Portare pace in famiglia. Giornata enditnow® contro violenza e abusi

Portare pace in famiglia. Giornata enditnow® contro violenza e abusi

Lina Ferrara – Vorrei che la Giornata enditnow® 2021 sia l’ultima, che il forte grido innalzato in tutto il mondo il 25 novembre sia finalmente ascoltato. Vorrei che “stop” sia il punto finale alla sofferenza di tante donne, ragazze e bambine. Già, vorrei… Ma porre fine alla violenza continua a rimanere una preoccupazione globale.

Ogni anno, nel sabato più vicino alla Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne (25 novembre), i Ministeri Femminili della Chiesa avventista in Italia organizzano la Giornata enditnow® per sensibilizzare le comunità di fede e aumentare la consapevolezza sulla violenza e gli abusi. “Portare pace in famiglia” è il tema 2021 e accende i riflettori in modo particolare sulla violenza giovanile e la pornografia.

“Non sono problemi di cui si discute normalmente nelle chiese” afferma la responsabile mondiale dei Ministeri Femminili nell’introduzione al materiale preparato per l’occasione.
“Sappiamo” aggiunge “che alcuni si sentiranno a disagio. Eppure, è fondamentale che riconosciamo il problema. Sui giornali leggiamo sempre più spesso di violenze perpetrate da e contro i giovani. Non possiamo più fingere che questo problema esista solo fuori dalle porte della nostra chiesa. I giovani non sono al sicuro!”.

E ha ragione, perché violenza e maltrattamenti sui minori sono in forte aumento anche in Italia. Lo denuncia Terre des Hommes nel suo dossier “Indifesa” presentato il 6 ottobre 2021. E le più colpite sono proprio le bambine.

Risorse  
Il sermone riprende il tema della giornata speciale. È stato scritto da Sarah McDugal, autrice, insegnante, formatrice per il recupero dagli abusi, fondatrice dell’associazione Wilderness toWild, Llc. Il suo testo è ricco di informazioni e di consigli che condivide a partire dalla Bibbia.

Il seminario, invece, parla di “Pericolosi cugini” e mostra come violenza e pornografia siano parenti stretti. L’una alimenta l’altra e viceversa. Nella sua dichiarazione ufficiale (votata nel 1990), la Chiesa avventista definisce la pornografia “distruttiva, umiliante, desensibilizzante e sfruttatrice”.

Con la moderna tecnologia è facile accedere a materiale porno tramite computer e cellulare. Terre des Hommes afferma che “complice il lockdown, in un anno in cui i reati telematici sono cresciuti del 13,9%, non stupisce che anche un reato come la detenzione di materiale pornografico realizzato utilizzando minorenni sia in forte aumento, con un balzo del 14% delle vittime minorenni, e addirittura del 525% su 10 anni (2010-2020)”.

Cosa possiamo fare per eliminare tutto questo? I consigli di Sarah McDugal sono d’aiuto. “Cominciamo con l’essere disposti a fare tutto il necessario per rompere il silenzio” afferma.

Aggiornato il prontuario 
Nel 2015, il Dipartimento nazionale dei Ministeri Femminili ha prodotto il prontuario “Rompere il ciclo del silenzio”, un piccolo manuale pratico d’aiuto, consiglio e sensibilizzazione, facilmente consultabile. Prende in considerazione il linguaggio, la percezione e i modi della violenza, gli atti persecutori: mobbing, stalking, manipolazione affettiva, femminicidio. Le conseguenze sulla donna: di carattere fisico, relazionale e materiale, psicologico. Le conseguenze sui figli. Riporta in numeri utili a cui rivolgersi.

In questi giorni il prontuario è stato aggiornato. Chi desidera può richiederlo a ministerfemminili@avventisti.it

“Possa Dio benedire voi e me mentre preghiamo, parliamo e lavoriamo insieme contro la violenza” conclude McDugal “Insieme, possiamo rompere il silenzio. Insieme, possiamo mettere fine a tutto questo ora: enditnow®”.

Tutto il materiale per la giornata è disponibile sul sito ministerifemminili.uicca.it

Milano. Chiesa e Ministeri Femminili di Vimodrone contro la violenza sulle donne

Milano. Chiesa e Ministeri Femminili di Vimodrone contro la violenza sulle donne

Lina Ferrara – La lotta alla violenza sulle donne e le bambine è una questione che sta a cuore ai Ministeri Femminili della Chiesa avventista. Ogni anno dedicano un sabato di novembre alla Giornata enditnow – mettiamo fine ora a ogni forma di abuso.

La comunità avventista latino-americana di Vimodrone, nella città metropolitana di Milano, ha dato vita ad alcune iniziative per fermare la violenza di genere.
“Sabato 23 ottobre, nella piazza Unità d’Italia, con il permesso del Comune di Vimodrone e sotto la regia dei Ministeri Femminili, abbiamo organizzato una manifestazione pubblica contro la violenza sulle donne a cui hanno partecipato tutti i membri di chiesa” ha scritto Vittorio Boria nel comunicare l’evento.

Le donne hanno indossato sciarpe e creato una coreografia con ombrelli arancioni, il colore scelto dall’Onu per dire “no” alla violenza di genere. Hanno poi sfilato nella piazza mostrando cartelloni sul significato vero dell’amore e sulla necessità di denunciare gli abusi per fermare questa piaga. È stato anche un modo “per pubblicizzare l’evento del sabato successivo che si è tenuto nella nostra chiesa in occasione della Giornata enditnow, a cui hanno partecipato due ospiti speciali” ha aggiunto Boria.

Infatti, il 30 novembre, “dopo tanto tempo abbiamo avuto il privilegio di avere come ospite Franca Zucca, referente dei Ministeri Femminili in Lombardia, per la conclusione delle due giornate dedicate a enditnow ” ha scritto  Boria.
F. Zucca ha predicato durante il servizio di culto del sabato mattina ed è intervenuta alla conferenza nel pomeriggio dove ha trattato il tema “La violenza di fronte alla pornografia”.

Altro ospite speciale all’incontro pomeridiano è stato Franco Mazzarella, del coordinamento America Latina di Amnesty International Italia, che ha illustrato la campagna “Senza consenso è stupro: Io lo chiedo”.

Nel mese di novembre altre chiese avventiste dedicheranno un sabato alla Giornata enditnow – mettiamo fine ora a ogni forma di abuso.

[Foto: Vittorio Boria]

Donne FDEI, Federazione Donne Evangeliche in Italia, Donne in Rete (6)

Donne FDEI, Federazione Donne Evangeliche in Italia, Donne in Rete (6)


In questa intervista tratta dalla diretta RVS del 12 ottobre 2021, ascoltiamo Lina Ferrara,  coordinatrice nazionale dei Ministeri Femminili per l'Unione italiana delle Chiese avventiste, che introduce la puntata di oggi con una riflessione sul brano biblico di 2 Re 5:1-5, il racconto della serva della moglie di Naaman. Segue un'intervista di Claudio Coppini e Roberto Vacca a Franca Zucca, già direttrice storica dei Ministeri Femminili e oggi referente regionale del dipartimento per il Nord Italia. Cosa sono i Ministeri Femminili nellla chiesa avventista e quanto è importante la cura spirituale delle donne?

I Will Go. Primo Congresso mondiale dei Ministeri Femminili

I Will Go. Primo Congresso mondiale dei Ministeri Femminili

L’evento online sorpasserà i confini per unire le donne avventiste del mondo nella lode a Dio e nella missione.

Lina Ferrara – Avere la possibilità di riunire le donne dei Ministeri Femminili di tutto il mondo era qualcosa di impensabile fino a poco tempo fa, ma grazie ai media moderni ora è possibile. Il dipartimento dei Ministeri Femminili (MF) della Chiesa avventista mondiale ha preparato un Congresso globale dal titolo “I Will Go – Eccomi, manda me a testimoniare al mio mondo” che è anche il tema quinquennale dei MF (2020-2025). L’evento sarà trasmesso in diretta streaming il 29 e 30 ottobre, dalle 12 alle 16 ora italiana, sui canali You Tube e Facebook della denominazione.

“Raggiungere tutti i fusi orari del mondo è una sfida, ma in Europa ci è andata bene” precisa la responsabile dei MF presso la Regione Intereuropea della Chiesa.

Il programma prevede sermoni e presentazioni di seminari sui temi chiave dei MF: nutrire, potenziare, testimoniare e pregare. Non mancheranno momenti musicali e i rapporti dalle varie parti del mondo in cui le donne si occupano di altre donne.

“Vi chiediamo di considerare prioritario il tempo per partecipare a questo primo Congresso mondiale delle donne avventiste” invitano le organizzatrici “Non dovrete registrarvi in anticipo. Basterà cliccare sul collegamento You Tube o andare alla pagina Facebook dei Ministeri Femminili della Chiesa mondiale”.

L’evento sarà in lingua inglese, ma i programmi verranno sottotitolati e YouTube offre la possibilità della traduzione automatica. Comunque ci saranno aggiornamenti nei prossimi giorni.

È stato anche composto un canto speciale come sigla del programma. Si può già ascoltare al link: https://women.adventist.org/theme-song

Al Congresso interverranno: Ella Simmons, vicepresidente generale della Chiesa avventista mondiale; Erica Jones, vicedirettrice dei MF alla Regione Nordamericana; Katia Reinert, direttrice associata dei Ministeri per la promozione della Salute a livello globale; Linda Koh, responsabile mondiale dei Ministeri in favore dei Bambini; Carolyn Sutton, speaker di Adventist World Radio e redattrice della serie di libri Women’s Devotional; e Janice Brown, cappellana e fondatrice di Living Joyfully Ministries. Le padrone di casa, Heather-Dawn Small e Raquel Arrais, accoglieranno le ospiti e presenteranno l’evento.

“Partecipate con noi a questo momento speciale” concludono le organizzatrici “in cui le donne saranno nutrite, fortificate, ispirate e formate. Entrate in questa rete che ci unisce nell’amore per Cristo e per il prossimo. Qualcosa del programma vi toccherà il cuore. Come risponderete alla domanda del Signore: ‘Chi manderò, chi andrà per me?’. Rispondete insieme con noi: ‘Io andrò. Eccomi, manda me a testimoniare al mio mondo’”.

Guarda lo spot del Congresso.




Lentini. Incontro dei Ministeri Femminili e del gruppo “Preghiamo insieme”

Lentini. Incontro dei Ministeri Femminili e del gruppo “Preghiamo insieme”

Franca Zucca – Sabato 11 settembre è stata organizzato un incontro di donne (più qualche uomo) nella casa di campagna di una sorella nella fede della chiesa avventista di Lentini. L’inclemenza del tempo non ha permesso una presenza più consistente, ma in ogni caso, quanti hanno partecipato hanno gradito l’iniziativa auspicando di ripeterla.

La mattinata è iniziata con la condivisione del tema della Scuola del Sabato che è stata animata da Maria D’Amico. Sono state particolarmente interessanti le interazioni e il racconto di esperienze personali, tenuto conto che la metà dei presenti non era di fede avventista.

A seguire, Franca Zucca, fedele frequentatrice della Sicilia, ha tenuto una breve meditazione basandola sul testo di Proverbi 31:26, sottolineando, tra l’altro, che i nostri rapporti interpersonali devono essere intessuti di gentilezza, grazia, garbo.

Il pranzo al sacco, i momenti di ricreazione con “balli” innocenti, i momenti di dialogo a due hanno animato gioiosamente il resto della giornata. Siamo stati contenti di aver potuto trascorrere un sabato diverso e abbiamo ringraziato il Signore e anche chi ha messo a disposizione lo spazio della sua casa.

[Foto pervenute dalla comunità in oggetto]

Orange Day. Dedicato alle donne Afghane

Orange Day. Dedicato alle donne Afghane

L’invito dei Ministeri Femminili della Chiesa avventista europea. Il comunicato dell’Osservatorio interreligioso sulle violenze contro le donne.

Lina Ferrara – Domani è la Giornata arancione (Orange Day), proclamata il 25 di ogni mese dal Segretario Generale dell’Onu come segno che abusi e violenze contro donne, ragazze e bambine, ma anche contro tutti gli esseri umani, devono finire. Per questo, donne e uomini di tutto il mondo sono invitati a indossare qualcosa di arancione (un foulard, una sciarpa, una cravatta, ecc.) in questa giornata mensile.

“Sarebbe meraviglioso vedere tantissimo colore arancio nelle nostre strade e nei nostri luoghi di lavoro affermano i Ministeri Femminili della Regione Intereuropea della Chiesa avventista “soprattutto se pensiamo alla difficile situazione delle nostre sorelle in Afghanistan in questo momento, che vivono nella paura di perdere la vita mentre i talebani riprendono il controllo del Paese”

“Domani indossiamo qualcosa di arancione in segno di solidarietà, come segno che i diritti umani si applicano a tutte le persone e che i diritti umani sono anche diritti delle donne” invitano.

L’Oivd con le donne afghane 
L’Osservatorio interreligioso sulle violenze contro le donne (Oivd), ha diffuso un comunicato stampa sulla situazione in Afghanistan, in cui esprime “forte apprensione per il popolo e in particolare per le donne bersaglio dei fanatismi politici e religiosi, che ora sono terrorizzate dal regime di schiavitù che si prospetta”. Denuncia la strumentalizzazione dei diritti delle donne e punta il dito su quanto accade nel Paese.

“In queste ore apprendiamo il diffondersi di crimini e aggressioni ai danni delle donne, il rapimento di donne nubili, la ‘ricerca casa per casa’, e in particolare l’accanimento contro giornaliste, avvocate o attiviste che si erano impegnate nella società civile per la parità di genere”.

L’Oivd vuole “sostenere la resistenza e il coraggio delle donne afghane tutte sicuro bersaglio della guerra dei talebani, espressione di un patriarcato dai mille volti che non smettiamo di smascherare”.

Pur riconoscendo l’importanza di agire “con uno stile inclusivo e rispettoso nelle relazioni e nella politica”, è vero che ora, con l’evolversi della crisi attuale, “bisogna cercare soprattutto di aiutare chi è in pericolo… L’Osservatorio si unisce perciò alla richiesta di corridoi umanitari e di ogni altra iniziativa atta a mettere in sicurezza vite umane. Inoltre, è disponibile a collaborare, per quanto è nelle proprie possibilità, con le associazioni e le reti di donne che da anni operano con e per le donne afghane, in Italia e in Afghanistan, per la dignità e la libertà delle donne”.

Sul comunicato stampa e sulla situazione delle donne in Afghanistan, radio Rvs ha intervistato la presidente dell’Oivd, Gabriella Rustici.
Ascolta qui il podcast

Australia. Le donne cristiane richiamano l’attenzione sulla condizione dei poveri del mondo

Australia. Le donne cristiane richiamano l’attenzione sulla condizione dei poveri del mondo

HopeMedia Italia – 40 leader dei movimenti femminili di chiese e organizzazioni religiose hanno incontrato i politici australiani, qualche giorno fa, per attirare l'attenzione sulla difficile situazione dei poveri del mondo, in particolare alla luce della pandemia di Covid-19. Danijela Schubert, direttrice dei Ministeri Femminili presso la Regione Pacifico del sud della Chiesa avventista, era nella delegazione salita al Parlamento di Canberra (Act) per l'iniziativa “Micah Australia”.

Le donne hanno parlato con i ministri del governo e i parlamentari di entrambi i principali partiti politici, e hanno sottolineato il "divario di accesso ai vaccini" tra i Paesi più ricchi e quelli più poveri, e gli effetti a catena della pandemia sulle nazioni a basso reddito: aumento della povertà, carestia e ulteriore emarginazione dei gruppi vulnerabili.

L’iniziativa è stata “un'esperienza fantastica” per D. Schubert anche perché è stata l’occasione per incontrare e conoscere importanti dirigenti cristiane e avere l’opportunità di fare rete e lavorare insieme per un obiettivo più elevato. “Sebbene provenissimo da diverse confessioni cristiane, organizzazioni e stati dell'Australia” ha affermato D. Schubert “eravamo accomunate dallo stesso desiderio di portare un messaggio importante a coloro che prendono decisioni e influenzano le politiche del governo”.

Dopo aver ringraziato i ministri e i parlamentari per il lavoro che svolgono, le donne hanno presentato le criticità e i bisogni di quella parte della popolazione che nel mondo vive in povertà. “Il fatto che fossimo lì di persona, che abbiamo preso del tempo per incontrarli, entrare in contatto con loro e parlare delle necessità degli altri, è stata una grande testimonianza dell'amore di Gesù che ci spinge a fare del bene” ha chiosato la responsabile avventista.

Anche i politici hanno espresso gratitudine per l’opera che le chiese svolgono nella comunità. “Ci hanno esortato a continuare” ha proseguito D. Schubert “La maggior parte ha concordato con i nostri appelli a rendere il governo australiano più generoso nell'aiutare i meno fortunati in tutto il mondo”.

“Con oltre 10.000 decessi al giorno a livello globale, questa pandemia è tutt'altro che finita” ha ribadito Melinda Cousins, direttrice dei Ministeri delle chiese battiste nell’Australia del sud “Ora colpisce di più i Paesi a basso e medio reddito in Sudamerica e Asia, e aumentano i timori di una possibile ondata più contagiosa nel continente africano… Allo stesso tempo, si è rapidamente aperto un divario di accesso ai vaccini tra le nazioni più ricche e quelle più povere, il che non è solo moralmente indifendibile, ma è un'ingiustizia che sta perpetuando la pandemia”.

“Come leader” ha concluso “la nostra voce collettiva può fare la differenza. E mentre il nostro mondo affronta una sfida tremenda, siamo qui per mostrare un'azione piena di speranza e incoraggiare i nostri politici che l'Australia può continuare a far parte della soluzione in questo momento devastante”.

[Fonte e foto: Adventist Record]

 

 

Giornata dei Ministeri Femminili. Messaggio speciale di Nancy e Ted Wilson

Giornata dei Ministeri Femminili. Messaggio speciale di Nancy e Ted Wilson

Lina Ferrara – “Dio ha rivolto a ciascuna di noi un appello speciale per raggiungere il nostro mondo per lui. Ed è una chiamata che solo tu ed io possiamo mettere in pratica!”. A dirlo è Nancy Wilson, moglie di Ted, presidente della Chiesa avventista mondiale, all’inizio del suo messaggio speciale rivolto alle donne in occasione della Giornata internazionale dei Ministeri Femminili, che ricorre ogni secondo sabato di giugno.

Da quando è nato in maniera ufficiale, 25 anni fa, il Dipartimento dei Ministeri Femminili si occupa in particolare di equipaggiare, sostenere e rafforzare nella fede le donne perché svolgano al meglio il loro servizio nelle chiese e verso gli altri. “Raggiungere il nostro mondo per Dio” significa proprio testimoniare la nostra fede alle persone che ci circondano, condividere la nostra esperienza con Gesù cominciando dalla famiglia, dai colleghi di lavoro, da chi conosciamo. Una condivisione centrata non solo sulle parole, ma anche sui gesti e le azioni che caratterizzano il nostro comportamento.

“Nel considerare la nostra chiamata” afferma ancora Nancy “non dimentichiamo mai le persone più vicine a noi e la potente influenza che Dio ha posto nelle nostre mani. Sia che abbiamo figli nostri, sia che siamo ‘madri in Israele’, Dio ci ha messo nella posizione di insegnare, nutrire e guidare la vita di tutta l'umanità!”.

La Giornata internazionale (quest’anno si celebra il 12 giugno) è anche l’occasione per focalizzare l’attenzione delle comunità locali su questo ministero e coinvolgerle nel culto speciale e in altre eventuali iniziative. Il materiane in italiano per questo sabato speciale è sul sito ministerifemminili.uicca.it/, nella sezione “Risorse”

Clicca qui per guardare il video

 

 

 

“Siamo donne, non pupattole”. Ricordo di una pioniera avventista italiana

“Siamo donne, non pupattole”. Ricordo di una pioniera avventista italiana

HopeMedia Italia – In occasione dell’8 marzo, desideriamo ricordare la donna che portatò il messaggio avventista a Roma. È Luisa Chiellini, classe 1864, genovese di nascita, romana di adozione. Infatti visse per gran parte della sua vita nella capitale. Luisa proveniva da una famiglia di nobili origini, leggiamo nel capitolo a lei dedicato da Dora Bognandi nel libro Libere donne in libera Chiesa, pubblicato nel 2015 dalle Edizioni Adv per i 150 anni di presenza avventista in Italia.

A 33 anni, Luisa si trovava a Basilea dove, durante un periodo di malattia, conobbe alcuni credenti avventisti. In seguito allo studio appassionato della Bibbia, fu battezzata nel 1896 e divenne membro della chiesa avventista. Tornata a Roma, iniziò la sua opera di testimonianza. Fu la prima persona a portare l’avventismo nella capitale italiana, sostenuta ben presto da altre tre donne: sua sorella, che era stata battezzata a Londra, e altre due signore americane, madre e figlia di cognome Prescott, che erano venute a visitare l’Italia. Nel libro Granel di sale, Giuseppe De Meo scrive: “Queste quattro donne si dedicano a un lavoro di corrispondenza e di traduzioni… Il loro impegno e il loro influsso sono determinanti per l’opera avventista in Italia” – p. 95. 

Rimasta sola dopo la partenza di sua sorella e delle amiche, Luisa svolse un’opera mirabile dal punto di vista sociale ed evangelistico, nonostante la sua salute molto precaria, divenendo uno dei punti di riferimento nei 57 anni che seguirono il suo battesimo. 

I primi anni del Novecento furono tempi difficili per la denominazione che contava in Italia solo alcune decine di membri. Luisa era una donna colta e collaborò volentieri a entrambe le edizioni (italiana e americana) del mensile L’Ultimo Messaggio, fondato da un pastore avventista nel 1908. In un articolo della rubrica “Pro Famiglia”, tutto dedicato alle donne, Chiellini scrive: “Samo donne, eguali all’uomo per intelligenza e superiori a questi per il cuore, abbiamo doveri verso Dio e verso l’umanità… Siamo donne, non pupattole azzimate, truccate, che si fanno vittime di mode assurde, e si trasformano in un incongruo di vanitosa superficialità, che non vivono che per i loro fronzoli; che non si dilettano che in vani piaceri, che non si pascolano che di giornali di mode o di romanzi, più o meno istruttivi, più o meno scientifici…”

“Ogni donna cristiana” continua “dovrebbe avere il santo e nobile desiderio di potersi dire, quando giunge alla fine del suo terrestre cammino, che ‘essa ha fatto tutto quel che ha potuto’ per vivere all’altezza del compito assegnatole da Dio, quando la creò, perché da essa emanasse ogni cosa bella, buona, edificante e santa, perché essa fosse ‘il cuore’ di questo triste mondo!”.

Nel 1914, man mano che le notizie di una guerra imminente diventavano più pressanti, Luisa scrive: “In queste ore tenebrose per tutti, si cerca indarno, nelle umane cose, un qualche barlume di luce che rischiari, sia pur blandamente, la via… ma, luce non c’è… e il gemito umano si fa, di più in più, straziante e crudele… e, non trova responso… non trova sollievo… perché, per troppo tempo ahimè! abbiamo, ostinatamente, guardato, confidato e sperato nella terra e nelle cose della terra, anziché in quelle del Cielo… Compresi dal sacrosanto compito, grave di responsabilità solenni, imploriamo forza e grazia, da Dio, per non venir meno in queste ore tenebrose, che preceder debbono, di poco, la suprema e gloriosa aurora… perché, Colui che deve venire, verrà, ormai, presto… per rendere a ciascuno secondo che sarà l’opera sua (Ebr.10; Apoc. 22)”. Nel 1918 la pubblicazione venne colpita da censura.

Luisa Chiellini continuò a coltivare i suoi talenti, collaborò con il neonato periodico L’Araldo della Verità (Firenze, 1921) fin dal primo numero e continuò a scrivere anche quando la rivista diventò Il Messaggero Avventista. Era un'autrice poliedrica e si rivelò poetessa, redattrice, traduttrice, autrice di articoli teologici, curatrice di rubriche. Scrisse anche per altri giornali come La Vedetta, oltre a tradurre in italiano diversi libri avventisti, tra cui Guida a Gesù e Gesù nostro Salvatore di Ellen G. White.

Dopo la Seconda guerra mondiale, Luisa Chiellini era avanti negli anni e molto ammalata, per cui non riusciva più a frequentare la chiesa avventista aperta a Roma, ma era sempre circondata dall’affetto e dalla stima di tutti. Si spense nella capitale, il 20 gennaio 1953.

Luisa Chiellini non ebbe una famiglia sua, ma ne trovò una più ampia nella chiesa. Nel necrologio pubblicato sul numero di aprile del Messaggero Avventista del 1953, venne definita “Colonna portante per moltissimi anni delle pubblicazioni italiane”.

 

[Fonte: Libere donne in libera Chiesa, Ed. Adv, Firenze, 2015]

 

 

 

 

Incontro di preghiera online dei Ministeri Femminili

Incontro di preghiera online dei Ministeri Femminili

Lina Ferrara – Nel mese dedicato alle donne e dalle chiese a eventi di preghiera, i Ministeri Femminili invitano all’incontro “Insegnaci a pregare”, in programma venerdì 19 marzo, alle ore 20, su hopemedia.it

Il tema sarà trattato da quattro punti di vista: imparare è fare; così grande, così vicino; cominciando dall'inizio; non per cambiare, ma per essere cambiati. Quando era sulla terra Gesù si occupava delle necessità di molte persone. A volte i suoi discepoli gli presentavano delle richieste particolari. Una delle più indimenticabili avvenne quando Gesù aveva terminato di pregare. Dissero: “Signore, insegnaci a pregare” (Luca 11:1). Sappiamo che nessuna richiesta è mai caduta nel vuoto. Gesù rispose subito e insegnò ai suoi discepoli la preghiera per eccellenza: il Padre nostro. 

Interventi, canti, video e tempo per pregare caratterizzeranno l'evento. Tutte e tutti sono invitati a partecipare. 
Sarà anche trasmesso in diretta sulla pagina Facebook della chiesa avventista, e sul canale You Tube di HopeMedia Italia.  

Scarica qui la locandina in pdf.

 

 

Andrò. Giornata internazionale di preghiera delle donne avventiste

Andrò. Giornata internazionale di preghiera delle donne avventiste

Lina Ferrara – Ritorna l’appuntamento con la preghiera delle donne avventiste; quest’anno si terrà sabato 6 marzo. “Andrò” è il tema del sermone 2021 e propone l’incontro con alcune figure bibliche femminili e una maschile, tutte accomunate da una identica risposta e decisione repentina di accettare la proposta di un profondo cambiamento nella loro vita e di seguire fino in fondo la volontà di Dio.

“L’autrice del sermone si concentra sulle cose impossibili a cui Dio ci chiama e che, attraverso la Sua grazia e forza, ha reso possibili” spiega Heather-Dawn Small, direttrice dei Ministeri Femminili (MF) presso la Chiesa mondiale, riferendosi al soggetto della predicazione proposta.

Sono più di due decenni che i Ministeri Femminili promuovono questa giornata speciale di preghiera nel mese dedicato alle donne. “È attraverso la preghiera che la nostra fede in Dio cresce” continua la responsabile mondiale “Vediamo le risposte di Dio e sappiamo che ci guida e ci conforta”.

In diverse chiese avventiste la Giornata di preghiera sarà tenuta proprio nel giorno consigliato; altre potranno viverla in un altro sabato, secondo il loro programma ecclesiale.

Seminario in diretta Zoom
Venerdì sera 19 marzo, i Ministeri Femminili nazionali organizzano un seminario in diretta online dal titolo “Insegnaci a pregare”. Oltre ai brevi interventi delle relatrici, sarà dato spazio a canti, esperienze ma soprattutto alla preghiera, con l’attivazione delle “stanze” di Zoom. Maggiori informazioni seguiranno nei prossimi giorni.

Il materiale per la Giornata internazionale di preghiera delle donne avventiste è stato tradotto in italiano dai Ministeri Femminili nazionali ed è fruibile sul sito ministerifemminili.uicca.it/ 

 

 

Giornata contro le Mgf. Intervista alla responsabile del Centro “Desert Flower”

Giornata contro le Mgf. Intervista alla responsabile del Centro “Desert Flower”

HopeMedia Italia – L’Ospedale avventista Waldfriede di Berlino, in collaborazione con la Fondazione “Desert Flower” di Vienna, ha aperto il Centro Desert Flower l'11 settembre 2013, per aiutare e curare le donne che hanno subito mutilazioni genitali femminili (Mgf). La Fondazione aveva visto la luce nel 2002 grazie alla ex top model somala Waris Dirie, lei stessa vittima di Mgf all'età di cinque anni e diventata attivista internazionale per sensibilizzare e aumentare la consapevolezza su questo rituale crudele. Il suo libro Desert Flower, pubblicato nel 1997, è diventato un film nel 2009.

Il Waldfriede è il primo e unico ospedale europeo a occuparsi in modo olistico dei problemi delle donne vittime di Mgf. "Dalla sua apertura, nel 2013, più di 600 donne hanno cercato il nostro aiuto medico" afferma la dott.ssa Cornelia Strunz, primario e coordinatrice sanitaria del Centro, nell'intervista di Dagmar Dorn e Corrado Cozzi, rispettivamente direttrice dei Ministeri Femminili e direttore delle Comunicazioni presso la Regione Intereuropea della Chiesa avventista, in occasione della Giornata internazionale contro le Mgf (6 febbraio). Di seguito pubblichiamo l'intervista integrale.

D. Dorn/C. Cozzi: Quali sono le azioni più importanti da attuare per raggiungere l'obiettivo (tolleranza zero) di questa giornata? A parte l'aiuto professionale che offrite, cosa possiamo fare come individui per porre fine alle Mgf? 
Cornelia Strunz: La misura più importante nella lotta contro le Mgf è l'istruzione e la scolarizzazione diffusa dei bambini a livello locale, nei loro Paesi d'origine. Inoltre, il pubblico dovrebbe essere sensibilizzato al problema; le informazioni sulle Mgf dovrebbero essere raggruppate e ulteriormente sviluppate su base interdisciplinare, e le competenze professionali dovrebbero essere rafforzate. Così, nel 2020, abbiamo fondato l'“Ufficio di coordinamento Mgf_C di Berlino". Si tratta della collaborazione di tre organizzazioni: il centro di pianificazione familiare – Balance, Terre des Femmes e il Centro “Desert Flower” dell'Ospedale Waldfriede. Lo scopo di questo ufficio è collegare i servizi esistenti a Berlino e ampliarli secondo le necessità, formare professionisti capaci di affrontare la questione e rafforzare le attività di sensibilizzazione nelle comunità.

Per un sostegno olistico, l'ufficio di coordinamento offre supporto psicologico e servizi psicosociali di gruppo per le vittime, oltre a consulenza e cure mediche. Quindi si concentra sulla sensibilizzazione dei professionisti e li qualifica su come trattare le donne colpite. Una linea diretta offre anche il primo punto di contatto e di consulenza a persone e professionisti interessati, e consente una mediazione semplice e a bassa soglia. Riceviamo molte richieste di assistenza presso il Desert Flower Center, così dal 2018 offriamo un seminario intensivo sulle Mgf per colleghi, ostetriche e infermieri, due volte l'anno.

D. D./C. C.: Può spiegare brevemente cos’è il Centro Desert Flower? 
C. S.: Il progetto "Centro Desert Flower" Waldfriede (Dfc) è nato per necessità clinica, poiché molte donne in Germania soffrono delle conseguenze sanitarie e psicologiche delle Mgf. Il progetto è stato realizzato in collaborazione con la Fondazione Desert Flower e il patrocinio di Waris Dirie e del suo manager, Walter Lutschinger, nel dicembre 2011, poiché era diventato chiaro che il lavoro puramente preventivo non rispondeva alle esigenze delle persone colpite. Il nostro obiettivo è offrire cure mediche olistiche alle donne che soffrono delle conseguenze delle mutilazioni genitali. Ciò include non solo gli interventi chirurgici e le operazioni ricostruttive, ma anche l'aiuto psicologico e fisioterapico. Abbiamo anche organizzato un gruppo di auto-aiuto che si riunisce una volta al mese presso l'Ospedale Waldfriede.

D. D./C. C.: Cosa la motiva a lavorare in questo ambito così delicato? 
C. S.: In qualità di coordinatrice medico e di primario del “Centro Desert Flower” Waldfriede, sono la prima persona con cui le donne si mettono in contatto per telefono o e-mail. Il solo fatto che questi colloqui preliminari, spesso molto emotivi, e la visita medica si svolgano in un ambiente di fiducia, da donna a donna, rende più facile per le pazienti aprirsi con me. Nella sessione di consulenza, i problemi presentati vengono affrontati individualmente. Non si tratta sempre di un intervento chirurgico. Alcune vogliono parlare con la nostra psicoterapeuta o unirsi al nostro gruppo di auto-aiuto. Altre hanno bisogno di un certificato medico per la procedura di richiedente asilo in corso. È importante dedicare tempo a un'anamnesi e a un esame dettagliato, e rispondere ai bisogni delle pazienti, alleviando così le loro paure e affrontando le loro preoccupazioni.

Come specialista nel nostro dipartimento, ho iniziato a lavorare al "Desert Flower Center" Waldfriede con grande gratitudine. Penso che questo lavoro specialistico sia veramente nobile. I tanti riscontri positivi ricevuti ci incoraggiano nel nostro importantissimo impegno.

D. D./C. C.: Lavora nel Centro Desert Flower sin dalla sua fondazione nel 2013. Quali sono gli sviluppi più importanti? 
C. S.: Dall'apertura, a settembre 2013, più di 600 donne hanno cercato il nostro aiuto medico. La chirurgia è stata necessaria per la metà di loro. Nel frattempo, è stata trovata anche una soluzione stabile per la liquidazione finanziaria di casi problematici. Un'operazione costa dai 2.000 ai 4.000 euro. Per le persone con assicurazione sanitaria obbligatoria, i costi sono coperti. Poiché vogliamo curare anche le donne non assicurate, abbiamo fondato la Förderverein Waldfriede e.V. un’associazione che raccoglie fondi per contribuire o pagare per intero i costi in questi casi.

Da gennaio 2015 abbiamo un gruppo di sostegno una volta al mese. Alle riunioni partecipano sia le donne che sono già state curate da noi, sia quelle che sono ancora in cerca di aiuto. In un ambiente protetto, possono condividere esperienze e imparare che non sono sole con le loro paure e preoccupazioni. A volte le donne colpite parlano del loro destino o le donne che hanno già subito un nuovo intervento raccontano le loro esperienze.

Uno dei problemi principali all'inizio era la percezione e la comunicazione interculturale. Siamo molto felici di avere ora due impiegate che sono consulenti e interpreti, oltre alle consulenti volontarie, che consentono a noi e alle donne di superare gli ostacoli non verbali. Abbiamo due terapiste, Evelyn Brenda (nata in Kenya) e Farhia Mohamed (nata in Somalia) che possono svolgere le loro psicoterapie in tedesco e nelle rispettive lingue materne.

Tutte le donne ci dicono quanto sia prezioso per loro il gruppo di auto-aiuto perché qui possono parlare delle loro preoccupazioni ed esperienze spesso per la prima volta nella loro vita, in un ambiente protetto, tra persone che la pensano allo stesso modo. Negli incontri notiamo sempre che quello svolto con le donne è molto più di un semplice "lavoro".

Quando le donne si incontrano, vi è sempre un'atmosfera molto affettuosa. Ci chiamiamo tutte per nome e soprattutto le donne che sono già state curate sono piene di fiducia in se stesse. In questi momenti, ci rendiamo conto quanto questo compito ci gratifichi e quali sono i risultati. In questo Centro viene letteralmente restituita la vita alle donne.

Nell'aprile 2016 abbiamo ricevuto la medaglia Louise Schroeder. È il più alto riconoscimento dello stato di Berlino. Dal 1998, la medaglia è assegnata a una personalità o istituzione che rende un tributo eccezionale all'eredità politica e personale di Louise Schroeder che ha reso eccezionali servizi alla democrazia, alla pace, alla giustizia sociale e all'uguaglianza di genere.

Nell'ottobre 2020, abbiamo pubblicato il primo manuale in lingua tedesca sulle Mgf (a cura dei dottori Uwe von Fritschen, Cornelia Strunz e Roland Scherer), con lo scopo di condividere le nostre esperienze su questo tema complesso e di fornire assistenza a tutte le professioni nel far fronte ai molteplici problemi delle donne circoncise. Poiché il numero di donne con mutilazioni genitali femminili (Mgf) è in aumento anche in Germania a causa della migrazione e della globalizzazione, molti gruppi professionali devono affrontare questo problema senza aver ricevuto finora alcuna formazione.

Il 19 ottobre 2020 è stato pubblicato il primo numero del nuovo Desert Flower Magazine, progettato dalla Fondazione omonima e Waris Dirie. Nella rivista forniamo una panoramica dettagliata del lavoro, dei progetti e dei successi di Waris Dirie e della sua Fondazione nella lotta mondiale contro il disumano rituale delle mutilazioni genitali femminili.

La rivista Desert Flower Magazine è disponibile in tedesco, inglese e francese. 
Link all’edizione tedesca: https://www.yumpu.com/de/document/read/64608181/desert-flower-magazin 
Link all’edizione inglese: https://www.yumpu.com/en/document/view/65173882/desert-flower-magazine
Link all’edizione francese: https://www.yumpu.com/fr/document/view/65176146/fleur-du-desert-magazine 

Oltre alle attività a Berlino, vogliamo anche agire contro le mutilazioni genitali femminili nei Paesi d'origine con misure di prevenzione e attività educativa. Pertanto, l'ospedale Waldfriede sostiene due scuole femminili a Kajiado, in Kenya.1

L’Ospedale Waldfriede collabora anche con il Gynocare Women's & Fistula Hospital di Eldoret, in Kenya. Qui, tra le altre cose, le donne vengono operate per incontinenza urinaria e fecale causata della circoncisione genitale. Specialista in questa tecnica chirurgica è la dott.ssa Hillary Mabeya.

Nota 
1 Segnaliamo la Newsletter 'Bring Hope', Kenya, edita da Evelyn Brenda, presidentessa di Bring Hope Kenya e.V; e la Storia di Eunice, in inglese. 

[Fonte: EudNews)

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