Francia. Nessuna barriera per il battesimo
29 Settembre 2020

Maol – La miopatia che lo immobilizza in un corsetto sulla sedia a rotelle non ha impedito a Cedric di scendere nelle acque battesimali. La sua esperienza, raccontata da Jackson Sintina dalle pagine di EudNews, parte da una frase di Mark Twain: «Non sapevano che fosse impossibile, quindi l’hanno fatto». Così, quando in tanti dicevano: «Impossibile!». Cedric e sua moglie Sinthia hanno detto: «È possibile!».

La coppia, sposata da due anni, ha scelto di testimoniare pubblicamente con il battesimo, officiato il 12 settembre in Francia, la decisione di seguire Gesù.

«Ringrazio il Signore per aver mandato Sinthia sul mio cammino. Una donna che ha l’amore di Dio nel cuore» ha affermato Cedric nel giorno tanto atteso «Oggi, sono molto felice di sperimentare ciò che la gente pensava fosse impossibile. Lo abbiamo fatto. Ci siamo sposati due anni fa e oggi stringiamo un’alleanza con il Signore. Sia gloria a Dio!».

Questa testimonianza è un’ispirazione in molti modi.

Cedric, 39 anni, laureato in risorse umane, è stato responsabile delle assunzioni presso la società ferroviaria francese «Sncf Gares et Connexions» per cinque anni e responsabile paghe per altri tre anni, sempre alla Sncf. Negli ultimi due anni è stato consulente interno delle risorse umane al dipartimento finanziario del network Sncf.

Affetto da una miopatia che lo ha immobilizzato sulla carrozzina da quando era molto giovane, Cedric non può muovere braccia e gambe. È quindi totalmente dipendente. Ma questo non gli ha impedito di seguire la scuola normale né di ottenere un’istruzione superiore, lavorare, sposarsi e stringere il suo patto personale con il Signore tramite il battesimo.

È ovvio immaginare che non tutto è sempre filato liscio.
«Il mio percorso è stato molto difficile e pieno di insidie» ha sottolineato Cedric «soprattutto all’inizio degli studi universitari. Per esempio, a volte ho avuto problemi a far funzionare la carrozzina elettrica in inverno e sotto la pioggia. A quel tempo, non avevo nessuno che mi aiutasse e volevo quasi mollare tutto. Ma il Signore è sempre stato lì per me, lo so. Ha messo le persone sul mio cammino, che ha usato per compiere la sua opera nella mia vita. Ringrazio molto Dio per questo».

«Tra queste persone» ha continuato «penso al mio amico Jackson Sintina che mi ha invitato più volte a visitare la sua chiesa ad Aubervilliers [Parigi]. Ho sempre saputo che Gesù era il nostro Salvatore, l’ho sempre avuto dentro di me. A poco a poco, mi sono avvicinato sempre di più alla Bibbia e ne abbiamo parlato spesso con Jackson. E, di recente, mi ha chiesto di testimoniare della mia esperienza in diverse chiese della Federazione della Francia settentrionale nell’ambito del Weekend Special Handicap (Wesh), istituito dai Ministeri Avventisti a favore delle Persone Disabili. Ho pensato che sarebbe stato un modo umile e sincero per ringraziare Dio di tutto ciò che mi ha dato nella mia vita. Anche le prove servono a farci crescere; infatti, Dio ci ama. E posso testimoniare del suo amore».

Poi Cedric ha parlato di sua moglie e di come la loro unione sia una benedizione. «Ciò che ha rafforzato il mio rapporto con Dio è stato il mio incontro con Sinthia che ha cambiato radicalmente la mia vita» ha proseguito Cedric «Attraverso di lei vedo l’amore di Dio. È una donna che ama il Signore e vuole servirlo. È un vero dono del cielo. So che molte persone si pongono domande sulla nostra unione, ma il nostro matrimonio e il nostro battesimo sono perfettamente normali se crediamo veramente in Dio. Ciò che è impossibile per gli uomini, è possibile a Dio. Questo è il messaggio di speranza e di fede nella promessa di nostro Signore, che desideriamo condividere con voi, oggi, in questo articolo».

«Con Cedric e Sinthia la nostra chiesa può essere solo più forte» ha concluso Sintina «Allo stesso modo, loro due possono diventare più forti solo con Dio. Preghiamo dunque il Signore e agiamo affinché il Dio dell’impossibile ci aiuti a rendere le nostre chiese dei luoghi accoglienti in cui crediamo veramente che, sì, l’inclusione è possibile!».

[Foto: Ufb (Unione franco-belga)]

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