo non coltiva la morte», dice provocatoriamente Elena Loewenthal in un pamphlet dal titolo Contro il Giorno della Memoria, edito da Add con questo sottotitolo: «Una riflessione sul rito del ricordo, la retorica della commemorazione, la condivisione del passato». Accanto al dovere della Memoria occorre cedere il passo anche all’oblio, con la possibilità di trasformare la storia in «tracce meno tossiche». Non bisogna dimenticare i morti ma, se si potesse, dice Loewenthal, quella storia in sé: le leggi razziali, le persecuzioni, i treni con i deportati, le camere a gas, le torture, le fucilazioni di massa, le violenza assurde. Insomma, pur volendo dimenticare la Shoah, l’autrice celebra comunque il Giorno della Memoria. Il male non si esorcizza con la memoria. Occorre un intervento più radicale: la ri-creazione di un mondo nuovo, senza lacrime, senza dolore e senza la morte. Una vera Gerusalemme, città della pace, capitale di un nuovo regno senza carri armati e bombe intelligenti.

La ginestra

La ginestra

M1-Editoriale 1Giuseppe Marrazzo – Furtivo e con passo veloce, insieme a Mimì e Salvo, m’intrufolo nella villa, da una porta in ferro dai cardini arrugginiti. Un lieve stridore e poi ops! siamo dentro. L’immenso salone ornato di stucchi. Le scale ampie e sontuose portano al piano di sopra. Maioliche antiche nella cucina a legna, più avanti il bagno dalla lunga vasca dai piedi a zampa di leone, in fondo alla stanza la vecchia stufa a legna che serviva a riscaldar l’acqua. Ecco la stanza del poeta! Lo si capisce dal busto che lo ritrae, volto malinconico e triste.

Tutto il villaggio serba nella memoria il tempo in cui nella Villa Ferrigni trascorre i suoi giorni Giacomo Leopardi. Due ciabatte esigue allineate ai piedi M1-Editoriale 2del letto, una tavola tra due sponde con un pagliericcio senza lenzuola e senza coperte, tavolo sguarnito, armadio e libreria completamente disadorni. Saliamo ancora con passo felino per non essere notati, giungiamo – che emozione – al terrazzo. Guardiamo «l’arida schiena del formidabil monte, sterminator Vesevo». È imponente! Pini profumati di resina ai piedi dei quali cresce l’«odorosa ginestra». Da lato opposto all’«arenoso dorso, a cui riluce di Capri la marina e di Napoli il porto e Mergellina».

Una veduta mozzafiato. Qui e là, vedo ancora «il villanello intento ai vigneti… che leva lo sguardo sospettoso alla vetta». Intanto però la «lenta ginestra» che adorna le spoglie campagne continua a irradiare il suo profumo e non piega il capo dinanzi al minaccioso vulcano. La ginestra innocente non si ribella, si adatta alle forze, si piega ma non si spezza, M1-Editoriale 3non è né codarda né superba. Era il 1836 quando Leopardi compose «La ginestra». La rileggo ancora una volta e resto a lungo in meditazione: «La luce splende nelle tenebre, e le tenebre non l’hanno sopraffatta» (Gv 1:5). Ancora oggi, la speranza non viene meno per tutte le «ginestre» silenziose, odorose e fiere!

 

Messaggio di augurio del Presidente Uicca

Messaggio di augurio del Presidente Uicca

M38-Editoriale-AUGURI-DAL-PRESIDENTE-BUON-2014

Cari sorelle e fratelli delle chiese dell’Unione italiana,

Che la pace e la speranza del e nel Signore sia con voi tutti. Leggiamo il Salmo 121:

«Alzo gli occhi verso i monti… Da dove mi verrà l’aiuto? Il mio aiuto vien dal Signore, che ha fatto il cielo e la terra. Egli non permetterà che il tuo piede vacilli; colui che ti protegge non sonnecchierà. Ecco, colui che protegge Israele non sonnecchierà né dormirà. Il Signore è colui che ti protegge; il Signore è la tua ombra; egli sta alla tua destra. Di giorno il sole non ti colpirà, né la luna di notte. Il Signore ti preserverà da ogni male; egli proteggerà l’anima tua. Il Signore ti proteggerà, quando esci e quando entri, ora e sempre».

Purtroppo anche questo anno che se ne va non ha alimentato in tanti cittadini del nostro paese e del più vasto mondo la fiducia nella giustizia, nelle istituzioni, nel futuro.

La crisi economica morde ancora fortemente, soprattutto la condizione dei nostri giovani appare compromessa dalla disoccupazione che li porta spesso a diffidare dei valori di chi li ha preceduti.

Noi credenti abbiamo motivi di speranza che superano le prospettive, talora deludenti, di questo mondo; dobbiamo saperli tradurre in un linguaggio comprensibile dai giovani e dal prossimo che ci circonda.

Facciamo di questo intendimento un obiettivo importante per il 2014.

Dedichiamoci a colorare di speranza il futuro dei giovani, mostriamo con l’esempio che i soldi, o il sesso, o lo status sociale portano spesso al disincanto, mentre l’animo ha bisogno di altri, eterni, valori.

Qualche giorno fa è morto Nelson Mandela, un grande uomo che si è speso per il prossimo e per la giustizia… che siano uomini e donne come lui a orientare l’immaginazione dei nostri ragazzi e non, come spesso accade, le luci sfolgoranti del successo effimero.

L’esempio è un fattore enorme per lo sviluppo morale e spirituale delle persone.

«Così parla il Signore degli eserciti: “In quei giorni avverrà che dieci uomini di tutte le lingue delle nazioni piglieranno un Giudeo per il lembo della veste e diranno: ‘Noi verremo con voi perché abbiamo udito che Dio è con voi’”» (Zc 8:23).

Un caro augurio di un 2014 vivificato dalla speranza.

Franco Evangelisti

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