Confessioni di mamme avventiste

Confessioni di mamme avventiste

Desideriamo che i nostri figli amino Gesù, e quando non lo fanno si può creare un profondo dolore nel cuore di una madre.

Merle Poirier – Uno dei libri che ho letto ai miei figli mentre crescevano è stato il classico Love You Forever di Robert Munsch. Forse avete letto anche voi la storia di una madre che culla suo figlio e canta: 
Ti amerò per sempre. 
Ti vorrò per sempre. 
Finché vivo 
il mio piccolo sarai.

A casa mia abbiamo inventato una melodia per accompagnare queste parole. Riesco a cantarla ancora oggi, anche se i miei figli sono cresciuti da tempo. Questa canzoncina esprime ciò che una mamma prova per i suoi figli, sempre e per sempre. 

Amare i propri figli come madre cristiana, però, aggiunge un’altra dimensione. Sì, amiamo i nostri figli sempre e per sempre, ma il “per sempre” viene ridefinito. Significa per sempre nell'eternità, finché dura la vita su questa terra e nel regno dei cieli quando Gesù ritornerà. Con un fervore che sconfina nell’urgenza, desideriamo ardentemente che i nostri figli amino Gesù, amino la chiesa e vivano una vita che onori Dio. Il desiderio è così forte che quando non accade, quando cioè i nostri figli non fanno le scelte che riteniamo corrette o si allontanano completamente dalla chiesa o dalla religione, quello che si prova va oltre il sentirsi feriti, fino a diventare un dolore profondo nel cuore di una madre.

Abbiamo deciso di intervistare alcune mamme avventiste su com'è essere genitrici di un figlio in relazione a questo amore che si estende alla dimensione spirituale. In un primo momento sembrava un compito facile. Ho pensato le domande, le ho inviate a più di una dozzina di mamme in tutta l’America del nord con promessa di riservatezza e ho aspettato le risposte.

E ho aspettato. E ho aspettato ancora un po'.

Ho così scoperto che, per molte mamme avventiste, si tratta di una cosa troppo dolorosa da condividere, anche in un ambiente protetto. Si sentono in colpa, provano tristezza e dolore. L'amore per il proprio figlio non ne risente, ma la loro incapacità di raggiungere spiritualmente il proprio figlio è una costante fonte di sofferenza. Una mamma che ha risposto, ma non ha partecipato, ha detto di sentirsi una fallita. Un’altra ha fatto riferimento all’enorme dolore provato nel rispondere semplicemente alle domande. E un’altra ancora si è rifiutata di parlarne, incapace di elaborare i pensieri per rispondere.

Alla fine, ho trovato cinque madri disposte a partecipare, tutte con figli ormai grandi. Spero che dopo aver letto la loro conversazione, conoscerete meglio il cuore delle mamme avventiste. Mentre celebriamo la Festa della Mamma, lodiamo Dio per le mamme che desiderano soprattutto che i loro figli imparino da Gesù e comprendano il meraviglioso dono della salvezza che egli offre loro. Continuiamo a pregare per il loro coraggio di combattere ogni giorno le battaglie spirituali, sapendo che non sono le uniche ad amare i loro figli sempre e per sempre. Lo fa anche Dio.

Intervista 
Merle Poirier: Da quanto tempo sei genitore? 

Mamma 1: 33 anni. 
Mamma 2: 40 anni! 
Mamma 3: 46 anni. 
Mamma 4: 37 anni. 
Mamma 5: È un’ottima domanda. Pensavo che la genitorialità avesse un “punto finale”. Dopo 44 anni da mamma, so che essere genitori dura per tutta la vita. Cambiano impostazione, focus e metodo, ma la genitorialità è per tutta la vita!

M. P.: In base alla tua esperienza, pensi che, man mano che i bambini crescono, essere genitori diventi più facile, rimanga uguale o diventi più impegnativo? Come mai? 
Mamma 2: Penso che ogni età abbia le sue sfide.

Mamma 3: Sì. Nei primi anni (dalla nascita ai 5 anni), le sfide sono più facili da gestire. I genitori sanno che neonati e bambini piccoli non hanno ancora imparato a comunicare verbalmente i propri bisogni, quindi si aspettano urla, capricci o sfoghi. Nella seconda fase, diciamo dai 6 ai 12 anni, i figli vogliono essere indipendenti. Potrebbero non voler mostrarti affetto in pubblico e potrebbero voler fare le cose a modo loro. La terza fase, 13-18 anni, può essere impegnativa! Durante questa fase il figlio ama ancora la propria famiglia, ma vorrebbe essere più indipendente dai genitori, preferendo trascorrere molto tempo con gli amici. L'influenza dei coetanei diventa più evidente in questa fase. La scelta degli amici può essere molto problematica se fanno scelte sbagliate.

Mamma 1: Per me la genitorialità è iniziata con la cura personale e fisica, poi è passata all’istruzione e alla formazione, e poi al supporto. Ora si tratta di vivere un esempio di vita reale come seguace di Gesù.

Mamma 5: Personalmente penso che diventi più complicato e ricco di sfumature man mano che i bambini crescono. Le prime fasi sono fisicamente più impegnative: più tempo; implicano un’interazione più diretta e costante. Poi i figli crescono e la distanza aumenta man mano che i genitori rinunciano al controllo. Da adulti i giovani prendono le proprie decisioni che possono essere o meno quelle che speravi prendessero! La genitorialità dei figli più grandi è quindi meno pratica, più “piena di preghiera” e più difficile, poiché un genitore non abbandona mai completamente la sua responsabilità.

Mamma 4: Sono d’accordo. Penso che sia più impegnativo. I ragazzi vogliono consigli, eppure sono adulti; quindi, devi essere onesto ma rispettoso; pur sapendo che il tuo consiglio può essere seguito oppure no.

Mamma 2: Ho sentito molti genitori dire: “Beh, non sono arrivati con un manuale”. Ma in un certo senso è così! Leggi la Bibbia e lo Spirito di profezia (Ellen G. White) ogni giorno: entrambi sono pieni di conoscenze su come crescere un bambino. Satana vuole davvero i nostri figli, quindi è una battaglia continua.

Mamma 1: A volte è una sfida rimanere importanti per la vita di tuo figlio adulto.

Mamma 5: Gran parte dell’essere genitori dei nostri figli adulti ora viene svolta in una modalità più "tra pari”. Dedichiamo più tempo a chiedere a Dio di comunicare loro direttamente ciò che non possiamo più dire loro direttamente!

M. P.: Cosa hai fatto a casa tua per aiutare spiritualmente i tuoi figli mentre crescevano? 
Mamma 4: Culto la mattina e la sera; abbiamo aperto e chiuso il sabato. Abbiamo letto storie bibliche, studiato la lezione della Scuola del Sabato; sceneggiato le storie bibliche. Abbiamo trascorso del tempo parlando loro di Dio, ascoltandoli e rispondendo alle loro domande. Abbiamo trascorso molto tempo per accompagnarli e stare con loro alla Scuola del Sabato, al culto in chiesa, alle riunioni degli scout.

Mamma 1: Facevamo qualcosa di simile anche a casa nostra. Aggiungo che leggevamo le pubblicazioni della chiesa adatti alla loro età. Uno dei libri preferiti era Margie Asks Why (Margie chiede perché). Abbiamo pregato con loro, fatto giochi sia sulla natura sia biblici. E poi le passeggiate di sabato.

Mamma 5: Sembra casa nostra! Anche noi tenevamo il culto di famiglia al mattino e alla sera. Abbiamo fatto di tutto per favorire il coinvolgimento dei nostri figli nella chiesa, ad esempio nelle attività scoutistiche e nella partecipazione ai vari incontri. Una cosa importante è stata mandarli nelle scuole avventiste. Inoltre, aggiungo che abbiamo incoraggiato la lettura della Bibbia. Quando sono cresciuti, li abbiamo coinvolti in attività di sensibilizzazione attraverso cose come il programma Magabook, nonché viaggi nelle missioni e periodi di servizio missionario.

Mamma 2: Sì! Li abbiamo anche sensibilizzati ai bisogni degli altri attraverso viaggi missionari; molti comprendevano solo la nostra famiglia di quattro persone. È stato importante aiutarli a vedere le cose a livello locale con i progetti nella collettività. Ero una mamma casalinga, quindi ero molto impegnata a crescerli per Gesù. L’ho preso molto sul serio! La Bibbia e Gesù erano un argomento quotidiano; la creatività e il gioco erano importanti per me. Parlare con loro di come volevo che mi parlassero è stato fondamentale, quindi ho lavorato su questo. Mi sono anche occupata di istruzione parentale (scuola a casa) per quattro anni.

Mamma 3: Abbiamo anche fatto brevi culti di famiglia mattina e sera; letto storie bibliche; passeggiato nella natura. Hanno partecipato alle attività degli scout. Una cosa che potrei aggiungere è che abbiamo ascoltato la radio cristiana e inconraggiato l’ascolto di libri di storie bibliche e cassette cristiane. Immagino che questo ci renda datati! Ma una cosa che penso abbia fatto la differenza è che per circa sei anni critici, tra i 2 e i 10 anni, sono stati con me e mio marito “sul campo di missione”, in un ambiente in cui non c'era la televisione nell’intero campus dove vivevamo. Considerando il grande ruolo che i media svolgono oggi nella vita dei bambini piccoli, deve essere stata un’enorme benedizione.

M. P.: Tornando indietro, agiresti in modo diverso per quanto riguarda l'educazione spirituale dei tuoi figli? 
Mamma 5: Hmmm. A volte mi chiedo se li ho esposti a un sovradosaggio! Ma non mi pento di quello che ho fatto: era il meglio che sapevo in quel momento. Ma il senno di poi è sempre più chiaro!

Mamma 2: Vorrei aver potuto farli studiare a casa per altri due anni, ma uno dei miei genitori si era ammalato e avevo bisogno di trascorrere più tempo con loro. Entrambi i bambini hanno frequentato le scuole avventiste dalla terza e quarta elementare fino al college.

Mamma 1: In realtà farei meno affidamento sulla scuola avventista e farei di più a casa. Mi aspettavo che i miei figli imparassero a scuola come ho fatto io, ma non è stato così. Avrei voluto capirlo prima.

Mamma 4: Dico anche io la scuola avventista. Li avrei mandati dalle elementari fino al liceo e all’università. Ma non è stato possibile. La scuola della chiesa era molto costosa, quindi abbiamo fatto del nostro meglio.

Mamma 3: L’unica cosa che cambierei è far parte di una chiesa molto più piccola, dove i nostri figli avrebbero probabilmente avuto più opportunità di partecipare alle attività della chiesa. I nostri ragazzi non erano molto estroversi e in un ambiente più grande partecipavano solo se glielo chiedevano. Nelle chiese più grandi, i giovani introversi, sebbene di talento, sono spesso trascurati a favore dei loro amici più spigliati ed estroversi.

M. P.: I vostri figli frequentano attualmente una chiesa avventista e sono membri attivi? Se sì, perché pensi che rimangano dentro? Se no, cosa credi li abbia fatti allontanare? 
Mamma 3: I nostri figli rimangono membri della chiesa avventista e uno di loro partecipa volentieri quando gli viene chiesto. L'altro vive a molta distanza dall'unica chiesa che vuole frequentare, e questo rappresenta un po’ un problema.

Mamma 5: Uno dei nostri due figli è molto impegnato in chiesa. L’altro è molto distaccato. Ognuno ha fatto una scelta diversa.

Mamma 1: Purtroppo no. Dopo il liceo, nessuno nella chiesa ha mai fatto alcuno sforzo per coinvolgere personalmente i miei figli.

M. P.: Interessante quanto dici. Ho chiesto separatamente alle mie figlie ormai grandi perché sono rimaste in chiesa e ho ricevuto risposte identiche. Hanno detto di essere rimaste perché gli adulti in chiesa parlavano con loro, chiedevano della scuola e sembravano felici di vederle quando tornavano dal college. Le mie ragazze si somigliano di viso e in chiesa venivano spesso confuse. Entrambe però hanno detto: "Potevano chiamarmi con il nome sbagliato, ma almeno si accorgevano che ero tornata".

Mamma 1: Vorrei che fosse accaduto lo stesso per i miei figli. A nessuno in chiesa sembrava importare se erano presenti o meno. Solo due persone della chiesa hanno contattato uno dei miei figli e alla fine entrambi si sono allontanati. Nessuno ha mai provato a chiamare l'altro figlio. Per questo motivo, nessuno dei due figli vede alcun motivo per investivi del tempo.

Mamma 4: Non tutti i miei sono connessi alla chiesa, ma portano i loro figli alla Scuola del Sabato e in chiesa, pregano con loro e insieme iniziano e concludono il sabato. Secondo noi, la chiesa non offriva molte alternative alla partecipazione attiva. A quel tempo, le varie cariche nella chiesa erano affidate soprattutto ai membri più anziani che, credo, pensavano che i giovani non avessero molto da offrire o non potessero o non dovessero ricoprire un particolare incarico. Pertanto, l’opinione dei miei figli è stata: "Se non sono interessati, allora non lo sono neanche io”. Quelli dei miei che sono rimasti sono stati in grado di trovare la loro “nicchia” principalmente attraverso la musica.

Mamma 3: È difficile indicare uno o più ragioni particolari per cui i figli rimangono collegati o disconnessi dalla chiesa, vero? Io e i miei fratelli siamo stati allevati dagli stessi due genitori che erano dirigenti nella chiesa dove siamo nati. Tutti e quattro noi figli avevamo ruoli di leadership ed eravamo molto impegnati nelle attività ecclesiastiche. Eppure, due dei miei fratelli non frequentano più e credono che la chiesa come istituzione non sia più importante.

Mamma 2: Penso che avere una relazione aperta quando si tratta di comunicazione abbia aiutato i miei figli a rimanere. Non abbiamo dato alcun giudizio. Tuttavia, abbiamo mantenuto la linea sulla scuola. Dalle elementari al college l’istruzione era nelle scuole avventiste. Anche il loro legame con gli amici di scuola è una benedizione.

M. P.: Pensi che ci sia una qualche correlazione tra i genitori e i figli che sono nella chiesa, o pensi che siano le influenze esterne a essere più importanti? Se sono le altre influenze, puoi descriverne alcune? 
Mamma 5: Credo che ci debba essere una correlazione positiva e significativa tra lo stile genitoriale e alcune delle scelte che fanno i figli. Ma non ho i dati per supportare la mia intuizione.

Mamma 1: Credo che siano entrambe le cose. Penso che l’essere credente e cercare di salvare i miei figli abbiano amplificato i miei fallimenti nel vivere secondo i principi biblici. Vedono le mie mancanze e poi diventano negativi sulle cose di Dio.

Mamma 3: È una questione molto complicata.

Mamma 2: Secondo me, la cosa più importante è il modo in cui siamo genitori e ciò che accade in famiglia.

Mamma 3: Credo che ci possa essere una correlazione tra la genitorialità e la permanenza dei figli in chiesa, ma non voglio incolpare i genitori solo per il fatto che i loro figli lasciano la chiesa. Credo che la maggior parte dei genitori faccia del proprio meglio con le conoscenze e il tempo che ha. I genitori commettono errori? Assolutamente sì, ma credo che nessun genitore faccia volontariamente qualcosa che possa indurre il proprio figlio a lasciare la chiesa.

Mamma 4: A volte vorrei che avessimo reso l’andare in chiesa o anche solo l’osservanza del sabato un po’ meno rigidi e un po’ più piacevoli. Essere meno concentrati su tutte le cose che non potevamo fare e un po’ più concentrati su ciò che potevamo fare, rendendolo un giorno da non perdere.

Mamma 5: Consciamente o inconsciamente, influenziamo i nostri figli. Ma poiché non possiamo o non dobbiamo piegare la loro volontà, potrebbero finire per fare scelte che non condividiamo, scelte che potrebbero essere influenzate da altri. Anche Adamo ed Eva, usciti dalle mani perfette di Dio, fecero scelte contrarie alla sua volontà e alla sua parola.

Mamma 3: Credo fermamente che le influenze esterne, come gli amici e le attrazioni mondane, abbiano un ruolo importante. I ragazzi, soprattutto se adolescenti, tendono a confrontarsi con i loro coetanei. Sviluppano l’indipendenza dai loro genitori perché l’influenza e l’accettazione dei loro pari diventano più importanti a quell'età. Passano più tempo con gli amici. Gli adolescenti spesso trascorrono gran parte della giornata fuori casa in attività scolastiche, con gli amici e forse in qualche lavoro; a casa trascorrono pochissima parte del giorno.

Mamma 4: Sono d’accordo. L’influenza degli amici e la vita in generale con le sue responsabilità possono aver contribuito al loro allontanamento.

Mamma 2: Ecco perché penso che mandare i bambini a scuola troppo presto non sia l’opzione migliore. Credo che a 10 anni i bambini abbiano maggiori possibilità di non essere dipendenti dai coetanei.

Mamma 3: Poi ci sono i social media, i giochi al computer, la tecnologia frenetica… c'è così tanto là fuori che attira l'attenzione degli adolescenti. Non c’è da stupirsi che la chiesa diventi noiosa dopo un po’.

Mamma 1: L'influenza dei media e delle persone esterne è enorme! Gli spettacoli televisivi si concentrano su relazioni e convinzioni contrarie alla Bibbia ma normalizzate. I personaggi televisivi sono "brave persone" che fanno cose peccaminose ma "accettabili", quindi il sesso fuori dal matrimonio, l'omosessualità, il consumo di alcol e altro non sono problemi. Dire che queste "brave persone" sono potenzialmente "perse", non ha senso per loro. E quando proviamo a parlare di Dio, uno dice che crede; uno rifiuta tutto. Non vorranno nemmeno discutere sull’argomento. È molto doloroso.

Mamma 3: Una volta esisteva nella chiesa qualcosa chiamato Missionary Volunteer Society (Missionari Volontari – MV), un programma pensato per i giovani. Era gestito da giovani e ci si incontrava in genere nei pomeriggi del sabato, dando così ai ragazzi qualcosa da aspettare. Poi la Gioventù Avventista ha preso il posto dell'incontro dei MV il venerdì sera, ma non ha suscitato interesse e si è rapidamente estinto. Ciò ha significato che per gran parte del sabato i nostri giovani erano lasciati a se stessi, a divertirsi. A meno che nelle nostre chiese non abbiamo programmi che coinvolgano i giovani, essi tenderanno ad andare alla deriva. Non biasimo la chiesa, ma se le tre istituzioni – casa, scuola e chiesa – non sono attivamente coinvolte nella vita dei nostri ragazzi, è probabile che questi vorranno riempire il vuoto cercando altrove.

Mamma 4: Ecco perché stiamo cercando di fare un po’ meglio con la prossima generazione, i nostri nipoti, quando si tratta del sabato.

M. P.: Grazie per il vostro tempo e le vostre condivisioni. So che non è stata una conversazione facile. Chiudiamo chiedendo un consiglio per i giovani genitori. Quali consigli, per te più efficaci, daresti per crescere un bambino dal punto di vista spirituale? 
Mamma 1: Provate a mostrare Dio come un amico personale, qualcuno di cui ci si può fidare. Mostrate cura e aiuto verso i vicini e le persone bisognose. Assicuratevi che imparino il vero significato del servizio alla comunità…

Mamma 2: Non abbiate paura di disciplinare. Siate coerenti. Pregate e cantate con loro, leggete loro le storie bibliche. Andate in chiesa, sempre. Non inventate scuse. Essere in chiesa li aiuta a ricordare il sabato. Prima si formano le buone abitudini, meglio è. I genitori dovrebbero alzarsi presto il sabato, pronti a dare ai figli il tono della giornata. Create entusiasmo per la famiglia della chiesa. Partecipate attivamente alla Scuola del Sabato, agli scout e a tutte le loro attività durante gli anni scolastici. Ricordate Galati 5:22 dove si parla di “amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo”. Tutte cose importantissime.

Mamma 3: Vivi ciò che predichi. I bambini sanno distinguere il vero dal falso. Incoraggiate i vostri figli a partecipare alle attività della chiesa. Iscriveteli agli scout e alla scuola di chiesa, dove possibile. Fate cose divertenti in famiglia con loro. Teneteli impegnati. Trascorrete del tempo di qualità con loro, specialmente di sabato. Lodateli quando ottengono qualcosa che è speciale per loro o quando partecipano alle attività della chiesa. Portateli alla Scuola del Sabato in tenera età, in modo che diventi parte della loro vita. Andate in chiesa ogni settimana, anche quando non ne avete voglia. Siate coerenti. Motivateli ad essere attivi negli sport o a fare attività fisica. Parlate con loro degli eventi attuali. Mostratevi interessati al servizio nella collettività e nella cura delle persone al di fuori della chiesa. Ponete loro delle domande che vanno oltre il sì o il no. In altre parole, convinceteli a impegnarsi. Non siate critici nei confronti della chiesa. Scegliete le vostre battaglie. Non su tutte le colline vale la pena morire. E permettete loro di "vincere" a volte.

Mamma 4: Dimostrate con decisione la gioia di amare e servire il Signore in un modo più tangibile. Sottolineate maggiormente la grazia e la misericordia di Dio. Trovate il tempo per parlare e rispondere alle domande su questioni spirituali. Siate più flessibili: se vogliono sedersi o sdraiarsi sul pavimento durante il momento del culto di famiglia, lasciateli fare. Siate felici che siano lì e siano disposti ad ascoltare. Create modi per rendere la partecipazione meno faticosa e più un'esperienza genuina e meravigliosa.

Mamma 5: Pregate, pregate, pregate. Rimanete in relazione con Dio. Insegnate con l'esempio: fate in modo che vedano Gesù in voi, non solo che sentano parlare di lui. Dimostrate che vi piace davvero camminare con Dio. Concentratevi sull’“essere”, non solo sul “fare”. Amate incondizionatamente, proprio come Dio ci ama come suoi figli. Rilassatevi e divertitevi con i vostri figli; dopo tutto, anche i nostri migliori sforzi sono imperfetti! 

[Fonte: Adventist Review. Traduzione: L. Ferrara]

 

 

Niscemi – Festa della mamma

Niscemi – Festa della mamma


Melany Reina
– Sabato 12 maggio, i bambini della chiesa hanno festeggiato la persona più importante della loro vita: la mamma, colei che ha ricevuto un compito sacro. Dio le affida i figli e le dice di crescerli e curarli. Una mamma deve lasciarsi guidare dall’amore e dal rispetto per il Signore, per poter orientare i figli nella giusta direzione e assicurare loro un tesoro importante il cui valore non svanisce, ma dura per l’eternità.

(Foto credit: Gianni Reina)

 

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