Socialight 16 – Shoek. Impara, medita e servi (IMS) 3p audio

Socialight 16 – Shoek. Impara, medita e servi (IMS) 3p audio

In questa sedicesima puntata di SociaLight, Giomba (@g.giomba) parlerà con il nostro carissimo fratello Shoek (@principemetropolitano) del suo ministero.
Shoek ci racconterà come dalla sua esperienza, grazie a Dio, è riuscito a dare un messaggio a chi ne ha bisogno.
Parleremo anche del suo motto Impara, Medita e Servi, e di come poi è diventato il gruppo con cui si esibisce sul palco (IMS) attraverso il quale porta l’amore di Dio. Non perderti questa terza ed ultima puntata con Shoek.

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Socialight 15 – Shoek. Una vita trasformata! 2p

Socialight 15 – Shoek. Una vita trasformata! 2p

In questa quindicesima puntata di SociaLight, continuiamo insieme a conoscere l’esperienza di fede di Shoek @principemetropolitano il primo rapper cristiano in Italia. In questa seconda parte ascolteremo la completa vocazione di Shoek che, tra molteplici esperienze, decide di usare il suo dono al servizio degli altri. Non perderti questa puntata.

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Socialight 14 – Shoek. Una vita trasformata!

Socialight 14 – Shoek. Una vita trasformata!

Nella puntata numero quattordici di Socialight, Giomba incontra Shoek, il primo rappar cristiano in Italia.
La sua vita, a partire dall’infanzia, non è stata facile. Tra mille vicessitudini in questa prima parte ci racconta del contesto in cui è vissuto e di come ha avuto i primi contatti con Dio.
Una storia incredibile che mostra come Dio opera nella vite di tutti. Non perderla!

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Socialight 13 – Saverio Tommasi. In fondo basta una parola

Socialight 13 – Saverio Tommasi. In fondo basta una parola

In questa tredicesima puntata di Socialight, Giomba incontra Saverio Tommasi, uno dei giornalisti e reporter più seguiti in Italia, che ci parlerà della sua esperienza lavorativa e delle storie che ha ascoltato durante i suoi servizi. Tutto questo, e molto altro, si trova anche nel suo nuovo libro “In fondo basta una parola”, un libro in cui si riscopre l’importanza delle parole, facendo luce su nuove sfumature di significato. Ogni parola può risultare un pugno o una carezza, sei sicuro di usarla nel modo corretto?
Troverai la puntata su tutte le nostre piattaforme. Non perdertela.

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Leggiamo insieme: “Doppi comandi, storie di vita alla guida”

Leggiamo insieme: “Doppi comandi, storie di vita alla guida”


In questa nuova puntata di Leggiamo insieme Roberto Vacca intervista Michele Fiscarelli, istruttore di guida, autore del libro DOPPI COMANDI: storie di vita alla guida.

Cosa succede quando un istruttore di scuola guida, strano e curioso come Michele, deve far prendere la patente a personaggi particolari come Flavio in arte Vanessa, creativa drag queen; Romeo che ha perso in un incidente stradale la sua amata Nadia; Giacomo camionista derubato da due sexy ladre spagnole; Lucinda tenera sofferente fanciulla dal risvolto macabro; Valentina ragazza bisessuale in guerra con la propria famiglia; Teresa donna anziana che si è decisa forse troppo tardi a prendere la patente? Si tratta di storie ispirate a fatti realmente accaduti, che suggeriscono dilemmi e riflessioni etiche di grande attualità 

A tu per tu  con  Francesco Piobbichi

A tu per tu con  Francesco Piobbichi


In questo numero Claudio Coppini e Roberto Vacca intervistano Francesco Piobbichi, operatore sociale di Mediterranean Hope, un programma della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia. Piobbichì è autore di numerosi "disegni sociali" con i quali denuncia le cosiddette "emergenze umanitarie" divenute ormai "croniche" (e dunque non più emergenze) a causa del cinismo dei politici e dell'indifferenza dell'opinione pubblica.

La forza e la fede delle donne. L’esperienza di Anna Akinga Maisamari

La forza e la fede delle donne. L’esperienza di Anna Akinga Maisamari

HopeMedia Italia – La fede in Dio rende forti e capaci di sopportare difficoltà inimmaginabili, ma permette anche di trovare soluzioni che sbalordiscono. È quanto ha vissuto Anna Akinga Maisamari, della chiesa cristiana avventista di Jesi. 
Liliana Anselmi racconta la sua storia.

“La fede ripaga” potrebbe essere il motto dell'esperienza di Anna. 
Arriva a Jesi nel 2001 dalla Nigeria, con due bambini di 6 e 8 anni, e trova lavoro in un'azienda con contratto a tempo determinato. Nel colloquio iniziale con l'ufficio del personale parla della sua fede avventista del settimo giorno e comunica il bisogno di avere il sabato libero (giorno di culto). Ma la richiesta cade nel vuoto.

Lei continua, con insistenza, a rinnovare la richiesta al suo capo reparto il quale, dopo un certo tempo, infastidito, porta la questione in direzione e si concretizza la possibilità che il contratto di lavoro non venga rinnovato alla scadenza. Per Anna sembra reale la prospettiva di rimanere senza occupazione. Invece, riesce a conservare il posto di lavoro grazie alla sua affidabilità e correttezza.

Inoltre, a seguito degli interventi di alcuni pastori della comunità, riesce ad essere esonerata dal lavoro solo il sabato mattina, per cui dovrà lavorare nel pomeriggio con mansioni diverse da quelle contrattuali. Esasperata per questa situazione, un giorno Anna chiede aiuto a una donna della chiesa che conosce il mondo del lavoro; insieme si recano dal direttore del personale per un colloquio.

Anche se la legge (516 del 1988, ndr) tutela il diritto degli avventisti di osservare il riposo sabatico biblico, una simile richiesta in una ditta privata potrebbe apparire controproducente. Pertanto, la sua amica, facendo appello alla sensibilità del direttore, presenta il bisogno profondo e sentito di Anna di essere fedele a Dio anche nell'osservanza del sabato.

Il direttore mostra di aver colto l’esigenza, ma comunica di non poter accogliere subito la richiesta e propone di tenere Anna ancora “in prova” per ulteriori tre mesi, prima di prendere una decisione definitiva. La prova è dura. Anna si vede messa in turno ancora il sabato pomeriggio e decide di andare al lavoro senza timbrare il cartellino delle presenze.

La situazione si ripete per ben tre volte e questa sua condotta viene notata dalla direzione. Alla richiesta di spiegazioni, Anna risponde che, suo malgrado, pur lavorando il sabato pomeriggio non vuole essere retribuita: è il suo modo di essere fedele a Dio.

Finalmente la direzione comprende la sua tenacia e onestà. Supera dunque “la prova" e le viene riconosciuto il sabato libero oltre alla fine del precariato: viene assunta a tempo indeterminato nel 2005. Ma i problemi non sono terminati in quanto i colleghi ritengono Anna, che non lavora di sabato, una “raccomandata”. Tali insinuazioni diventano un’occasione per testimoniare la propria fede e, rispondendo con il suo sorriso, Anna afferma: “Sì è vero, sono raccomandata, ma dal Signore Dio”.

La direzione riconosce che Anna lavora con impegno e professionalità, ma nonostante tutto resta nel penultimo livello di inquadramento lavorativo. Infatti, gli altri colleghi, anche quelli assunti successivamente, vedono aumentare il loro livello e superare quello della donna. La situazione diventa motivo per denigrarla: “Resterai sempre nel livello più basso”. 
"Non importa, ciò che conta è che io resti fedele a Dio nell'osservanza del sabato” replica Anna con pazienza.

Alla fine del 2020, dopo 19 anni, riceve dalla direzione una lettera di ringraziamento per essersi dimostrata una dipendente esemplare, per il suo impegno e la sua correttezza, e le viene anche comunicato il passaggio a un livello superiore.

Questa missiva è un motivo di profonda gioia per Anna soprattutto perché la sua fedeltà a Dio è stata ripagata. Ora sente il dovere di ringraziare Dio con tutto il cuore. 

 

 

 

Passa la speranza! Anna Dionisi

Passa la speranza! Anna Dionisi


In questa puntata di Passa La Speranza! Claudio Coppini ha intervistato  Anna Dionisi, membro della Chiesa Cristiana Avventista di Forlì. Oggi ci racconta la sua personale vocazione e esperienza di vita.

Passa la speranza! è un programma a cura di Claudio Coppini del Centro di produzione RVS di Firenze. Nel corso del programma offriamo gratuitamente, a chiunque ce ne farà richiesta (anche nei giorni successivi), il libro: Incontri con Cristo di Roberto Badenas (traduzione italiana di Raffaele Battista), un tascabile della collana Segni dei tempi.

Ho trovato la speranza grazie a un libro

Ho trovato la speranza grazie a un libro

Il volume regalato a un detenuto di un penitenziario nel Brasile centrale ha trasformato la sua vita.

HopeMedia Italia – Marcos da Silva (uno pseudonimo) si trova nella prigione di Miracema, nello stato brasiliano di Tocantins, ma dall'agosto dello scorso anno ha acquisito una sorta di libertà che nemmeno la vita fuori dal carcere può offrire. Ha deciso di diventare un vero credente nel Signore.

Il cambiamento nella vita di da Silva era iniziato nel 2018 con una preghiera. Maria José, una pensionata avventista che ama condividere il messaggio di speranza della Bibbia, aveva raccolto tutti i libri del progetto “Impatto Speranza” avanzati dagli anni precedenti. Con 15 copie in mano, aveva pregato: “Signore, smetterò di spendere soldi per comprare libri perché non ho mai visto nessuno convertirsi dopo averli ricevuti. Se questa non è la tua volontà, mostramelo tramite questi ultimi libri che sto per consegnare”.

Maria si era recata nella prigione di Miracema, dove studiava la Bibbia con un gruppo di carcerati. Quando era arrivata, aveva distribuito i libri ai detenuti. Ogni settimana continuava lo studio biblico e diversi giovani uomini erano interessati a conoscere la grazia e il perdono di Dio per ogni individuo. Tuttavia, uno di loro non aveva voluto mai partecipare. All’invito dei suoi amici, aveva risposto: “Non vengo. Sto leggendo un libro”.

Tre mesi dopo, in una delle visite di Maria José alla prigione, Marcos si era presentato e aveva detto di aver incontrato Gesù grazie al libro Esperança Viva (Speranza vivente) e che voleva studiare la Bibbia con lei. Per la pensionata era stata una sorpresa e una risposta alla preghiera.

“Sono entusiasta di storie del genere. È stato un impegno notevole ma con un risultato incredibile. Finora, tre persone sono state battezzate, ma ce ne sono già altre due che intendono seguire lo stesso esempio non appena la pandemia sarà passata” ha affermato Maria José.

Risposta alla preghiera 
Marcos da Silva ha deciso di essere battezzato con altri due detenuti della sua unità nell'agosto 2018. È uscito di prigione scortato solo per andare in chiesa ed essere battezzato. Poi è rientrato per scontare la pena che terminerà il 3 dicembre di quest'anno. Da quando ha incontrato Cristo ne parla ai nuovi detenuti. Con alcuni colleghi svolge quotidianamente servizi e studi all'interno del carcere.

Maria José ha deciso di continuare a diffondere la speranza attraverso la distribuzione di libri. Il 31 ottobre, giorno dedicato dalla chiesa avventista brasiliana al progetto “Impatto Speranza” 2020, ha donato numerose copie nel suo quartiere.

“Ho sfidato Dio e mi ha mostrato di avere il potere di salvare le persone attraverso i libri. Quindi, non posso stare ferma” ha spiegato Maria “Prenderò tutte le precauzioni dovute alla pandemia, ma continuerò a donare i libri a tutte le persone che trovo”.

[Fonte: Noticias Adventistas portoghese]

 

Come ho trovato speranza e significato grazie alla “Scuola del Sabato”

Come ho trovato speranza e significato grazie alla “Scuola del Sabato”

Un programma televisivo di Hope Channel, di dialogo in gruppo sulla Bibbia, ha aiutato una donna in Cina a scoprire un'immagine più chiara di Dio.

Christie Chen – Sono cresciuta in Cina, in una famiglia non religiosa. Se ripenso al mio passato, posso vedere come Dio abbia deciso di chiamarmi sin dall'inizio. Da adolescente mi chiedevo: “Qual è il significato della vita?”. Se una persona ha solo questa vita, pensavo, allora il modo migliore di viverla è mangiare, bere ed essere allegri. Quindi la vita è vanità, priva di significato.

Nell'estate del 2002, frequentai un corso di formazione in inglese. L'insegnante veniva dagli Stati Uniti e aveva un dottorato in teologia. Durante la prima lezione raccontò l’esperienza di un miracolo in cui Dio lo aveva salvato in un incidente stradale. La sua automobile era stata quasi distrutta, ma lui aveva sentito come se una “grande coppa" lo coprisse nell'incidente e ne era uscito illeso. Rimasi colpita dalla storia miracolosa, tanto che la condivisi con la mia famiglia subito dopo le lezioni.

Messaggio su un cartello 
Nell'ottobre 2012, andai in vacanza in Canada. Vicino al mio hotel a Vancouver sorgeva una chiesa. Una mattina, vidi un uomo in abito verde presso il cancello della chiesa, con in mano un cartello che diceva: “Torna a casa”. Quel pomeriggio andai in spiaggia. Più tardi, mentre tornavo per la cena, vidi lo stesso uomo con lo stesso cartello che si trovava ancora davanti al cancello della chiesa, nonostante il vento soffiasse forte.

Fui molto colpita da quella persona e mi chiedevo perché fosse disposto a resistere al vento per tutto il giorno, tenendo in mostra quel cartello. Doveva esserci qualcosa di speciale nelle sue convinzioni. Da allora, l'immagine di quell'uomo non è mai svanita dalla mia memoria.

Subito dopo la vacanza, frequentai un corso post-laurea presso l'Università di Hong Kong. Al termine di una conferenza di due giorni, uno dei professori regalò il libro Streams in the Desert, di L. B. Cowman, a ogni studente. Il libro mi interessò molto perché in parte rispondeva alla domanda sul significato della vita. Iniziai a leggere un capitolo ogni sera.

Alcune settimane più tardi, scrissi un'e-mail all'insegnante per ringraziarlo del libro e per dirgli che avrei voluto sapere di più sul cristianesimo. L'insegnante mi presentò alla sua collega Karen. Ogni venerdì, Karen si riuniva con altri membri di chiesa a casa sua. La prima volta che andai agli incontri, sentii il loro affetto e la loro cura per me. Non avevo mai provato niente di simile prima. Non vedevo l'ora di ritornare all’incontro successivo. Karen mi diede una Bibbia che iniziai a leggere ogni sera.

Nel gennaio 2014 fui battezzata in una chiesa. In seguito, visitai varie denominazioni cristiane e ascoltai i predicatori; partecipai alle riunioni dei giovani, ai gruppi di studio della Bibbia e ai servizi religiosi; e lessi libri cristiani. Ma sapevo che c'era ancora qualcosa che non andava nella mia relazione con Dio. Avevo paura di guardare la croce; ero troppo lontana dagli standard di Dio e mi sentivo scoraggiata.

Alla scoperta di Hope Channel 
Scoprii Hope Channel in TV durante un viaggio in Nuova Zelanda nell'ottobre 2016. Fu una grande benedizione per la mia vita spirituale. Quando tornai a casa, cercai il canale su internet e trovai il programma “Hope Sabbath School” (Hope Scuola del Sabato) su YouTube. Iniziai a guardarlo e non riuscivo a smettere. In pochi mesi avevo visto tutti gli episodi del 2013. Mi piacciono molto i sorrisi dei membri del team, rendono la Bibbia facile da capire.

Grazie al programma, cominciai ad avere un'immagine più chiara di com'è il nostro Dio: è pieno di misericordia, desideroso di richiamarci a sé per salvarci e sempre pronto a perdonare. Dio è amore. Non avevo più paura di guardare la croce. So che Dio mi ama. Mi ha purificato e con la sua potenza mi cambierà per essere simile a lui.

All'inizio del 2018, decisi di passare da una chiesa che osserva la domenica alla chiesa avventista del settimo giorno. Presi anche la decisione di essere ribattezzata per immersione (ero stata battezzata per aspersione nel 2014). Ora ho terminato un anno di studi biblici in una comunità avventista locale e aspetto il battesimo quando la chiesa riaprirà in seguito alla pandemia di Covid-19.

Ringrazio Dio per aver portato la “Hope Sabbath School” nella mia vita per farmi crescere spiritualmente. Ora sono disposta a dare tutta la mia vita a Gesù e ho il desiderio di vivere un'esistenza che glorifichi Dio. Questo è il vero significato della vita.
 

[Fonte: Adventist Record/Adventist Review]

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