Fdei. Presentato alla Camera il quaderno “Donne e lavoro”

Fdei. Presentato alla Camera il quaderno “Donne e lavoro”

“Le donne hanno un tasso occupazionale più basso degli uomini a livello europeo e in Italia il divario è tra i più alti, anche se dal 2021 vi è stato un incremento costante delle occupate e nel secondo trimestre del 2023 l’Istat informa che si è passati dal 51,3% del 2022 al 52,6%”. Inizia con questi dati il quaderno 16 giorni per vincere la violenza del 2023 sul tema “Donne e lavoro: un violenza diffusa e nascosta”. La pubblicazione che ogni anno la Federazione delle donne evangeliche in Italia (Fdei) dedica alla lotta contro la violenza di genere.

L’iniziativa è stata illustrata ieri pomeriggio, 22 novembre, presso la sala stampa della Camera dei deputati, a Roma. Mauro Berruto, deputato del partito democratico, che ha indetto e ospitato l’incontro, ha sottolineato in apertura “la necessità di cambiare il linguaggio, perché le parole strutturano la realtà”.

La giornalista e redattrice del Nev, Elena Ribet, moderatrice dell’evento, al posto del minuto di silenzio da dedicare alla morte di Giulia Cecchettin, ha invitato i e le presenti ad alzarsi in piedi “per Giulia e per tutte le vittime di violenza, perché è un momento anche di rabbia e di stanchezza, per le sopravvissute, e anche per i loro figli, e per le madri delle donne vittime”.

La pastora Mirella Manocchio, presidente della Fdei, ha spiegato come la Federazione sia una rete di collegamento tra donne appartenenti alle differenti realtà evangeliche, costituita nel 1976, e che si caratterizza per fare un lavoro di sensibilizzazione, rivolto alle chiese e non solo, e di valorizzazione del pensiero teologico al femminile.

Per Manocchio, “il sostegno delle istituzioni pubbliche non è sufficiente, spesso l’associazionismo dà sostegno alle donne, ed è spesso in difficoltà, se non ostacolato nel suo lavoro”. Quanto alla politica, “la via punitiva e securitaria, ad esempio con il Codice Rosso o il Decreto Caivano dello scorso giugno, sembra produrre pochi frutti e non a lungo termine”.

La pastora Gabriela Lio, curatrice del quaderno, tradotto in quattro lingue, ha poi illustrato i contenuti dell’edizione di quest’anno: “La violenza nei posti di lavoro, in primis. Perché ci siamo rese conto che i femminicidi, come diciamo appunto nel testo, sono la punta di un iceberg”. Tanti quindi i temi affrontati legati all’occupazione e alla remunerazione delle donne, “come il lavoro a casa e di cura non riconosciuto”.

Il quaderno “16 giorni” propone un percorso che inizia il 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, e si conclude il 10 dicembre, Giornata mondiale dei diritti umani. Ogni pagina propone un aspetto del tema generale, un testo biblico, una riflessione sul testo, una domanda per la discussione e una preghiera. È preparato per invitare alla riflessione personale e comunitaria nelle chiese. “Vogliamo che attraverso questo materiale si possa aprire un dibattito nelle nostre comunità” ha concluso Lio.

Del quadro normativo attuale e della crucialità del tema del lavoro, del ricatto economico, rispetto alla violenza contro le donne ha parlato l’avvocata Assunta Cestaro, dello “Sportello donna” della Cgil di Roma, ricordando come “fu una legge del 1977, la 1903, che aggiunse un comma che parlava anche della discriminazione per età, sesso, appartenenza razziale” tra le fattispecie per la tutela dei lavoratori e delle lavoratrici. Ad oggi, dunque, le norme per supportare le donne vittime di violenza ci sono, ci sarebbero, ma non bastano e “tra avere una legge ed esigere un diritto ce ne passa” ha affermato Cestaro che ha aggiunto “Occorre costruire ovunque luoghi che accompagnino le donne anche nei processi civili”.

Angela D’Alessandro, operatrice della Casa delle donne “Lucha y Siesta”, ha raccontato esperienze di maltrattamenti sul posto di lavoro, denunciando “molta difficoltà nel reinserimento lavorativo di donne che hanno dovuto lasciare il lavoro. Auspichiamo dunque percorsi reali di aggiornamento e formazione per le donne che hanno subito violenza”.

E di questo chi si dovrebbe occupare? “Vorrei dire che è una violenza istituzionale: è lo Stato che deve agire” ha aggiunto la rappresentante di “Lucha”, centro antiviolenza e casa delle donne romana.

Berruto, già commissario tecnico della nazionale di pallavolo maschile italiana, ha poi richiamato l’importanza di includere lo sport come ambito in cui combattere la violenza contro le donne.
E non solo lo sport è un mondo in cui agire nel contrasto agli abusi: “Pensiamo al cinema, all’università. Le molestie sessuali non sono una questione di desiderio ma sono una questione di potere” ha concluso l’avvocata Cestaro.

La conferenza stampa di ieri pomeriggio è stata trasmessa in diretta e si può rivedere via web al link: webtv.camera.it/conferenze_stampa.

Clicca qui per scaricare il quaderno 16 giorni per vincere la violenza.

[Fonte: Notizie evangeliche-Nev]

Diritti, giustizia sociale e pace, una sfida anche per le nostre chiese

Diritti, giustizia sociale e pace, una sfida anche per le nostre chiese


Continuano le conversazioni con la redazione del settimanale Riforma, organo ufficiale delle Chiese evangeliche battiste, metodiste e valdesi. Oggi vi proponiamo un’intervista di Claudio Coppini e Roberto Vacca a Gian Mario Gillio, della redazione di Riforma.

Tra i temi affrontati: donne e lavoro, una diffusa forma di violenza; il futuro pieno di incognite dell’Argentina; le religioni alla prova della guerra israelo-palestinese.

 

Donne, una violenza che viene da lontano

Donne, una violenza che viene da lontano


Il femminicidio di Giulia Cecchettin ci porta a riflettere su questo fenomeno all’avvicinarsi della Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne. Ancora un’altra vita spezzata, una femminilità negata. In che modo le parole bibliche di Efesini 5:25-33 si possono legare a quanto accade oggi nei confronti delle donne?

Carmen Zammataro e Mario Calvagno intervistano Franco Evangelisti di Guerrino, pastore delle Chiese avventiste di Cremona, Mantova e Parma.

Essere testimoni oggi, sulle orme di uomini e donne della Bibbia

Essere testimoni oggi, sulle orme di uomini e donne della Bibbia


Nel mese di novembre le chiese avventiste di tutto il mondo si riuniscono per la settimana di preghiera. Durante gli incontri si prega e si riflette su un argomento specifico. Il tema di quest’anno è: “Mi sarete testimoni”. Prendendo spunto dalle storie raccontate nel fascicolo che accompagna questo evento, abbiamo commentato brevemente le esperienze di fede di alcuni uomini e alcune donne della Bibbia.

Alessia Calvagno intervista il pastore avventista Mihai Bumbar.

Giornata contro la violenza sulle donne – Protocollo The Circle Italia e Polizia di Stato

Giornata contro la violenza sulle donne – Protocollo The Circle Italia e Polizia di Stato


È al via Cerchi Anti Violenza, il protocollo d’intesa tra The Circle Italia Onlus e Polizia di Stato. Un progetto destinato a diverse fasce di pubblico, composto da vari appuntamenti, punti informativi e una campagna di sensibilizzazione diffusa online (17 novembre) e offline su tutto il territorio nazionale. La prima tappa del progetto a Napoli (27-29 novembre). La violenza contro le donne va combattuta con un’informazione corretta e giusti strumenti.

Mario Calvagno e Carmen Zammataro intervistano Adelaide Corbetta, Presidente The Circle Italia Onlus.

Info: thecircleitalia.org

Sulle spalle di chi ci ha preceduto

Sulle spalle di chi ci ha preceduto

Si è svolta negli Stati Uniti la prima conferenza sulle donne nella storia avventista.

Notizie Avventiste – Quando si chiede di nominare una donna influente nella storia degli avventisti del settimo giorno, la maggior parte delle volte si cita la cofondatrice della Chiesa, Ellen G. White. Ma cosa dire di Sarah Lindsey, la cui predicazione era così potente da attirare le folle fuori dal Circo Barnum and Bailey? O di Lulu Whitman, che in un anno battezzò più persone di tutti i suoi colleghi maschi messi insieme? O di Lauretta Kress, medico, che fondò e gestì diversi sanatori insieme al marito Daniel, anche lui medico?

La prima conferenza sulle donne nella storia avventista, tenuta dal 12 al 14 ottobre nel campus della Washington Adventist University (Stati Uniti), ha evidenziato il significativo contributo femminile alla denominazione, con l’obiettivo di aumentare la consapevolezza del ruolo svolto dalle donne nel passato e la ricerca accademica.
“Questa conferenza non era il luogo in cui io, pastora venticinquenne e studentessa di seminario, mi aspettavo di riscoprire la mia chiamata e la motivazione per continuare a proseguire il ministero all’interno della mia denominazione” ha dichiarato Amalia Goulbourne su Adventist Today “Mentre trattenevo le lacrime durante l’ultima sessione plenaria dell’evento… mi sono ritrovata a soffermarmi sulla mia storia, proprio come la conferenza si è soffermata sulle tante storie delle donne avventiste nel mondo”.

I partecipanti hanno imparato a conoscere l’eredità nascosta delle donne che hanno servito accanto agli uomini per costruire la Chiesa. Organizzato dall’Ufficio archivi, statistiche e ricerca della Regione nordamericana (Nad), diretto da Michael Campbell, l’evento ha attirato circa 150 partecipanti, uomini e donne, da Nordamerica, Europa, Sudamerica e Africa.

Nel suo discorso di apertura, G. Alexander Bryant ha lodato Campbell per la sua “intuizione e visione” nel realizzare la conferenza. “È bello riconoscere e onorare le donne sulle cui spalle è stata costruita questa denominazione” ha detto, ringraziando anche le donne presenti per il loro contributo. “Non saremmo la Chiesa che siamo oggi se non fosse per le donne che hanno guidato e sostenuto l’opera per decenni. Stiamo meglio grazie a voi. E abbiamo bisogno di tutto ciò che Dio vi ha dato per poter portare a termine quest’opera e tornare ‘a casa’”.

Attive dal principio 
Le donne avventiste furono coinvolte nella nascente chiesa fin dall’inizio, anche se la cultura dell’epoca limitava la partecipazione femminile. Insieme con Ellen G. White, le pioniere sostennero e difesero fortemente il ruolo delle donne nel ministero della chiesa in tutti gli ambiti.
“Una dopo l’altra, sono state presentate donne che hanno servito devotamente la loro chiesa, spesso in situazioni difficili, rischiando anche la vita e la salute per diffondere la verità del vangelo” ha ricordato Hannele Ottschofski, dello staff dei Ministeri Femminili della denominazione in Europa, che ha partecipato all’evento.
“Presentazioni ben studiate hanno sottolineato il grande lavoro e la leadership svolta dalle donne senza le quali la Chiesa non avrebbe potuto prosperare come ha fatto” ha aggiunto “Tuttavia, dopo la morte di Ellen White, le donne furono successivamente tolte dalle posizioni dirigenziali, man mano che entravano in scena più pastori uomini e la consacrazione (ordinazione) divenne un requisito per poter dirigere un dipartimento. Molte donne erano state impiegate nella guida dei dipartimenti della Chiesa e quasi tutte furono sostituite da pastori consacrati. Tuttavia, le donne continuarono a lavorare con molto impegno dietro le quinte, spesso sottopagate e ignorate, e il loro lavoro veniva attribuito ai loro superiori”.

La conferenza non ha solo guardato al passato, ha anche mostrato come le cose stanno finalmente cambiando. Il numero delle donne pastore e cappellane è aumentato considerevolmente negli ultimi decenni. Le donne sono state chiamate a ricoprire posizioni di leadership nelle Federazioni, nelle Unioni e alla Conferenza Generale (o Chiesa mondiale).

La devozione delle donne 
“Questa conferenza avrebbe potuto facilmente diventare un luogo di giusta indignazione verso le politiche, le strutture e i leader maschili che hanno messo a tacere e controllato le donne nella denominazione” ha osservato Goulbourne.
“Una delle ferite più grandi nella Chiesa avventista, la negazione della consacrazione delle donne pastore, è emersa più volte nelle presentazioni” ha aggiunto “Eppure, la devozione delle donne nel corso della storia avventista è stata il tema centrale di questa conferenza. La rabbia del passato e del presente non doveva oscurare la speranza di queste donne che hanno combattuto per decenni per far parte dell’opera della Chiesa avventista del settimo giorno”.

Goulbourne ha continuato evidenziando che “i documenti presentati dopo le sessioni plenarie hanno creato speranza attraverso le storie di donne avventiste come Effie Jean Ketting, patologa e ginecologa, che ha lavorato sul campo di missione in Thailandia; Irene Morgan, una donna afroamericana che mantenne la sua posizione e lottò per il diritto di sedersi al suo posto su un autobus interstatale nel 1944; e Lora Clement, direttrice storica della rivista The Youth’s Instructor all’inizio del 1900. Mentre alcune donne venivano riconosciute per nome, altre potevano essere identificate solo con gli appellativi ‘lettrice biblica’ o ‘sua moglie’. Sono state presentate anche queste storie, come quella delle ventidue predicatrici senza nome che diffusero il messaggio millerita negli anni ’30 dell’Ottocento, o la misionera sin nombre, la missionaria senza nome, che portò il messaggio avventista a Chapala, in Messico”.

Un’atmosfera di sostegno 
Il convegno è stato ricco di conferenze e presentazioni a cui nessuno voleva mancare.
“La meravigliosa atmosfera di sostegno per le donne era tangibile” ha concluso Ottschofski “L’incontro di chiusura è stato una sfida profondamente spirituale. Le singole storie sono storia, ma il loro impatto è un’eredità. Siamo state sfidate a parlare apertamente, a prendere posizione e a diventare agenti di cambiamento, per migliorare le condizioni di altre donne che verranno dopo di noi”.

Le ha fatto eco Goulbourne che ha affermato: “Sebbene pubblicizzata come storica, la conferenza di questo fine settimana è stata una celebrazione del lavoro attuale delle donne in tutta la Chiesa avventista del settimo giorno e un appello a continuare a sostenere la chiamata di ogni donna. Essere una donna pastore può essere faticoso e scoraggiante; tuttavia, a questa conferenza ho incontrato così tante donne e uomini disposti a combattere al mio fianco, a sostenermi e a guidarmi in ciò che Dio mi chiama a fare”.

Nonostante tutti gli ostacoli che le donne hanno sperimentato, continuano a servire perché credono nel vangelo redentore di Cristo che è venuto per salvare tutti, uomini e donne, poiché tutti sono uno in Cristo Gesù (cfr. Galati 3:28).

[Foto: Glendon Hines/Nad. Fonte: Nad News; Eud WM News; Adventist Today]

Donne protagoniste in una società che cambia

Donne protagoniste in una società che cambia


Sabato 19 agosto p.v. alle 15 presso la sala Filippo Scroppo della Civica Galleria d’Arte Contemporanea, in via R. D’Azeglio 10, a Torre Pellice si svolgerà il Presinodo organizzato dalla Federazione delle Donne Evangeliche in Italia (FDEI) in collaborazione con la Federazione Femminile Evangelica Valdese e Metodista (FFEVM), dal titolo ‘Donne – protagoniste in una società che cambia‘. Sarà occasione per focalizzare l’attenzione sul ruolo delle donne nella società odierna tra balzi in avanti, approcci originali e contraddizioni, con un occhio ad aspetti tematici tra loro collegati quali la violenza sulle donne nelle sue varie declinazioni (fisica, psicologica, economica) e la dipendenza economica che non permette a molte di emanciparsi da situazioni violente e costrittive. Offriranno una loro riflessione sul tema: Barbara Oliveri Caviglia, presidente dell’Ospedale Evangelico Internazionale di Genova; Sara Rossi Guidicelli, scrittrice e giornalista; Antonella Visintin, membro della Commissione GLAM (Globalizzazione, Lavoro e Ambiente) della FCEI. Collaborerà alla conduzione e a moderare interventi e domande Alberto Corsani, direttore di Riforma-Eco delle Valli.
Nella seconda parte dell’incontro le e i partecipanti avranno modo di interagire approfondendo le tematiche. Sarà possibile vedere la diretta del Presinodo attraverso il canale YouTube cliccando sul seguente link: https://youtube.com/@FDEI_DonneEvangelicheItalia oppure sulla pagina Facebook dedicata: https://www.facebook.com/FDonneevangelicheitalia 

Roberto Vacca ha intervistato su questa iniziativa la presidente della FDEI, la pastora metodista Mirella Manocchio.

Presinodo Fdei. Donne – protagoniste in una società che cambia

Presinodo Fdei. Donne – protagoniste in una società che cambia

Notizie Avventiste – La Federazione delle donne evangeliche in Italia (Fdei) invita al Presinodo 2023, il 19 agosto, alle ore 15.00, presso la sala Filippo Scroppo della Civica Galleria d’Arte Contemporanea, a Torre Pellice (TO). “Donne – protagoniste in una società che cambia” è il tema dell’incontro.

“Sarà occasione per focalizzare la nostra attenzione sul ruolo delle donne nella società odierna, tra balzi in avanti, approcci originali e contraddizioni con un occhio ad aspetti tematici tra loro collegati quali la violenza sulle donne nelle sue varie declinazioni (fisica, psicologica, economica) e la dipendenza economica che non permette a molte di emanciparsi da situazioni violente e costrittive” spiega la pastora Mirella Mannocchio, presidente della Fdei, nell’invito rivolto a tutte e a tutti

“Condivideremo stimoli e riflessioni che ci giungeranno dal racconto delle esperienze lavorative e personali delle nostre tre gradite ospiti” aggiunge introducendo le relatrici.

Al Presinodo, organizzato in collaborazione con la Federazione femminile evangelica valdese e metodista, interverranno Barbara Oliveri Caviglia, presidente dell’Ospedale Evangelico Internazionale di Genova; Sara Rossi Guidicelli, scrittrice e giornalista; Antonella Visintin, membro della Commissione Globalizzazione e ambiente della Federazione chiese evangeliche in Italia. Alberto Corsani, direttore della rivista Riforma-Eco delle Valli, modererà gli interventi e le domande.

Nella seconda parte dell’incontro le e i partecipanti avranno modo di interagire, approfondendo le tematiche.

L’appuntamento è in via Roberto D’Azeglio 10, a Torre Pellice.

Sarà possibile seguire l’incontro anche in diretta streaming sul canale You Tube della Fdei (https://youtube.com/@FDEI_DonneEvangelicheItalia) e sulla pagina Facebook dedicata (https://www.facebook.com/FDonneevangelicheitalia).

“Vi aspettiamo numerose e numerosi a questo evento consueto, ma sempre nuovo!” conclude la presidente della Fdei.

Clicca qui per scaricare la locandina.

Le donne: colonne portanti della società

Le donne: colonne portanti della società


In questa puntata abbiamo affrontato un tema in particolare, il ruolo delle donne nella storia e le lotte per la parità dei diritti, l’emancipazione e libertà di espressione. Ospite di questa puntata in collegamento telefonico Anna d’Auria, poetessa e scrittrice del romanzo "Mala Jin. Tulipani nel cemento" che affronta appunto questo importante argomento.

Programma a cura di Annamaria Citino.

Donne evangeliche. La violenza è patriarcale e strutturale

Donne evangeliche. La violenza è patriarcale e strutturale

Pubblichiamo il comunicato della Federazione delle donne evangeliche in Italia (Fdei) a firma della sua presidente, la past. Mirella Manocchio.

È di questi giorni la presentazione di un ddl del governo Meloni volto a rafforzare le disposizioni già presenti “per il contrasto alla violenza sulle donne e contro la violenza domestica”.

Nel comunicato del governo si legge che l’intenzione è quella di “velocizzare le valutazioni preventive sui rischi che corrono le potenziali vittime di femminicidio o di reati di violenza contro le donne o in ambito domestico; rendere più efficaci le azioni di protezione preventiva; rafforzare le misure contro la reiterazione dei reati a danno delle donne e la recidiva; migliorare la tutela complessiva delle vittime di violenza.”

Non posso che essere contenta di questo provvedimento, ma se devo dirmi anche soddisfatta allora è un altro discorso…

Infatti, non è ancora chiaro dove saranno presi i finanziamenti per sostenere quanto contenuto nel ddl, come e quando verranno formati magistrati specializzati in materia, ma soprattutto mi pare che non vi sia nulla in merito alla questione culturale su cui saldamente poggiano e di cui vivono atteggiamenti pregiudizievoli e lesivi, discriminazioni, violenze contro le donne.

Ancora una volta nel nostro Paese si agisce sull’onda dell’emozione di terribili fatti di cronaca, come quelli di Giulia Tramontano e Pierpaola Romano; ancora si continua a parlare di emergenza, mentre la questione andrebbe affrontata quale fenomeno strutturale della nostra società, come espressione feroce di una cultura patriarcale che attanaglia saldamente coscienze e istituzioni.

Noi donne evangeliche che ci riconosciamo nella Fdei ci siamo molto interrogate su questo fronte e continuiamo a farlo.

Durante il nostro XIII Congresso abbiamo approvato due mozioni distinte, ma tra loro strettamente connesse a parer mio, che guardano al fenomeno con l’idea di affrontarlo nelle sue complesse diramazioni perché non possiamo accontentarci di evidenziare la matrice culturale patriarcale e maschilista che sottende tali violenze.

Una mozione sul lavoro in cui, attraverso l’organizzazione di un convegno nazionale, l’avvio di una mappatura di associazioni ed enti che sostengono le donne in ambito economico-lavorativo e un progetto di formazione per donne e uomini, si vuole contribuire a svelare l’“intreccio perverso in cui si combinano dipendenza economica, disparità salariale, ricatto sessuale e maternità negata”; un’altra è volta a sostenere e a creare nelle nostre chiese, in collaborazione con chi già opera in questo ambito, percorsi di formazione rivolti a bambine e bambini, a donne e uomini, che diano “attenzione alla giustizia di genere e al rispetto delle donne e di ogni persona nella sua unicità”.

Dobbiamo agire e contribuire concretamente a scardinare impostazioni culturali, sociali, teologiche pregiudizievoli e vetuste, rimarcando, e pare ce ne sia sempre bisogno, la ricchezza di cui le donne sono portatrici nei vari ambiti, come faremo al prossimo Presinodo delle donne in agosto, a Torre Pellice.

Non vogliamo e non possiamo abbassare la guardia su questo tema che investe ogni ambito e stagione dell’esistenza, ogni classe sociale, ogni istituzione e organizzazione; e vogliamo farlo a partire proprio dalle nostre chiese evangeliche che per prime hanno avvertito l’urgenza di una riflessione sulle questioni di genere e il loro intreccio con la giustizia sociale sollecitate da teologhe e donne impegnate per la pace e la giustizia.

Teologhe e donne come Dorothee Sölle – di cui ricorrono i vent’anni dalla morte – che, nel libro ‘Per lavorare e amare’, chiude le sue riflessioni affermando che il nostro vecchio essere “non è soltanto l’essere egocentrico; è anche l’essere umano impotente, che si sente incapace di cambiare alcunché nel proprio mondo. Come dice Paolo, è ‘lo schiavo del peccato’. Ed è anche schiavo dei poteri che organizzano l’olocausto nucleare, schiavo dell’ingiustizia e della distruzione della terra. Egoismo e impotenza sono le principali caratteristiche del ‘vecchio essere’. La nuova creatura umana nasce dalla resurrezione di Cristo. Essa (uomo o donna) è messa in grado di combattere la morte e quelli che ci tengono sotto il dominio della morte. Il nuovo essere umano in Cristo è un contraddittore, un resistente, un rivoluzionario.”

E vogliamo fare nostro il suo appello conclusivo del libro ad assumere noi stesse uno dei vecchi nomi di Dio “Tu che ami la vita” (Sapienza di Salomone 11,26).

past. Mirella Manocchio 
presidente Fdei

[Fonte: Nev]

 

 

 

 

 

Un amore che precede le nostre scelte

Un amore che precede le nostre scelte

Torna la Giornata dei Ministeri Femminili.

Lina Ferrara – Fa parte del calendario degli eventi della Chiesa avventista a livello mondiale e ricorre il secondo sabato di giugno. È la giornata dei Ministeri Femminili, un’opportunità per far conoscere meglio alle comunità locali questo dipartimento e il suo lavoro.

“Un amore che precede le nostre scelte” è il tema scelto quest’anno e ha come filo conduttore il testo biblico: “In questo è l’amore: non che noi abbiamo amato Dio, ma che egli ha amato noi… Carissimi, se Dio ci ha tanto amati, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri” (1 Giovanni 4:10, 11).

Quali scelte facciamo oggi? Scegliamo di amare coloro che ci piacciono o tutte le persone che Dio ha messo sul nostro cammino?

Se John Wesley, fondatore del movimento metodista nel XVIII secolo, ha coniato l’espressione “grazia preventiva” per indicare che la grazia divina precede le decisioni umane e che Dio inizia il processo di elargire la grazia indipendentemente dal fatto che le nostre scelte siano giuste o sbagliate; il tema di questa giornata ci presenta quello che potremmo definire “amore preventivo” di Dio per noi. Quell’amore che viene prima di ogni nostra scelta e che il Signore continua ad avere per ciascuno di noi anche se non decidiamo di seguirlo.

“Ecco la verità sul carattere di Dio: prima che noi lo scegliessimo, Egli ha scelto noi (Giovanni 15:16)” dice Margery Herinirina, direttrice dei Ministeri Femminili presso la Regione Africa australe–Oceano Indiano e autrice del sermone per il 10 giugno.

“Dio inizia il contatto e apre il dialogo con noi” continua “Dio è relazionale e farà tutto il possibile per ripristinare la relazione interrotta con l’umanità lontana. Il suo amore precede le nostre scelte, le nostre decisioni e il nostro stile di vita”. 
Poi aggiunge: “Amare chi è diverso da noi non è facile. E non possiamo farlo con le nostre forze. Solo attraverso la grazia di Dio possiamo amare come Dio ama”.

La direttrice Herinirina propone anche il seminario “Un amore che trasforma” da tenere nel pomeriggio. 
“In questo seminario cercheremo di capire come possiamo essere trasformati dall’amore e successivamente raggiungere la maturità spirituale senza trascurare la nostra salute emotiva” afferma.

Le risorse per la Giornata dei Ministeri Femminili 2023 sono sul sito: https://ministerifemminili.avventista.it/ 

 

 

 

Femminicidi, una tremenda realtà

Femminicidi, una tremenda realtà


Hanno scosso l’opinione pubblica i due casi di femminicidio a Senago e a Roma. Il copione purtroppo si ripete più o meno con le stesse scene. In che modo si può andare verso una soluzione? È una questione che riguarda le leggi? La cultura? L’educazione di genere? Assolei da anni si occupa delle donne vittime di violenza e offre consulenza, assistenza legale, psicologica, di indirizzo al lavoro, altro, a Roma e ovunque venga richiesto.

Mario Calvagno e Carmen Zammataro intervistano Dalila Novelli, presidente e responsabile eventi e relazioni esterne di Assolei. 

Contatti

www.assolei.it345 583 9697;

Centro antiviolenza del Policlinico Gemelli Roma – 320 346 4044

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