Di tutto un web – L’insetto più raro del mondo è tornato

Di tutto un web – L’insetto più raro del mondo è tornato


L’aragosta degli alberi, l’animale più raro al mondo, fu considerato estinto per circa 80 anni fino alla sua ricomparsa nel 2001. L’insetto è ora presente allo zoo di San Diego negli Stati Uniti. In che modo gli invertebrati rendono possibile la vita a tutti noi?

Curiosità, scienza e cultura dalla rete, la rubrica a cura di Mario Calvagno.

Di tutto un WEB – È alto quanto una matita il robot umanoide più piccolo del mondo

Di tutto un WEB – È alto quanto una matita il robot umanoide più piccolo del mondo


Realizzato da quattro studenti di Hong Kong, alto 14,1 cm., è entrato nel Guinness World of Records. Può camminare, giocare a calcio, ballare e persino fare kung-fu.

Curiosità, scienza e cultura dalla Rete, la rubrica a cura di Mario Calvagno

Amazzonia. Il polmone del mondo è in asfissia

Amazzonia. Il polmone del mondo è in asfissia


La penuria d’acqua, la deforestazione selvaggia per aprire nuove strade o realizzare pascoli per i bovini e i cambiamenti climatici potrebbero portare al disastro ecologico entro il 2050. Dio aveva posto l’uomo “nel giardino dell’Eden perché lo lavorasse e lo custodisse”… Genesi 2:15.

Attualità da Internet. Intervista di Mario Calvagno al pastore Daniele Benini.

“Impronte. Noi e le piante”, il mondo vegetale in mostra a Parma

“Impronte. Noi e le piante”, il mondo vegetale in mostra a Parma


A Parma, nella cornice di Palazzo del Governatore, fino al primo aprile 2024 è possibile visitare “Impronte. Noi e le piante”, un’esposizione unica nel suo genere che ripercorre in oltre 200 oggetti figurativi il rapporto che lega umanità e natura, botanica e immagini, scienza e arte.

Ce ne parla Alessia Calvagno.

ADRA Italia News – Aggiornamento terremoto Marocco e altre emergenze nel mondo

ADRA Italia News – Aggiornamento terremoto Marocco e altre emergenze nel mondo


ADRA, l’agenzia umanitaria avventista, sta operando in diversi paesi del mondo per portare aiuti e speranza nelle zone colpite da emergenze di vario tipo. Parliamo di cosa sta accadendo in Afghanistan, dopo il recente sisma, ma anche in Armenia, India e Nepal. Ci soffermiamo poi sulla situazione in Marocco a un mese circa dal terremoto.

Alessia Calvagno ne ha parlato con Dag Pontvik, direttore di ADRA Italia.

Parole al vento – Il mondo che conosciamo è destinato alla dissoluzione

Parole al vento – Il mondo che conosciamo è destinato alla dissoluzione


Parole al vento dal Veneto, un accento particolare sulle note e le notizie note o meno che mirano dritte al cuore delle orecchie che hanno fegato.

Le notizie oggi:

  • Accadde oggi
  • Il mondo che conosciamo è destinato alla dissoluzione
  • Sogno ancora di andare sulla luna
  • Caldo polare
  • Kiptum il maratonauta più veloce del mondo 
  • Rivoluzione in ateneo effetto sostenibilità
Il ritorno degli esperti, in un mondo che cambia

Il ritorno degli esperti, in un mondo che cambia


Nel corso della diretta RVS del 14 settembre 2023 Claudio Coppini e Roberto Vacca intervistano Marco Fusaro, coordinatore della delegazione italiana del Comitato Europeo delle Regioni.

Tra i temi affrontati: il ritorno di Draghi in Europa, "ma l’Unione di prima non c’è più"; sull’immigrazione Berlino accusa Roma di slealtà, anche perchè incombono le elezioni europee.

Filippine. La legge sulla libertà religiosa tra preoccupazione e sostegno

Filippine. La legge sulla libertà religiosa tra preoccupazione e sostegno

Avventisti chiedono equilibrio e un’attenta revisione.

Notizie Avventiste – I rappresentanti della Regione Asia – Pacifico del sud (Ssd) della Chiesa avventista hanno partecipato, lo scorso 1° agosto, a un’audizione del Senato delle Filippine sulla proposta di legge "Magna Carta sulla libertà religiosa". La legge vuole difendere il diritto delle persone alla libertà religiosa nel Paese, come prevede l’articolo III, sezione 5, della Costituzione del 1987. La Chiesa avventista era rappresentata da Evin Villaruben, assistente tesoriere e segretario della Ssd, e dalla consulente legale Gizelle Lou Cabahug-Fugoso.

Secondo il Dipartimento Affari Pubblici e Libertà Religiosa (Aplr) della denominazione, il disegno di legge è al tempo stesso significativo e preoccupante. La libertà religiosa è un elemento importante della visione avventista che difende l’idea della libertà di coscienza e di espressione della fede per tutti gli individui. Tale libertà non deve essere negata, ostacolata, regolamentata o limitata, a meno che non provochi violenza, danni o pericolo per gli altri, o violi i diritti religiosi altrui. L’obiettivo della misura di proteggere la sicurezza pubblica, l’ordine, la salute, la proprietà e la morale è coerente con l’impegno della Chiesa per una cittadinanza responsabile e una responsabilità sociale.

Sfide
Cabahug-Fugoso ha espresso preoccupazione sulle sfide che gli avventisti devono affrontare per conciliare gli obblighi scolastici e lavorativi. Il problema principale è lo scontro tra l’osservanza del sabato, come indicato nella Bibbia, e l’obbligo di frequentare le lezioni o andare a lavorare in quel giorno. Cabahug-Fugoso ha condiviso il recente caso di Denmark Valmores, uno studente avventista di medicina. La Corte Suprema del Paese ha stabilito che chiedere a uno studente di scegliere tra onorare i propri obblighi religiosi e terminare gli studi è una palese violazione della sua libertà religiosa.

La Commissione per l’istruzione superiore e il Dipartimento del Lavoro delle Filippine hanno recentemente affermato il loro impegno nel sostenere la libertà religiosa nei contesti educativi e lavorativi, hanno riferito i dirigenti della Chiesa.

Mantenere l’autonomia 
Villaruben ha esortato il governo a mantenere l’autonomia delle istituzioni religiose. Insieme ad altre organizzazioni religiose, la Chiesa avventista desidera aggiungere un emendamento alla sezione 13 della proposta di legge: "Lo Stato proteggerà e promuoverà il diritto di una persona alle pari opportunità e al trattamento, e alla non discriminazione nell’impiego, in virtù della sua affiliazione o del suo credo religioso, a condizione che le istituzioni religiose fondate su credenze o principi religiosi abbiano il diritto di adottare i loro standard di assunzione o codici di comportamento in base alle loro credenze e discipline religiose".

I responsabili regionali della denominazione hanno dichiarato che la Chiesa avventista sostiene la misura proposta e desidera ringraziare gli autori della legge e i senatori e i deputati del Congresso delle Filippine. "La Chiesa avventista è stata proattiva nel creare collaborazioni vantaggiose con il governo, in linea con gli obiettivi di buona governance e di apertura. La Chiesa continuerà a sostenere e a aderire agli obiettivi e alle attività del governo finché saranno coerenti con gli ideali biblici" hanno affermato.

I rappresentanti della denominazione e di altre organizzazioni religiose presenteranno dei documenti circa la loro posizione e si impegneranno attivamente nelle prossime collaborazioni. Sebbene la misura proposta sia un passo importante per garantire la libertà religiosa nelle Filippine, i dirigenti regionali della Chiesa ritengono che sarà necessaria un’attenta revisione e discussione per trovare un equilibrio tra la protezione dei diritti individuali e la conservazione della separazione tra Chiesa e Stato.

L’Aplr 
Il Dipartimento Aplr è presente a tutti i livelli della Chiesa avventista nel mondo e “fa parte dell’impegno della denominazione di stabilire condizioni favorevoli per condividere la buona notizia della libertà e invitare tutti alla comunione d’amore con Dio e con gli altri esseri umani” hanno spiegato i dirigenti.

L’Aplr lavora anche in modo instancabile per eliminare le idee sbagliate sulla Chiesa avventista (la sua identità, il suo messaggio e la sua missione), “interagendo con le persone e offrendo punti di vista avventisti distinti. In sostanza, il dipartimento mira a elevare la Chiesa avventista e i suoi servizi a una posizione di credibilità, fiducia e rilevanza pubblica” hanno concluso.

[Foto: Ssd News. Fonte: Adventist Review]

 

 

 

 

Libertà religiosa. “Gli evangelici i più colpiti dalle restrizioni”

Libertà religiosa. “Gli evangelici i più colpiti dalle restrizioni”

Notizie Avventiste – Per Heiner Bielefeldt, esperto di diritti umani, i cristiani evangelici sono come sempre più limitati nella loro libertà religiosa. Lo ha affermato lo scorso 13 luglio in un’intervista a Pro, rivista cristiana online in lingua tedesca.

"I protestanti in generale e gli evangelici in particolare sono rapidamente associati all’Occidente, o agli Stati Uniti" ha detto Bielefeldt “Inoltre, ai cristiani evangelici viene attribuito un impegno missionario attivo che è molto meno comune tra i cristiani tradizionalmente residenti”.

Bielefeldt è stato Relatore speciale delle Nazioni Unite sulla libertà di religione o di credo per sei anni, al momento è titolare della cattedra di diritti umani e politica dei diritti umani presso l’Università di Erlangen-Norimberga.

Il professore si è anche detto favorevole a una maggiore concentrazione sulla questione della libertà religiosa a livello politico. 
“Certo, puoi stabilire priorità diverse quando si tratta di libertà religiosa. Purtroppo, vi è solo una manciata di persone in politica che mostrano un forte impegno nei confronti della questione, al di là delle fazioni. Vorrei che ce ne fossero di più. Ma non si dovrebbe dividere l’impegno in politica di partito”.

Inoltre, Bielefeldt ha sottolineato di fare riferimento anche agli sviluppi positivi nella libertà religiosa mondiale. “È importante accennare di tanto in tanto agli sviluppi positivi per controbilanciare l’impressione che sia del tutto inutile occuparsi della questione della libertà religiosa. Il progresso è sicuramente possibile. Ma resta il fatto che, purtroppo, dobbiamo riconoscere l’esistenza di un grande deterioramento”.

[Foto: Hope TV. Fonte: Adventistischer Pressedienst-Apd]

 

 

 

 

 

 

 

Come la lotta per il controllo di Internet incide sulla libertà religiosa

Come la lotta per il controllo di Internet incide sulla libertà religiosa

Carlos Magalhaes – Viviamo in un mondo in cui le libertà religiosa e di espressione sono sotto costante attacco e repressione. In ambito digitale le cose non vanno diversamente. Degli oltre 4,5 miliardi di persone che hanno accesso a Internet: 
– il 76% vive in Paesi in cui le persone sono state detenute o incarcerate per aver pubblicato contenuti su questioni politiche, sociali o religiose; 
– il 69% vive in Paesi in cui le autorità hanno utilizzato i commentatori governativi per manipolare le discussioni online; 
– il 64% vive in Paesi in cui i contenuti politici, sociali o religiosi sono stati bloccati online; 
– Il 51% vive in Paesi in cui l’accesso alle piattaforme dei social media è stato temporaneamente o permanentemente limitato; 
– il 44% vive in Paesi in cui le autorità hanno disconnesso Internet o le reti mobili, di solito per motivi politici.[1]

La libertà religiosa sui social media è una questione abbastanza complessa e le prospettive sull’argomento possono variare. Esiste una dinamica di potere che, come un cavo a tre punte, genera tensione tra potere pubblico, potere privato e società civile.

In generale, il potere pubblico sostiene che le aziende tecnologiche non rispettano le normative sulla privacy degli utenti né le leggi del Paese, manipolano le informazioni e non collaborano con le autorità locali nelle indagini, ad esempio, sui crimini. 
Dal canto loro, le aziende tecnologiche replicano con l’accusa che i governi minacciano la democrazia volendo limitare e controllare ciò che circola su Internet, oltre a monitorare la vita dei cittadini, in particolare dei dissidenti politici. 
E dalla parte più fragile vi è l’utente di Internet e dei social network, la principale vittima di questa disputa di potere, a cui la nozione di realtà è manipolata, la privacy invasa e la libertà digitale monitorata o controllata.

Minaccia alla libertà religiosa sui social 
La libertà religiosa sui social media riguarda il diritto degli individui di esprimere e praticare la propria religione online senza discriminazioni o restrizioni ingiuste. I social network svolgono un ruolo significativo nella diffusione di informazioni e idee, consentendo alle persone di condividere le proprie convinzioni e connettersi virtualmente con gli altri.

La libertà religiosa sui social network è un’estensione della libertà di espressione garantita da molte Costituzioni e Dichiarazioni dei diritti umani in tutto il mondo. Nonostante ciò, sui social media sono emersi alcuni casi controversi che coinvolgono la libertà religiosa, come l’esclusione di contenuti religiosi ritenuti offensivi o la censura di opinioni religiose divergenti da parte di governi e aziende tecnologiche.

Big tech e libertà religiosa 
Le principali aziende tecnologiche, conosciute oggi come "Big tech", sono entità estremamente potenti, con la capacità di influenzare l’ecosistema dell’informazione digitale e controllare come le notizie, incluso il discorso religioso, raggiungono il pubblico. La maggior parte delle aziende tecnologiche rivendica il potere unilaterale di vietare i gruppi religiosi perché sposano opinioni protette dalla Costituzione ma non condivise dall’azienda.[2]

Ad esempio, alcune di queste società si riservano il diritto di espellere dalle loro piattaforme individui e organizzazioni che non supportano il matrimonio gay, si oppongono all’aborto, mettono in discussione il transgenderismo o sostengono qualsiasi altra convinzione culturalmente o politicamente obsoleta nella Silicon Valley. 
Al contrario, le aziende tecnologiche sostengono che le loro azioni sono motivate dalla necessità di mantenere modelli di comunità, prevenire la diffusione di disinformazione, proteggere gli utenti da contenuti dannosi e frenare l’incitamento all’odio, la discriminazione e l’estremismo, che possono anche influenzare negativamente le comunità religiose.

Governi e libertà di espressione 
Il potere delle aziende tecnologiche ha minacciato l’influenza dei governi sui propri cittadini. Un numero crescente di governi sta affermando la propria autorità sulle aziende tecnologiche, spesso costringendole a rispettare la censura e la sorveglianza online. Questi sviluppi contribuiscono a un attacco senza precedenti alla libertà di parola online, causando il declino della libertà globale di Internet per il dodicesimo anno consecutivo, secondo il rapporto Freedom on the Net 2022.[3]

Lo scenario globale è cambiato drasticamente nella direzione di un maggiore intervento del governo nella sfera digitale, evidenzia il rapporto. Dei 70 Paesi citati, 47 hanno intrapreso azioni legali o amministrative contro le società tecnologiche. Sebbene alcune di queste misure riflettano tentativi legittimi di mitigare i danni online, controllare l’uso improprio dei dati o reprimere le pratiche di mercato manipolative, molte nuove leggi hanno imposto una censura eccessivamente ampia. Le attività online degli utenti sono ora moderate e monitorate con una portata maggiore.

Il risultato è che nel 2022 più governi hanno fermato utenti per discorsi politici, sociali o religiosi non violenti. Le autorità hanno sospeso l’accesso a Internet in almeno 20 Paesi e 21 governi hanno bloccato l’accesso alle piattaforme dei social media, il più delle volte durante periodi di turbolenze politiche come proteste ed elezioni. Nel 2021, le autorità di almeno 45 Paesi sono sospettate di aver ottenuto spyware sofisticati o tecnologia di estrazione dati da fornitori privati.[4]

Man mano che la repressione digitale si intensifica e si diffonde, gli utenti non hanno fiducia nel fatto che le iniziative dei governi per regolamentare Internet porteranno a una maggiore protezione dei loro diritti.[5]

Impegno per la nostra missione 
Il profeta Daniele parla di un tempo di difficoltà per il popolo di Dio in cui molti saranno purificati e messi alla prova (Daniele 12:10). La scrittrice Ellen G. White afferma anche che “verrà il tempo in cui, poiché difendiamo la verità biblica, saremo accusati di tradimento" – Tesori delle Testimonianze, vol. 3, p. 45.

Non possiamo dire di aver raggiunto il culmine di quel tempo, ma è possibile notare che gli angeli di Apocalisse 7:1 sono intenti a trattenere i venti della contesa. Secondo Ellen G. White, "questo mette in risalto l’opera che dobbiamo fare ora, ossia chiedere a gran voce a Dio che gli angeli trattengano i quattro venti fino a quando i missionari non saranno mandati in tutto il mondo” – Last-Day Events, p. 109.

Le difficoltà e i limiti che emergono su Internet nel mondo segnalano un cambiamento nel campo della libertà religiosa. Ma invece di essere spaventati e scoraggiati, dobbiamo impegnarci di più, usando tutta la tecnologia a nostra disposizione per condividere il Vangelo con il numero maggiore di persone.

Note 
[1] A. Shahbaz, A. Funk, K. Vesteinsson, “Countering an Authoritarian Overhaul of the Internet” (Contrastare una revisione autoritaria di Internet), Freedom House, 2022. Disponibile su: https://freedomhouse.org/report/freedom-net/2022/countering-authoritarian-overhaul-internet. Consultato il 6 giugno 2023. 
[2] https://www.napalegalinstitute.org/post/how-big-tech-targets-faith-groups-for-censorship 
[3] A. Shahbaz, A. Funk, K. Vesteinsson, Op. cit. 
[4] https://freedomhouse.org/report/freedom-net/2021/global-drive-control-big-tech 
[5] Ivi.

(Carlos Magalhaes è esperto di strategie di evangelizzazione su Internet e direttore del marketing digitale della Chiesa avventista in Sudamerica) 
[Fonte: Notizie Avventiste sudamericana. Traduzione: L. Ferrara]

 

 

 

 

 

La crisi dell’ecumenismo europeo

La crisi dell’ecumenismo europeo

Il pastore battista Luca Maria Negro riflette sugli esiti dell’Assemblea generale della Conferenza delle chiese europee (Kek), tenutasi a Tallin (Estonia) lo scorso mese di giugno. Riportiamo il suo intervento nella rubrica "il cammino verso l’unità" andata in onda domenica 16 luglio in chiusura del programma radiofonico "Culto evangelico" di Rai Radio1. 

Articolo pubblicato da Nev

Dal 14 al 20 giugno si è svolta a Tallinn, capitale dell’Estonia, la XVI Assemblea della Conferenza delle chiese europee, nota con l’acronimo tedesco Kek. Si tratta dell’organizzazione ecumenica regionale fondata nel 1959 per favorire il dialogo tra le chiese dell’ovest e dell’est europeo, allora divise dalla cortina di ferro.

Della Kek fanno parte 114 chiese appartenenti a diverse famiglie confessionali: protestanti di varie denominazioni, anglicani, ortodossi e vetero-cattolici. In Italia ne sono membri battisti, luterani, metodisti e valdesi, ed esiste una strutturata collaborazione con la Federazione delle chiese evangeliche in Italia.

Dagli anni ’80 del ‘900 fino al primo decennio del terzo millennio la Kek ha svolto un ruolo ecumenico di primo piano in Europa, grazie alle tre Assemblee ecumeniche europee di Basilea 1989, Graz 1997 e Sibiu 2007, promosse congiuntamente dalla stessa Conferenza e dal Consiglio delle conferenze episcopali cattoliche d’Europa (Ccee). Da allora, per vari motivi, il suo ruolo sembra ridimensionato.

Un ridimensionamento dovuto, oltre alle crescenti difficoltà economiche delle chiese, alla decisione, presa già diversi anni fa, di concentrare il lavoro della Conferenza sul rapporto con l’Unione europea, chiudendo gli uffici di Ginevra e Strasburgo e lasciando la sola sede di Bruxelles. Ma anche allo stallo nei rapporti ecumenici con la Chiesa cattolica dopo la difficile Terza Assemblea ecumenica di Sibiu in Romania.

L’Assemblea di Tallinn sembra avere confermato la tendenza al ridimensionamento, a cominciare dall’assenza di una cinquantina di chiese membro (per la terza volta consecutiva era assente la chiesa ortodossa russa, che ha congelato la sua partecipazione proprio a causa di una controversia riguardante una delle due chiese ortodosse d’Estonia; assenti anche gli ortodossi serbi).

È stato confermato lo sganciamento dalla Kek di due importanti reti ecumeniche europee, quella che si occupa di migranti, la Commissione delle chiese per i migranti in Europa (Ccme), e di ecologia, la Rete cristiana europea per l’ambiente (Ecen). C’era qualche speranza che venisse annunciata la convocazione di una quarta Assemblea ecumenica europea, ma ciò non è avvenuto. Anche sulla guerra in Ucraina la dichiarazione finale ha deluso molti delegati per la posizione considerata troppo filo-Nato e per la scarsa insistenza sulla ricerca di soluzioni pacifiche al conflitto.

I delegati italiani hanno tenuto comunque a sottolineare gli elementi positivi dell’Assemblea: il dibattito sull’accoglienza dei migranti; la presenza attiva dei giovani che hanno visto accolta una bella mozione sul clima; il rinnovamento del Comitato direttivo in cui è stato eletto anche un giovane pastore italiano, il battista Simone De Giuseppe.

Nuovo presidente della Kek è un ortodosso, l’arcivescovo Nikitas di Thyateira e Gran Bretagna, che al termine dei lavori ha condiviso un messaggio di speranza: “Questa Assemblea ci trova in un mondo in guerra, in cui si muovono ancora le armi nucleari… In questo contesto, la KEK vuole portare la speranza e la luce di Cristo, come messaggero di pace e soluzione ai nostri problemi”.

[Foto: Hillert. Fonte: Notizie Evangeliche-Nev]

 

Germania. Campagna #IndenFokus

Germania. Campagna #IndenFokus

Le organizzazioni umanitarie tedesche richiamano l’attenzione sulle crisi dimenticate.

Notizie Avventiste – In Germania, le organizzazioni umanitarie hanno unito le forze per attirare l’attenzione sulle crisi dimenticate con la campagna #IndenFokus. L’Agenzia Avventista per lo Sviluppo e il Soccorso (Adra) è tra le 30 associazioni tedesche aderenti all’iniziativa. 
“L’obiettivo è sensibilizzare l’opinione pubblica sulla sofferenza che vivono le persone” afferma Adra Germania in una dichiarazione “e informare sull’impegno solidale delle organizzazioni umanitarie tedesche nei tre Paesi individuati dalla campagna: Libano, Sud Sudan e Bangladesh”.

Sostenitrice di #IndenFokus è Luise Amtsberg, commissaria del governo federale tedesco per la politica dei diritti umani e gli aiuti umanitari. 
“Le persone soffrono anche quando non le vediamo” sottolinea la commissaria “Ecco perché questa campagna è così importante: per rendere visibile la sofferenza, ma anche per contribuire ad alleviarla". 

In una conferenza tenuta presso il Ministero degli esteri federale di Berlino, sono state discusse le prospettive dei media, della società civile e della politica. 
“Le crisi dimenticate avvengono lontano dalla percezione pubblica” spiega ancora Adra Germania nella sua dichiarazione “Secondo un’analisi, nel 2022 ci sono stati circa 1,5 milioni di rapporti relativi alla crisi in Ucraina nei media esaminati. Invece, sono stati soltanto circa 10.000 quelli riguardanti Libano, Sud Sudan e Bangladesh messi insieme. Se non vi è interesse pubblico e mediatico, le crisi non vengono risolte e le persone ricevono meno aiuti finanziari”.

Intervista alla commissaria Amtsberg 
L’organizzazione umanitaria “Missio” ha intervistato Luise Amtsberg che ha parlato, tra l’altro, della sua recente visita in Libano. “Il Paese è sull’orlo del collasso” ha raccontato “Possiamo pure dire che sta crollando davanti ai nostri occhi. Vi è cattiva gestione e corruzione da parte del governo. In pochissimo tempo la moneta si è svalutata del 95%. Le persone non hanno accesso ai propri risparmi. Oltre il 70% dei residenti vive nell’insicurezza alimentare e dipende da aiuti esterni, come il Programma alimentare mondiale. Le cure mediche sono più che inadeguate, i giudici sono in sciopero e le scuole statali sono chiuse dall’inizio dell’anno”. A questo si aggiunge il vuoto politico. Descrivere il Libano come una "crisi dimenticata" è quindi appropriato e corretto.

Riguardo alla situazione in Bangladesh in relazione con l’industria dell’abbigliamento, la commissaria ha detto: "Nei Paesi industrializzati occidentali dovremmo chiederci: ‘Quanto è alto il prezzo della nostra prosperità? A spese di chi? Il nostro comportamento consumistico danneggia gli altri nel mondo?’”.

La risposta a quest’ultima domanda è di certo affermativa, ne deriva quindi una sorta di principio di responsabilità. 
"Questa responsabilità include anche chiedersi cosa possiamo migliorare" ha aggiunto Amtsberg. 
Per quanto riguarda il Sud Sudan, la commissaria ha menzionato gli effetti del cambiamento climatico che sono particolarmente evidenti in quel territorio.
[LF}

[Foto: Logozusammenstellung: #IndenFokus. Fonte:  Apd – Adventistischer Pressedienst]

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Pin It on Pinterest